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ANGOLO JUVENTUS – C’eravamo tanto amati

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Una pec di diffida a firma dei propri avvocati per chiedere il reintegro in squadra. A cui, data la risposta negativa data dalla Juventus al suo tesserato Leonardo Bonucci, dovrebbe seguire un contenzioso giudiziario. Il giocatore, assieme ai suoi legali, vuole ricorrere all’arbitrato generale del CONI per difendersi dai presunti atteggiamenti vessatori assunti dalla società bianconera nei suoi confronti. Dall’inizio del ritiro è stato escluso dagli allenamenti assieme ai suoi compagni: può accedere al Centro sportivo della Continassa solo per due ore al giorno. In orari differenti rispetto al resto del gruppo, quindi in assoluta solitudine. Questa emarginazione è, secondo i suoi difensori, ingiusta e, quindi, in violazione dell’art. 7 dell’accordo collettivo tra calciatori e Figc. Che stabilisce il diritto dell’atleta a potersi comunque allenare in maniera idonea in ogni caso quando è sotto contratto. Il team legale della Juventus ribatte che al giocatore, preavvertito per tempo di non rientrare più nei programmi della società, è consentito di potersi esercitare in maniera adeguata, senza alcuna ripercussione sul suo stato di forma. Niente di più gli è dovuto. L’intera vicenda ricorda quanto avviene spesso a seguito di una separazione tra coniugi: accuse reciproche di comportamenti dannosi, recriminazioni incrociate di inadempienze varie, condotte ispirate esclusivamente dal rancore verso l’ex compagno/a. C’eravamo tanto amati.

Non un leader, tantomeno un simbolo

In verità, quella tra Bonucci e la Juventus non è stata la storia di un amore travolgente. Lui ha sempre avuto ambizioni da leader (cfr. http://ANGOLO JUVENTUS – Il potere logora chi non ce l’ha) ma gli altri giocatori non l’hanno mai riconosciuto come tale. Per questo motivo la dirigenza non l’ha mai ritenuto un simbolo, pur apprezzando in giusta misura la sua sbandierata adesione alla causa. Il rapporto tra le parti si è trascinato, come avviene spesso nella quotidianità di svariate coppie, tra periodi di alti e bassi. E qualche inevitabile sbandata, come il tradimento consumato da Bonucci con il passaggio al Milan. Nemmeno l’immediato rientro alla casa madre dopo neanche un anno ha cancellato questa indelebile macchia dal suo curriculum bianconero. La consegna della fascia dopo il ritiro di Giorgio Chiellini è apparsa più come un atto dovuto per anzianità di servizio che effettivo riconoscimento della sua leadership. Subito, peraltro, abortita con un frequente confinamento in panchina durante lo scorso campionato. Che è stato il preludio alla richiesta di congedarsi comunicatagli dal nuovo dirigente Giuntoli al momento del raduno. Per la Juventus è stato l’equivalente della lettera di separazione recapitata dalla moglie al marito. C’eravamo tanto amati.

Sogno azzurro

Le numerose esclusioni dall’undici titolare bianconero gli stavano anche per costare il posto in Nazionale. Solo l’ultima partita di campionato giocata per intero gli ha consentito di prendere parte alla trasferta azzurra in Olanda dello scorso 15 Giugno. In quell’occasione, l’allora C. t. Mancini gli aveva spiegato che, per poter coltivare il sogno di guidare la Nazionale da capitano all’Europeo del prossimo anno, avrebbe dovuto per forza essere titolare in un top club italiano o europeo. Da scartarsi, quindi, qualsiasi offerta, per quanto ricca possa essere, dall’ambiziosa Lega calcistica saudita. Bonucci ha provato, invano, ad offrirsi alla Lazio o alla Fiorentina per rimanere in patria e non allontanarsi troppo dalla famiglia. Entrambi i club interpellati non sono interessati al suo profilo. L’offerta dell’Union Berlino, club tedesco presente anche in Champion’s League, non lo tenta per motivi di distanza. A questo punto, l’unica opzione rimasta era quella di recuperare il suo posto alla Juventus. L’azione legale paventata sembra un tentativo (maldestro?) di forzare la mano alla società, dato che pare che il giocatore non sembra interessato, in caso di vittoria, ad avere un risarcimento quanto al solo reintegro. Nel caso avvenisse, dato l’avvenuto e ormai insanabile deterioramento dei rapporti tra le parti, sarebbe solo l’inizio di una convivenza da separati in casa. C’eravamo tanto amati.

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Ultima stagione

La carta d’identità non lascia scampo, lo stesso Bonucci ha dichiarato che quella che sta per iniziare sarà la sua ultima stagione agonistica prima del ritiro. Resta da stabilire come e dove voglia affrontarla. Anche se riuscisse a rientrare come effettivo nella rosa bianconera la posizione dell’allenatore nei suoi confronti non cambierebbe. Allegri ha già chiarito che nei suoi piani posto per lui non ce n’è: solo nel caso di una epidemia che invalidi tutti i difensori a sua disposizione potrebbe richiamarlo in servizio. Deve ridursi a sperare in una situazione di assoluta emergenza pur di giocare? E per quante volte? In ogni caso sarebbero troppo poche per aspirare a guadagnarsi una maglia. Che sia bianconera o azzurra. Situazione triste, tipica di uno che vive dei ricordi di un passato felice assieme alla propria donna e le tenta tutte pur di farlo ritornare. C’eravamo tanto amati.

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