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Splendori e miserie di Igli Tare

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Tempo di lettura: 4 minuti

È pensiero comune, sui media e non solo, che Igli Tare, Ds della Lazio, sia uno dei migliori in circolazione. I suoi colpi più importanti balzano agli occhi cosi come le plusvalenze garantite alla società biancoceleste. Ma guardare le cose  superficialmente fa emergere, come sempre, solo il buono tenendo più nascoste magagne e brutture. Per capire meglio bisogna analizzare e vedere anche gli sprechi, gli errori e solo allora si potrà capire l’esatta grandezza del direttore sportivo albanese.

La scoperta di Lotito

Nel 2008 un visionario Claudio Lotito gli propone di appendere gli scarpini al chiodo ed iniziare la sua avventura all’interno della dirigenza laziale. Prima come coordinatore dell’area tecnica poi il grande salto come direttore sportivo. Dopo il conseguimento dell’abilitazione a svolgere il ruolo inizia la sua avventura nel mare magnum del calciomercato della Lazio.

Il suo parlare 6 lingue e l’aver giocato in Italia e in Germania gli facilita non poco il suo inserimento nel mondo degli affari pallonari. Igli ha giocato in Nazionale per molti anni e nel suo paese è grande la sua influenza tanto da costituire con l’Albania, suo paese natio, un asse privilegiato nelle trattative di mercato.

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Gli Splendori

Nel tracciare un resoconto della sua attività ci sono alcuni nomi che balzano agli occhi per lo spropositato aumento di valore, altri per il rendimento altissimo avuto a discapito della cifra relativamente bassa pagata per il cartellino.

Personalmente ritengo l’acquisto di Ciro Immobile a soli 8,5 milioni di euro dal Siviglia un capolavoro in rapporto alla quantità enorme di gol che sta assicurando il centravanti laziale. Forse solo Miroslav Klose, a parametro zero, ha avuto un impatto simile. Nel caso del panzer tedesco l’operazione non fu solo sul piano squisitamente tecnico ma andò a toccare settori che beneficiarono molto del suo arrivo. A livello di immagine soprattutto con Miro che batterà il record di giocatore più prolifico della storia dei mondiali mentre il suo club di appartenenza è la Lazio.

In ordine sparso sono medaglie sul petto di Tare anche Stefan De Vrij, Candreva, Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Acerbi, Biglia, Felipe Anderson, Hernanes, Correa, Biava, Dias, Luiz Felipe, Parolo, Basta, Gonzalez, Onazi, Strakosha, Reina, Lucas Leiva. Alcuni hanno garantito plusvalenze importanti, altri un rendimento altissimo che tuttora garantiscono alla causa.

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Le miserie

Non staremo qui a sottolineare tutti gli acquisti sbagliati in questi anni laziali perché non si possono ritenre errori veri e propri alcune scommesse effettuate nel tempo. Ad esempio un Djorjevic o un Ederson presi a zero non potranno avere la stessa incidenza negativa di Wallace pagato 8 milioni. È chiaro che i giudizi che Tare diede su alcuni acqusiti (Perea-Nuovo Cavani, Novaretti da Manchester City) hanno dato l’impressione che il direttore si sentisse spesso un infallibile scopritore di talenti nascosti ai più. Ma fino a quando le scommesse pagate pochi spicci non si vincono pazienza, è il gioco del mercato, non sempre le ciambelle riescono con il buco. Il problema si pone e si ingigantisce quando le cifre pagate aumentano e il ritorno, tecnico o economico che sia, non si vedrà mai.

Cissé, Wallace, Durmisi, Berisha, Vavro e Muriqi ( su cui tutti i tifosi sperano di ricredersi) sono un macigno sui conti di una società che fa dell’auto finanziamento il suo dogma. Non si possono paragonare a Kakuta (Parametro 0), Postiga (0), Braafheid (0), Gentiletti, Pererinha, Escalante, Musacchio o Saha. Meteore  anche loro certo ma senza buttare via soldi preziosi se non per ingaggi spesso non altissimi.

Dopo tanti anni inolte cambiare zone di mercato forse non sarebbe male. Il campionato belga, quello turco, francese o olandese, sono battuti molto da Tare che ha contatti e amici soprattutto su queste rotte. Se il Ds si aprisse ad altre vie si potrebbero allargare i confini di un mercato che è sempre in evoluzione.

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Il futuro

Sapendo di  poter sbagliare possiamo azzardare la previsione che Lazio si stia costruendo in casa l’erede. Alessandro Matri da qualche mese fa parte della dirigenza laziale, sta studiando da vicino l’amico Igli. I contatti con il mondo del calcio che conta non gli mancano e potrebbe essere l’ennesima scommessa di Lotito.

Certo è che questa incertezza non aiuta e sarebbe il caso di mettersi a tavolino per decidere il futuro del duo che comanda l’aspetto tecnico laziale da anni. Fonti quaificate da Formello ci dicono che il suo potere tecnico è enorme, alcuni giocatori proposti alla società non arrivano neanche ad Inzaghi se a lui non piacciono. Qualcosa però è cambiato nel rapporto con Lotito, certamente Igli ha meno potere sul settore giovanile che con l’arrivo di Bianchessi ha iniziato una rivoluzione partendo dalle fondamente.

Inzaghi e Tare insieme hanno costruito le fortune della Lazio ma senza rinnovarsi il rischio del logoramento c’è. O si apre un nuovo progetto tecnico di lungo respiro con loro oppure sarà meglio salutarsi, con il sorriso sulle labbra prima che qualche evento negativo spezzi un idillio bello e vincente.

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Nel calcio tutto passa, la Lazio invece resta ed è l’unica cosa che conta per i tifosi.

 

(Foto sslazio.it)

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