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ANGOLO DEL TIFOSO ROMA – Dzeko prende il Toro per le corna (ed anche il Diavolo)

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Tempo di lettura: 5 minuti

Torino-Roma doveva essere match point e così è stato. I romanisti sanno bene che chiudere discorsi prima del tempo e relax non sono cose che la loro squadra vede di buon occhio. Noi dobbiamo macerarci fino all’ultimo e anche una partita contro una squadra, raramente come quest’anno, spenta, per di più senza obiettivo concreto, diventa un patema. Quando poi ho visto che Longo, soprannominato “Bem il mostro umano” per il suo colorito cinereo su base lampada a 1000 watt, lascia a sedere Sirigu e Belotti… beh… ho visto proprio il miele su un bel pezzo di pane avvelenato.

Nella Roma debutta la seconda maglia della nuova stagione, bella, col colletto e il lupo di Gratton, personalmente mi piace più della prima, troppi colori accesi, sembra un Solero, ma pare non piaccia solo a me, quindi taccio.

Il Toro parte deciso, di fisico e non sembra voler affrontare la scampagnata estiva, ma la prima vera occasione capita a Spinazzola che, solo davanti a Ujkani, prende il portiere con Dzeko solo in area.

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Minuto 14 l’incubo prende forma, quando il redivivo Zaza spalombella per Berenguer che supera un distratto Mancini, salta il portiere e fa 1 a 0. Neanche il tempo di arrabbiarmi e l’ormai solita bella coralità porta Mkhitaryan al tocco in area per Dzeko per il pareggio immediato. Selfie del bosniaco con Volk per il gol 106 e il 4 posto agganciato tra i marcatori giallorossi.

Pochi minuti e Spinazzola di nuovo costringe Ujkani all’angolo e Smalling fa le prove di volo (in attesa del purtroppo sempre più plausibile viaggio di ritorno per Manchester) e svetta più in alto di tutti per il ribaltone dell’1 a 2.

Il primo tempo continua tutto sommato placido, la Roma controlla benino, pur commettendo alcuni errori, ma il ritmo sonnacchioso del Torino aiuta. Uniche note il palo di Kolarov che raggiunge i 21 stagionali giallorossi, in questo la Roma ha stracciato gli avversari, e il mancato secondo giallo a Lyanco che ripensando all’andata, quando graziato fu Izzo, fa incavolare, ma magari è solo tradizione, come il camino a Natale.

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DIAWARA E PAU

La seconda frazione rimane placida anche se Dzeko prova a inserirsi spesso, ma non è fortunato. Al 66′ la svolta : il bosniaco prende palla a centrocampo, di fisico e classe entra in area e viene steso da Djidji, che si legge Gigi, ma non è il film con Audrey Hepburn, che comunque non sarebbe intervenuta tanto goffamente. Dal dischetto va…DIAWARA?! Fronte imperlata di sudore perchè se è vero che Veretout riposa, Kolarov e Dzeko ci danno garanzie maggiori, al limite Perez potrebbe avere le stimmate del rigorista. Ma tant’è, pare che proprio il serbo abbia investito il gambiano, che ripaga con un angolato preciso che Ujkani tocca ma non abbastanza. 1 a 3 e partita in ghiaccio direte…manco per niente, perchè passano neanche 5 minuti che un grave buco difensivo libera a destra Singo per il diagonale del 2 a 3, sul quale Pau Lopez ha evidenti colpe.

La partita si fa tesa, anche se solo per l’idea di una possibile beffa. Il Torino non incide più ed anzi è la Roma a cercare il 4 a 1 con insistenza ma poca lucidità. L’armeno, Zaniolo e Perez sprecano molto e l’arbitro Piccinini, nel recupero, annulla un gran gol di Dzeko da posizione angolatissima…ancora una volta 10 minuti di VAR per poi sbagliare la decisione.

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Quinto posto blindato e assalto del Milan disinnescato, giocare i preliminari sarebbe stato drammatico a livello fisico. Pau Lopez post lockdown non benissimo. Ieri errore grave sul 2 a 3, ma appare sempre svagato, dalla ripresa ha più volte messo in difficoltà i compagni con passaggi agghiaccianti, troppo incerto nelle uscite e va sottolineato che il nuovo modulo ha portato pochissime volte gli avversari al tiro, ma quelle poche sono quasi sempre diventate gol, da valutare.

Smalling torna pilastro, grande difensore, fa ridere che la scoperta Ibanez faccia dire ai trombettieri di corte come il brasiliano non renda indispensabile l’acquisto dell’inglese. Putroppo la richiesta dello United è ritenuta alta, anche se 20 milioni per un difensore della sua esperienza e coi prezzi di oggi, sono un prezzo più che congruo, ma vedremo.

Male invece Mancini, dopo il buco con la Fiorentina, appare svagato e al di là dell’errore sul vantaggio granata, si fa spesso saltare, in più prende una ammonizione stupidissima e salterà Juve-Roma, per quanto inutile sia.

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Diawara completamente recuperato fisicamente e con la testa dopo una ripresa di campionato “distratta” e l’idea del rigore, per quanto rischiosa, può rinvigorire il carattere del ragazzo. Bene Cristane, organizzato e anche aggressivo in fase di attacco. Buon contributo degli esterni, soprattutto Spinazzola, con Peres meno brillante ma mai dannoso. Sempre a fasi alterne Perez che dimostra ottima tecnica, ma c’è ancora da lavorare sul ragazzo.

Capitan Miki, razza superiore, pur non in una giornata straordinaria, fa apparire semplici le cose difficili come il pollo coi peperoni a Ferragosto e l’assist a Dzeko ne è la prova. ANcora bene Zaniolo, sempre in palla, ma un pò nervoso, fa un fallo stupidissimo e pericolo da amonizione…probabile che il “piattino” servito della sigaretta abbia influito su un ragazzo così giovane. Chissà perchè ho la sensazione che se vivesse a Torino, tutte queste “idiozie” non le sentiremo, spero di non saperlo mai.

IL POCO EGO DI DZEKO

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Dzeko che dire? 106 gol, ma ancora si critica, ancora se un Kalinic qualunque fa mezzo gol, sento dire “eh ma hai visto che è più bomber del bosniaco”. Sarà per la sua faccia buona, per il suo aspetto da pennellone bambascione, sarà che è un attaccante silenzioso. Ad esempio, allo strombazzante titolone su “Ronaldo è il primo giocatore ad aver segnato più di 50 gol in 3 dei 5 campionati maggiori“, lui è stato zitto e solo qualche tifoso si è permesso di ricordare, sottovoce, che questo record lo ha proprio il bosniaco, fatto a Napoli nel 2018, ma è chiaro che fa più eco Ronaldo di Dzeko, giustamente per carità, poi però i numeri sono numeri. Si parla di bosniaco blindato, la cosa sarebbe stata comunicata al suo agente e al di là che probabilmente il motivo è che non ci sono soldi per sostituirlo, qualora fosse vero io me lo tengo stretto e punto Amadei al terzo posto.

QUINTI CI STA

Roma quinta in attesa dell’Europa League e, al di là dei miei strali sarcastici, è la posizione che poteva raggiungere, magari stando più vicina al quarto posto, ma il livello è quello, semplicemente la Lazio ha sostituito il deludente Napoli di campionato. Personalmente sabato farei riposare i titolari in vista del Siviglia, ma magari Fonseca proverà qualcosa proprio come allenamento per la coppa, potrebbe essere una buona occasione per far giocare Villar titolare e valutarlo meglio.

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LA POVERA JUVE

Intanto mi secca che la Roma sia ospitata a Vinovo, anche se viene ricambiato un favore fatto per una Coppa italia. Al di là del campanilismo, un pò di sana antipatia sportiva è sale per i tifosi e non c’è nulla di male ad “odiarsi” sportivamente ed avere nemici ben fissati, vale per tutti. Mi fa anche un pò ridere questa improvvisa voglia bianconera di complimenti, che nessuno fa al vincitore in Italia. Ecco bravi, nessuno, perchè se è vero che vincete da nove anni e magari dopo tanto tempo la nostra memoria vacilla, tutti sti complimenti da parte vostra non li ricordo, anzi romanisti e laziali hanno ancora il ronzio della pioggia di Collina e della legge Bosman e magari, al di là dei vostri innegabili meriti di questo decennio (chi dice il contrario sbaglia), creereste maggiore empatia se la smetteste di sbomballarci con scudetti che un giudice magnanimo ha scucito, omettendo pene ben più gravi, per salvaguardia del pacchetto calcio.

Complimenti sinceri ad Immobile per la ormai probabile Scarpa D’oro, giocatore che personalmente adoro e  ringrazio perchè finalmente ha riportato il trofeo al suo prestigio, poichè ricordo bene che all’epoca in cui la vinse Totti era considerato un posacenere. Ma siamo tutti così noi tifosi, io per primo sia chiaro, il bello è anche questo.

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