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Atalanta, dove inizia e finisce il talento

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Da sempre l’Atalanta è famosa per il suo settore giovanile estremamente competente, fucina di talenti che hanno fatto la storia recente del calcio italiano, basti pensare a gente come Montolivo, Pazzini, Locatelli, Consigli, Scalvini, Carnesecchi e tanti altri.

Negli ultimi anni però la Dea ha fatto un importante upgrade che l’ha portata ad essere una delle squadre più importanti del calcio nostrano e non solo.

La società è cresciuta esponenzialmente grazie alla competenza e alla pazienza del presidente Percassi, dello staff tecnico guidato da Tony D’Amico, imponendosi anche in Europa e dal grandissimo lavoro fatto dall’allenatore Gian Piero Gasperini.

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L’ascesa bergamasca nel calcio che conta si è concretizzata con la splendida vittoria dell’Europa League della scorsa stagione contro l’imbattibile Bayer Leverkusen di Xabi Alonso.

Ma nel corso della storia recente dell’Atalanta molti sono i calciatori che sembravano avere un radioso futuro davanti a se, per poi spegnersi una volta andati via dalla compagine beragamasca.

In questo articolo citeremo alcuni di questi, ripercorrendone la storia e la carriera, mettendo in risalto come lasciare l’Atalanta e i suoi metodi di allenamento e di preparazione atletica abbiano in qualche modo frenato la loro carriera.

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Robin Gosens

Corre il nefasto anno del Covid, il campionato riprende in modo lento e senza tifosi, il calcio non è più calcio. I tifosi chiusi in casa, fanno di necessità virtù e cercano di adattarsi alla situazione.

Alla ripresa del campionato a farla da padrona è la Juventus di Maurizio Sarri ma è un’altra squadra ad impressionare gli addetti ai lavori, l’Atalanta di Gian Piero Gasperini.

Un calciatore in particolare si mette in mostra in quella stagione ed è il tedesco Robin Gosens. Laterale sinistro tedesco arrivato in Italia nel 2017, trova la sua consacrazione in maglia Atalanta nelle stagioni immediatamente successive al Covid, tanto da segnare ben 11 reti nella stagione 20/21.

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Tutti impazziscono per lui, Bayern Monaco e Inter si sfidano per averlo, ma a spuntarla è l’Inter di Antonio Conte che versa nelle casse della Dea ben 25 milioni di euro per averlo.

Arrivato nel gennaio 2022 all’Inter dopo un iniziale periodo di adattamento il tedesco non rende, e le domande intorno al suo rendimento all’Atalanta sono molte, tanto da convincere la squadra neroazzurra a cederlo nella stagione successiva al neopromosso in Bundesliga Union Berlino.

Anche in Germania non riesce ad incidere, irriconoscibile rispetto alle straordinarie gesta di Bergamo e dopo nemmeno un anno fa ritorno in Italia alla Fiorentina dove, tra fortune alterne, cerca di ritrovare se stesso sotto la guida di Raffaele Palladino.

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Hans Hateboer

Arrivato nel 2017 a Bergamo l’olandese Hans Hateboer ha stupito tutti non tanto per il numero di gol fatto nei suoi sette anni in maglia Atalanta, ma per la splendida condizione fisica mostrata in alcune stagioni e per la costante pericolosità dei suoi inserimenti.

Dopo sette anni in maglia neroazzurra conclusisi con la vittoria dell’Europa League la scorsa stagione, l’esterno olandese ha lasciato la Dea per trasferirsi in Francia al Rennes.

La sua avventura in neroazzurro ha trovato l’apice delle prestazioni durante la stagione 19/20 dove tra Champions League e campionato ha collezionato 41 presenze condite da sei assist e due gol.

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Numeri non esaltanti di certo, ma la sua essenzialità in quella squadra faceva si che quando c’era da decidere l’MVP delle partite della sua Atalanta lui era sempre presente.

Ora è al Rennes dove letta con la sua squadra per non retrocedere.

Merih Demiral

Merih Demiral è stato uno dei difensori più in forma degli ultimi anni per l’Atalanta,  la sua stagione migliore in maglia nerazzurra è sicuramente quella del 2022-2023. Acquistato dalla Juventus per 25 milioni di euro arriva a Bergamo per sostituire il partente Romero.
Durante quest’annata, il centrale turco ha dimostrato tutto il suo valore, sia in difesa che in fase offensiva, consolidandosi come un pilastro della retroguardia

Arrivato nell’estate del 2021, dopo un periodo di ambientamento e alcune buone prestazioni. Tuttavia, è nella stagione successiva che il difensore turco esplode definitivamente, nella stagione 22/23.

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Oltre alle presenze, i numeri difensivi sono impressionanti: Demiral ha registrato oltre 150 contrasti vinti, oltre a 100 intercetti , oltre 3 recuperi palla a partita.

Dopo l’exploit e uno sfiorato passaggio al Napoli rimasto orfano di Koulibaly, l’algerino si trasferirà in Arabia Saudita dove proseguirà la sua carriera nell’anonimato d’orato del campionato arabo.

Alejandro Gomez

L’esperto attaccante argentino portato in Italia da Pietro Lo Monaco al Catania, è stato uno dei protagonisti della storia recente dell’Atalanta. Simbolo della rinascita della squadra lombarda, guidando la Dea da capitano fino alla qualificazione in Champions League.

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Nel 2017, un seguito della partenza di Guglielmo Stendardo, Gomez diventa capitano indiscusso della squadra.

Durante le stagioni successive, Gómez continua a regalare emozioni. È il cuore pulsante del gioco atalantino, sempre al centro delle azioni offensive della squadra, capace di segnare gol bellissimi e di servire assist precisi, ma anche di indossare il ruolo di leader dentro e fuori dal campo. Nel 2018-2019 , tra Campionato e Champions League terminerà la stagione con 9 gol e 12 assist.

La stagione 2019-2020 è probabilmente la più grande in assoluto per Gómez tra le fila dell’Atalanta. La squadra di Gasperini, grazie anche alle giocate del capitano, si consacra come una delle migliori realtà europee.

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L’Atalanta gioca un calcio spettacolare, offensivo e veloce, e il Papu è il punto di riferimento per tutto il reparto avanzato. In quella stagione, il capitano nerazzurro realizza 7 gol e 16 assist tra Campionato e Champions League.

Nel corso della stagione 2020-2021, la posizione di Gómez nel sistema di gioco di Gasperini iniziò a essere messa in discussione. Gasperini prediligeva un gioco molto dinamico e offensivo, ma a volte, le scelte tattiche e la gestione della squadra sembravano non essere condivise completamente dal capitano.

In particolare, il Papu non veniva più schierato con la stessa frequenza e nella posizione che preferiva. Nonostante il suo enorme contributo negli anni precedenti, il ruolo che gli venne assegnato nella squadra sembrava non essere più compatibile con le sue aspettative.

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Dopo l’addio all’Atalanta ha militato nel Siviglia dove ha collezionato sessantasei presenze con appena nove reti all’attivo, per poi concludere la sua carriera al Monza dove ha visto il campo soltanto due volte per poi essere squalificato per doping.

(Foto DepostiPhotos)

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