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CORNER CAFE’ – L’unica scelta sensata

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Premessa franca: un buon compromesso non rende felice nessuno. Un compromesso non viene preso a priori, ma è risultato di uno stallo da superare, fare di necessità virtù.

Eppure accade ogni giorno: nessuno è certo a scamparlo, chiunque potrebbe finire sotto al suo giogo. Stavolta, ci è caduta la Uefa. Che, diciamocelo, mai si sarebbe aspettata una situazione così complessa quanto l’attuale, tra stremati medici e infermieri che corrono di corsia in corsia e la proliferazione di un male da oppugnare. Ovunque si combatte, ognuno dà il proprio – minimo – contributo.

La Uefa ha dovuto fare di necessità virtù. Le orecchie da mercante dell’alto seggio, che fino a qualche giorno fa apparivano sorde alle criticità, hanno finalmente udito il grido di chi necessitava. E ha fatto l’unica scelta sensata: chiudere tutto. 

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Chiudere, rimandare a data da destinarsi. Nonostante la perdita di milioni – si stima – di euro, nulla può essere preposto alla salute delle persone. Com’è giusto che sia. 

Altri dodici mesi di attesa, dunque, per vedere finalmente il nuovo Europeo itinerante. Che toccherà paesi, popoli e culture diverse; che permetterà a tutti di godere dello spettacolo offerto dalle Nazionali più eminenti, nel mentre si spera nella qualificazione della propria. Attesa più che corretta, data la tempesta che imperversa: si potranno riprendere i campionati, assegnare titoli, promozioni e retrocessioni; ci sarà modo di assestare l’Europa, riprendere i campionati, assegnare promozioni, titoli e retrocessioni.

Un buon compromesso non rende felice nessuno, ma è l’accordo migliore per le parti. E’ stata scelta l’unica opzione sensata: l’Europeo può attendere.

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