I nostri Social

Approfondimenti

SENZA FRENI – Juventus – Napoli: ‘è finito il teatrino?’

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 3 minuti
Sulla questione relativa alla mancata disputa di Juventus – Napoli ormai è stato detto di tutto. E mentre anche il giudice sportivo – che sta cercando di capirci qualcosa – ha rimandato la decisione, avvocati, dirigenti Asl, dirigenti del mondo del calcio, giornalisti, il presidente Agnelli, insomma, ognuno, in base al proprio interesse, rilascia dichiarazioni nell’intento di portare acqua al proprio mulino.
Perché, come spesso accade in Italia, svestire la maglia da tifoso risulta una missione impossibile e giudicare la cosa con distacco appare impresa ardua.
Da molto la rubrica SENZA FRENI era in pausa, ma quale occasione migliore per ripartire?
Negli ultimi giorni si viaggia a colpi di interviste e di dichiarazioni, volte spesso a provare l’ebbrezza della ribalta mediatica, in una gara dove la vittoria finale non prevede premi. E senza rendersi conto che un vero vincitore non ci sarà, in questa ‘battaglia’ che vede il Napoli e l’Asl da un lato e la Juventus e il mondo del calcio dall’altro. Uno scontro dove hanno tutti ragione e tutti torto.
La Juventus si è attenuta al protocollo del CTS e alla regola diramata dalla Lega, che ha seguito il modello della Uefa e che prevede di giocare almeno che non ci siano più di dieci positivi. Il Napoli, al momento del match e tutt’ora, ne ha soltanto due. Di conseguenza, per il mondo del calcio, il match si doveva e si poteva disputare regolarmente.
Il Napoli, invece, dal canto suo, si è attenuto ad un ordine arrivato da un ente superiore rispetto al governo calcistico (come per stessa ammissione del Ministro dello Sport Spadafora), bloccando la partenza per Torino che avrebbe potuto avere conseguenze penali.

IL BUON SENSO, QUELLO SCONOSCIUTO

Non sta a chi scrive giudicare chi abbia torto o ragione: a quello penseranno i giudici. Una certezza, però, c’è: con un pò di buon senso si sarebbe evitata una figura pessima a livello mondiale. La Lega, che era a conoscenza della situazione, ha dormito beatamente fino a ridosso del match, quando ormai era troppo tardi. Si poteva semplicemente posticipare o rinviare la partita, come richiesto dal Napoli, evitando tutto questo caos. Si è preferito, invece, fare muro, trincerandosi ognuno dietro la sua posizione e senza valutare le conseguenze che tutto ciò avrebbe potuto generare.

IL MUTO ED IL BALBUZIENTE 

Il Napoli è la società che fa un tweet per la scomparsa di un cane, attacca i giornalisti per aver riportato voci di mercato privo di fondamento, oppure che si limita a smentire una pagina Facebook sulla presunta positività di Gattuso. E che invece, nella situazioni di rilievo, dove tutti vorrebbero ascoltare o leggere il pensiero della società, si trincera in un silenzio snervante e senza senso.

Il club azzurro, dopo la PEC inviata da De Laurentiis alla Lega, dove si chiedeva il rinvio del match, è scomparso. Assumendo un atteggiamento MUTO sulla vicenda e dimostrando ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la totale capacità comunicativa del club. E non venite a dirmi che il club si farà sentire nelle sedi opportune, perchè nel 2020 la comunicazione è alla base anche di una eventuale linea difensiva.

La Juventus, dal canto suo, prima ha dimostrato tutta la sua ilarità social, se cosi vogliamo definirla, e poi ha deciso di parlare ai microfoni di Sky tramite la figura di maggiore spessore del club bianconero: il presidente Andrea Agnelli.

Pubblicità

Una sceneggiata senza precedenti, una dichiarazione intrisa di luoghi comuni, di frasi fatte e attacchi, e anche di incertezze e leggera balbuzie quando si è trattato di rispondere alle domande da studio.

MORALE DELLA FAVOLA

Dal punto di vista giuridico, la situazione appare chiara, ma in realtà sappiamo bene sia più complessa di quanto si possa immaginare.

Sta di fatto che il mondo ha visto uno stadio vuoto con 20 spettatori sugli spalti a gustarsi una partita fantasma. A cui sono seguiti silenzio, da una parte, e un’intervista discutibile dall’altra.

Pubblicità

Tutto questo si poteva evitare ma, ancora una volta, ognuno ha pensato ai propri interessi e non al calcio, che rischia seriamente il collasso.

in evidenza