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Fiorentina: 365 giorni in cui la musica è cambiata

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Tempo di lettura: 4 minuti

Dal 17 gennaio 2021 al 17 gennaio 2022. 365 giorni fatti di montagne russe: i pericoli scampati, le retromarce, i colpi di scena. Anzitutto la rinascita, verrebbe però da dire. La crescita esponenziale della Fiorentina porta un nome e cognome – per non dire anche codice fiscale e indirizzo di casa – : quel Vincenzo Italiano, arrivato un po’ per caso e non da prima scelta. Perché su quella panchina doveva sedersi – o meglio, si è seduto – Gennaro Gattuso, altro uomo all’epoca alla ricerca di riscatto. Evidentemente le parti erano fatte di pasta diversa, soprattutto sul tavolo di poker del mercato, seppur con analogo mordente.

Le richieste di chi si è realmente seduto sulla panchina Viola non sono state invece così conclamate. La dirigenza ha fatto il mercato che riteneva opportuno – comunque importante – e, soprattutto, ha tenuto bada le sirene di mercato su Dusan Vlahovic (il discorso relativo alla gestione del suo contratto è un altro paio di maniche, ovviamente).

Sul serbo gravita l’intero attacco, ma la vera forza di questa Fiorentina è il collettivo. Un gruppo capace di fare il proprio gioco ovunque e con chiunque, che ne fa cinque a Napoli – in un match che più rocambolesco non si può, ma restano comunque cinque gol (!) – e che ne fa sei nel match successivo contro il Genoa. Per dare ulteriore credito al lavoro del tecnico Italiano, forse è opportuno ripartire dal 17 gennaio di un anno fa.

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DALLE STALLE…

La scorsa stagione della Viola fu tutt’altro che esaltante, così come dimostrato dai quaranta punti ottenuti alla fine della fiera con un margine di appena sette punti dal retrocesso Benevento. La lotta per la salvezza era divenuta ormai una sciagurata prassi dalle parti dell’Arno, complice anche una gestione della panchina da parte della società forse non ottimale.

Il fondo viene sicuramente toccato nel 6-0 pesante incassato al Diego Armando Maradona contro il Napoli. Una partita messa subito in ghiaccio nel primo tempo e una sempre più convinta consapevolezza che serviva un brio diverso per cambiare la musica in quel di Firenze.

Perché effettivamente un piazzamento anche solo per una Conference League lontano anni luce e una rincorsa alla salvezza fino alle ultime giornate non sono forse l’habitat naturale di una piazza come quella Viola. E il doppio passaggio di consegne tra Iachini e Prandelli – al di là delle motivazioni extra campo – sono forse la fotografia degli ultimi anni, escluso l’ultimo, caratterizzati da delusioni piuttosto che soddisfazioni.

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… ALLE STELLE

Un anno dopo la musica è completamente diversa. Non solo la rivincita contro il Napoli in Coppa Italia, ma anche un 6-0 rifilato al Genoa, esattamente 365 giorni dopo la disfatta contro gli azzurri nella scorsa stagione. Quasi un segno del destino che approva con fermezza il nuovo corso in cui la Fiorentina si sta sempre più entusiasticamente avventurando.

Adesso la squadra non può più nascondersi: c’è l’ambizione europea e la voglia di continuare a stupire e a migliorarsi, così come palesato dagli ultimi acquisti di Ikoné e Piatek. Uscirà un certo Vlahovic, attaccante che molto probabilmente farà parlare di sé per tanti anni, ma almeno i fatti dimostrano che la Fiorentina vuole mantenersi competitiva in ogni caso.

Complice anche lo straordinario lavoro di Vincenzo Italiano: la sua stoffa non era sconosciuta visto il suo passato, ma non era per niente scontato l’impatto con una delle grandi squadre del nostro calcio. Il tecnico è riuscito subito a dare una veste tattica credibile e più di tutto efficace, esaltando le caratteristiche dei singoli e aumentando il valore globale della rosa.

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Niente male per chi è salito in sella come un ‘ripiego’, senza nulla togliere alla scelta iniziale di cui non si avranno mai delle controprove sufficienti per avvalorare una tesi piuttosto che un’altra. È solo un’altra storia… Italiano”parafrasando un tormentone di qualche estate fa – a proposito di musica cambiata. Con la speranza da parte di Rocco Commisso e dei tifosi Viola che questo possa essere soltanto l’inizio di una storia con tutt’altro copione e tutt’altro risultato.

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