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TUTTI IN REPARTO – Senza addurre scuse

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Vi sarete tutti accorti che Lorenzo Insigne, dopo solo 20′ di gioco contro il Genoa, e durante un “banalissimo” scatto, si è fermato. Braccio destro alzato a richiamare l’attenzione, mano sinistra dietro la coscia. 

Un Lorenzo così abbattuto per un infortunio forse lo avevamo visto solo quando, il 9 novembre 2014, contro la Fiorentina, aveva riportato la lesione del legamento crociato anteriore: infortunio che, come ormai noto, rappresenta uno degli incubi di ogni atleta e che quindi quasi ne giustifica il successivo meltdown emotivo.

Domenica, nel momento del crack e dopo la conseguente uscita dal campo, il capitano del Napoli si è lasciato andare a grandi smorfie, di dolore ma soprattutto di disappunto e di rabbia.

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Certo, va da sé che a nessun atleta fa piacere dover restare fermo ai box, anche per una semplice noia muscolare, ma Lorenzo è apparso preoccupato, e molto.

Recentemente, precisamente il 1 agosto, contro la Lazio, Insigne accusa un dolore (sì, proprio alla coscia sinistra) ed è costretto ad uscire dal campo. In quel frangente tutti i tifosi azzurri avevano in mente una sola cosa: la partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Barcellona, in programma esattamente una settimana dopo, e nella quale Lorenzo sarà in campo. Contro le previsioni perché, pur non trattandosi di un infortunio importante, si era ipotizzato uno stop sicuramente maggiore.

Allora il problema era all’adduttore lungo (muscolo posto sulla faccia interna della coscia), stavolta invece la lesione è al bicipite femorale (faccia posteriore).

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Non si tratta dunque dello stesso gruppo muscolare, ma ciò in realtà non è di per sé garanzia che tra i due eventi non possa esserci una correlazione.

E qui, giocoforza, bisogna aprire una piccola parentesi “tecnica”.

Lorenzo Insigne è, come noto, un esterno d’attacco, ma a piede invertito: ciò vuol dire che, pur essendo lui un destro naturale, viene impiegato sulla fascia sinistra, per permettergli di rientrare al centro e poter avere il campo (o la porta avversaria) davanti e disponibile per un calcio con l’interno del piede dominante.

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Nel fare ciò, il 10 della Nazionale Italiana sottopone il suo corpo a continui e repentini cambi di direzione, durante i quali la sua gamba destra è, paradossalmente, la meno impegnata, perché gioca la palla: la gamba sinistra, invece, deve sopportare la maggior parte dello stress meccanico, sia per sostenere il peso del corpo, sia per permettere al tronco ed al bacino di predisporsi alla giocata successiva.

Non si vuole criticare la scelta del suo impiego in quella sera estiva contro i blaugrana, anche perché si ragiona per ipotesi e senza la possibilità di valutare l’atleta in maniera completa ed efficace. Ma l’espressione corrucciata di Lorenzo la diceva lunga sul suo stato.

In conclusione, I tempi di recupero stimati, questa volta, possono arrivare fino ad un mese. Con la speranza che si conceda al giocatore tutto il tempo necessario per poter tornare al meglio.

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