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ANCHE MENO – Le pagelle dell’Avellino

Foggia 1 – 0 Avellino.
Io tifo Avellino. Tifo solo ed esclusivamente Avellino. Questa caratteristica mi porta ad essere naturalmente portato alle sconfitte.
E di sconfitte ne ho viste tante, con effetti variabili in base alla qualità della partita persa. Non mi nasconderò dietro un dito, oggi fa male.
E’ una porta sbattuta in faccia che può svegliarti o farti ridimensionare inesorabilmente. Ci avevamo creduto nella crescita esponenziale della squadra. La partita di Foggia è sempre una gara sporca, fatta di falli tattici, risse sfiorate e interruzioni del gioco continue.
Questo tipo di trasferta si vince solo se scendi in campo con il coltello tra i denti. Ed in tutta sincerità l’Avellino allo Zaccheria non è arrivato neanchetotalmente sprovveduto.
Ha iniziato in maniera muscolare,aggressiva, ma come spesso succede è il piano psicologico che salta alle prime avvisaglie di una partita difficile ed in salita. In serie C non c’è spazio per i cali di tensione, né tantomeno perl’ansia da prestazione prodotta sempre dal goal che fatica ad arrivare.
È mancata la convinzione, quella maledetta convinzione che ti fa macinare chilometri, imporre il gioco e mantenere quella lucidità che ti permette di buttarla dentro quella palla. Il ruolo da protagonista in questa categoria lo conquisti solo se su questi campi imponi la tua personalità e le vinci queste partite.
Siamo sospesi in un limbo amletico. Il gruppo squadra non ha ancora deciso se è pronta a diventare grande e prendersi il fardello della capolista o rimanere bloccata tra le prime in preda ad un’immaturità tattica, tecnica e troppo spesso di temperanza.
“Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire. colpi di fionda e dardi d’atroce fortuna o prender armi contro un mare d’affanni e, opponendosi, por loro fine? Morire, dormire…” o sognare!
Le pagelle dell’Avellino
Iannarilli: Sono 2 partite che quella tua attitudine da carabiniere al posto di blocco è svanita. Non richiami più nessuno, non “imbruttisci” agli avversari, sei distratto e poco reattivo. Per carità il tuo lavoro lo fai, le palle che ti tirano addosso le prendi, ma noto un calo di cattiveria sportiva. Anthony, ma non è che ti sei innamorato? Voto 6.
Cancellotti: La sera prima del fatale giorno i difensori Cancellottie Rigione fecero un ultimo disperato tentativo. R: “Guardi Cancellotti é facilissimo, ho preparato anche il testo. Non c’è cheleggere. Adesso le faccio una prova di come dovrà fare lei dopo. Stia attento. Pronto il Mister Biancolino? Parla l’illustre clinico Vadkesare, ho visitato i suoi dipendenti Rigione e Cancellotti e ho riscontrato in entrambi la sindrome di Menier. Pertanto sconsiglio,anzi proibisco, che partecipino alla sua bella iniziativa sportiva. Altrimenti declino ogni responsabilità. Grazie, buonasera, etc etc. Facilissimo no? Dunque camuffi la voce e copra con questa conca di rame”. C.: “Faccio l’accento svedese?” R.: “Lo sa fare? Lo Facci, va bene, va bene, va bene. Oh faccio il numero. Vada nella Conca svedese”. C.: “buii”. Biancolino dall’altro capo del telefono. B.: “Cancellotti si tu?” Il difensore attacca il telefono di scatto. R.: “E’ contento? Vede mi ha rovinato tutto, Accento svedese seeeee!” T’è toccata pure sta brutta partita. Voto 5,5.
Cagnano: Si sente uno strano cigolio negli ingranaggi dell’atleta. La ruggine copre ancora i ruggenti muscoli del neoacquisto dell’Avellino. Peccato, perché il piglio da terzino di serie C ruvido ed essenziale c’è, bisogna un po’ oliare gli strumenti. Metti la cera. Togli la cera. Voto 5,5.
Rigione: Indolènte agg. Nell’uso comune è tipico di persona che non reagisce o reagisce lentamente agli stimoli esterni, quindi apatico, pigro, fiacco nei movimenti e nell’operare. Soprattutto quando il tuo unico compito è marcare gli attaccanti sulle palle alte. Una cosa devi fa! Voto 5.
Enrici: E’ il giorno del ricevimento con i genitori a scuola. Mamma Enrici è curiosa di sapere l’andamento di suo figlio.“Vostro figlio studia, ha buoni voti in tutte le verifiche, è educato con gli allenatori ed è integrato nel gruppo squadra. Ecco, è la classe che non va. Si distraggono troppo spesso e litigano in continuazione con i calciatori delle altre sezioni. Vostro figlio però è bravo”. Che gli vuoi di. Voto 6,5.
Palumbo: Prima partita da titolare per il play dell’Avellino. Il ragazzo ha fatto le scuole alte. Si vede. Ha personalità. Domina il centrocampo, verticalizza ogni volta che può e cerca spesso laporta. La luce nel buio di questa partita opaca. Quella luce viene dal Nord estremo. E’ una banda luminosa che assume un’ampia gamma di forme e colori. Martin Njøten Palumbo, nato a Bergen,Norvegia, il 5 marzo 2002. Voto 7.
Armellino: “….tutto sta diventando più veloce, si sta muovendo più veloce adesso, sta sfuggendo di mano…io ho lo spirito, ma ho perso l’emozione, ho perso l’emozione, ho perso l’emozione”. Il testo di Disorder dei Joy Division calza a pennello sulla lenta agonia di una carriera di un calciatore che fu. Voto 4,5.
Sounas: T’immagino tra 20 anni. Quella barba sarà brizzolata. T’immagino in una partita sulla spiaggia con i tuoi figli o nipoti adolescenti. T’immagino con quegli stessi movimenti precisi e spiazzanti. Dribblerai avversari e lancerai palle mirate sui piedi di attaccanti in corsa. Quel tocco illumina sia quando vinci e sia quando perdi allo Zaccheria di Foggia in uno strano pomeriggio invernale. Il tuo tocco è di un’altra categoria. Quel tocco è per sempre! Voto 6,5.
Russo: “L’archeologia si dedica alla ricerca dei fatti. Non della verità. Se vi interessa la verità, l’aula di filosofia del professor Sounas è in fondo al corridoio”. Indiana Jones nell’ultima crociata parla proprio di Russo. Il nostro trequartista corre più che mai, attaccando e perfino in aggiunta in copertura. Anche quando è chiamato a fare il 5° di centrocampo. Non ho visto una grande prestazione, ma non esistono verità quando la maglia in campo la sudi. Voto 6.
Patierno: Il maschio alfa è in genere il lupo più grande e più forte all’interno del branco. A volte può essere semplicemente il più dominante, ma non necessariamente il più grande. Il lupo alfa è il decisore. Decide dove va il branco e cosa fa. È anche sua la responsabilità di garantire la sicurezza del gruppo. È il capo delle cacce e dell’approvvigionamento di cibo. Stasera il branco è ferito ed affamato. Attende il tuo ululato. Mercoledì è luna piena. Voto 5.
Lescano: Chi? Ma va, ma non ha giocato Lescano oggi! Bah se c’era, io non l’ho visto. Voto 4.
I subentrati dell’Avellino:
Tribuzzi: Ma perché? Ma perché? L’hai urlato mille volte uscendo dal campo dopo l’espulsione. Why always me? Voto 5.
Panico: Come al solito non si risparmia mai. Panico corre, corre sempre su un filo di un rasoio che separa una prestazione buona da una mediocre, come quella di oggi. Voto 5,5.
D’Ausilio: La forma è ancora lontana. Entra, prova qualche giocata, ma non incide. Voto 5,5.
Rocca: Quella voglia grida vendetta. Quella voglia è quantità a centrocampo, indispensabile in una partita come quella di oggi. Fate giocare il soldato Rocca. Voto 6.
Zuberek: Qualche spallata e tanta grinta, ma di calcio giocato ancora non pervenuto. Voto S.V.
(Foto: Depositphotos)