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Benevento: Vigorito rompe il silenzio, ecco le sue dichiarazioni

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Il Presidente del Benevento Oreste Vigorito rompe il silenzio e lo fa attraverso un messaggio in diretta su ottopagine.

Queste le sue dichiarazioni: “Mi sembra di essere tornato indietro. Nei miei primi anni di presidente ho avuto l’abitudine di saltare gli incontri con la stampa perché mi faceva piacere parlare con la gente. Dai discorsi fatti con la gente traevo la linfa e la ragione con la quale sono a Benevento. Una ragione che si è ripetuta. Mi piace socchiudere gli occhi e ricordare ciò che ho visto in televisione qualche giorno fa. Ciò che ho visto non ha fatto diventare importante Oreste Vigorito, ma l’ha reso solo felice. Ho rivisto visi con entusiasmo che ti invitano a non fargli venire meno quella cosa rotonda che dà gioia e dispiacere. Mi sono emozionato. E’ arrivato come un fulmine a ciel sereno. Varrebe la pena dare le dimissioni ogni giorno per vedere la gente così raccolta, superando quel sentimento di apatia che c’è stato per un anno intero.

Il disinteresse della gente mi stava portando ad andare via. Questo non è dovuto a un incasso mancante, ma è la necessità di stima e di affetto che non pretendi ma che ti aspetti. Poi arriva qualcuno che in virtù di non so quale diritto di libertà di opinione, non solo esprime il proprio dissenso ma emette anche la sentenza: vattene. Questa non è opinione. Opinione significa esprimere con grande trasparenza ciò che si pensa, per poi ascoltare gli altri. Altrimenti non siamo di fronte a un’opinione, ma c’è una caccia alle Streghe. Questa non è stata la causa della mia decisione di pensare di lasciare il Benevento Calcio.

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Perché l’ho fatto? E’ qualche anno che, complice qualche delusione e la disaffezione della tifoseria, ho cominciato a pensare di essere uno in più. Uno diverso dall’altro che porta il pallone. Non è questo che voglio portare a Benevento. Il pallone è sempre stato un mezzo per arrivare al cuore della gente. Questo è stato il mio approccio con il calcio e questo resterà. Prima che questo mio modo di viverlo menca sciupato da indifferenza e stanchezza, preferivo e preferisco andare via con i ricordi degli anni trascorsi. La musica del Gladiatore, i fischi del Como, gli applausi per la promozione in serie A. Sono emozioni che nessuno potrà cancellare, né un becero messaggio e né una critica.

Questo si accompagna a una estraneità della città. A Mastella va il mio ringraziamento per la cordialità della discussione, pur criticando gli atteggiamenti reciproci. Abbiamo affrontato alcuni problemi, come questa convezione che ha bisogno di essere sollecitata continuamente mentre scorre l’orologio dell’iscrizione. Abbiamo parlato delle opere che il Comune deve farsi carico, come gli interventi di straordinaria manutenzione che già quest’anno hanno portato alla riduzione degli spettatori. Ciò che è dispiaciuto è che tutto questo avveniva senza nemmeno una comunicazione ufficiale, come se io avessi il dovere di fare il presidente e gli altri avessero il diritto di farmi aspettare ogni volta c’era una necessità.

Dobbiamo riprendere le vecchie abitudini. Quelle di vedere le partite d’allenamento: almeno una volta alla settimana ci sarà una seduta a porte aperte. Vorrei che la gente tornasse allo stadio. La crisi ha tagliato le gambe a molti. In questi giorni verrà aperta una campagna abbonamenti, i tifosi avranno una sorpresa sui prezzi. E’ il mio impegno, ciò che chiedo a loro di dipingere ancora una volta il Vigorito di giallorosso.

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Ci aspetta un anno difficile. Il Benevento è la squadra che ha meno presenze in serie B. Sono arrivati squadroni dalla serie A: Genoa, Cagliari, Venezia. Sono salite squadre come il Bari e forse il Palermo. Ci sarà qualche sorpresa che potrebbe ripetersi. Parliamo di squadra la cui composizione societaria è formata da fondi sovrani, ovvero che godono al ricchezza di miliardi di euro. Perché c’è questo trasferimento di finanze del mondo nel calcio italiano è ignoto a tutti, ma questo non è facile per presidenti come me che ormai sono merce rara.

Insieme possiamo fare ancora molto. Insieme possiamo ancora gioire e insieme Vigorito può fare il presidente del Benevento Calcio. Insieme non è nel post partita, ma durante il campionato e durante la partita. Non ho mai rifiutato la democrazia e il confronto. Forse mi si chiedono le cose nel modo sbagliato, forse si pretendono da me le risposte calcistiche mentre sono impegnato in Confindustria. Se devo essere tacciato per un presidente che non ama stare in mezzo alla folla, allora gli ultimi 16 anni non sono serviti a niente.

La Curva Sud è stato uno spettacolo, tutto lo stadio dovrebbe chiamarsi Curva Sud. Quella gente avrà sempre Vigorito.

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Qualcuno conta gli anni, non ho nessuna voglia di andarmene in pensione. Voglio fare ancora il presidente a una condizione: insieme a voi. Da solo posso fare molte cose, non ho bisogno di venire al Ciro Vigorito vuoto per ricordare mio fratello. Lo ricordo perché mi sono comprato un’emozione. Se finisce l’emozione, allora finirà il Benevento per Vigorito. Nella vita bisogna dare valore alle cose e do tanto valore all’affetto umano.

 

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Farò una campagna abbonamenti degna delle tasche di tutte. Aiuteremo chi ha bisogno di essere aiutato. Su questa base costruiremo una squadra dignitosa e che suderà la maglia. Un calciatore che si trasforma in un uomo solo per i soldi non è più un calciatore, ma una cosa diversa. Questi non li amo. Ringrazio tutti per la pazienza. Faccio gli auguri a tutti, sarà un campionato insieme: ci vorrà la fila per entrare. Sarà un ritorno al passato. Ascoltate l’uomo che lavora col vento e il futuro tornerà un’altra volta.

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