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TUTTI IN REPARTO – Amarcord

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In questo periodo di assenza forzata dal nostro sport preferito, abbiamo deciso di ricordare uno degli attaccanti più forti, più eleganti e più completi di sempre e che, proprio a causa di problemi fisici, è stato costretto ad appendere prematuramente gli scarpini al chiodo.

Più di 300 gol in carriera, Campione d’Europa, tre Palloni d’Oro, vincitore del Fifa World Player del 1992.

E potremmo continuare ancora.

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No, non possiamo confonderci: parliamo proprio di Marco van Basten.

Quando arriva al Milan, nell’estate 1987, ha già alle spalle un infortunio alla caviglia destra che l’aveva precedentemente costretto ad un intervento chirurgico e ad un’assenza di tre mesi: ma il tutto sembra ampiamente superato.

Ed invece, la caviglia sinistra comincia a dargli problemi: si opera, resta fuori sei mesi: tornerà nell’aprile 1988, in tempo per partecipare alla rincorsa del Milan di Arrigo Sacchi che strapperà il titolo al Napoli di Maradona.

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Da allora, e fino al 13 dicembre 1992 (giorno in cui gli viene consegnato il suo terzo Pallone d’Oro), Il Cigno di Utrecht sembra incontenibile.

Gol a grappoli, prestazioni sontuose: è lui l’attaccante più forte del mondo.

Il giorno successivo, il 14 dicembre 1992, Marco si sottopone ad un nuovo intervento alla caviglia, il terzo: da troppo tempo sentiva riacutizzarsi il solito fastidio.

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Il periodo di inattività non dovrebbe essere superiore ai tre mesi; in realtà, riuscirà a rientrare in campo più di quattro mesi dopo, precisamente il 22 aprile 1993. E purtroppo, la caviglia non gli consente ancora di giocare tranquillo.

Terminata la stagione, decide di sottoporsi all’ennesimo intervento, il quarto: è il 4 giugno 1993.

La speranza è quella di risolvere una volta per tutte il problema.

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Ma Marco non disputerà mai più una partita.

Due anni dopo, a soli trent’anni, Marco van Basten decide di ritirarsi.

E’ il 17 agosto 1995.

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“Il calcio perde il suo Leonardo da Vinci”, dirà di lui Adriano Galliani, all’epoca A.D. del Milan.

E, per chi l’ha visto giocare, dal vivo o in video, non può esserci descrizione più appropriata.

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