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SERIE A

Torino, Longo: “Siamo nella bagarre salvezza”

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Moreno Longo, allenatore del Torino, ha presentato in conferenza stampa il posticipo della 24ª giornata di Serie A da disputare domani al San Siro contro il Milan. Sarà la seconda volta sulla panchina granata per il tecnico, dopo l’infelice debutto casalingo contro la Sampdoria. Di seguito le sue parole raccolte e riportate da TMW:

Qual è la trappola della sfida di domani? Che Milan troverete?
“Non c’è una trappola particolare, giocheremo contro una squadra in salute che ha raccolto meno di quanto proposto. Siamo consapevoli di affrontare un Milan diverso, ha superato i problemi che avevano inizialmente grazie al lavoro di Pioli e all’arrivo di Ibrahimovic”.

Come sta la squadra fisicamente?
“Deve cambiare l’intensità degli allenamenti: dati alla mano, la squadra denotava un calo evidente nei secondi tempi. Stiamo cercando di innalzare l’intensità per tutti i 90 minuti, ma dobbiamo farlo gradualmente: un carico diverso potrebbe portare a infortuni. Alterneremo grande intensità a giorni con il giusto recupero per i calciatori”

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Come sta Verdi?
“Ha l’influenza, non si è allenato nemmeno oggi ma è convocato. Domani lo valuteremo. Abbiamo qualche idea di come sostituirlo, abbiamo un paio di alternative”.

Avete visto miglioramenti sulla condizione?
“In poco tempo non si può migliorare più di tanto, servono tempi fisiologici perché il corpo si adatti. Ma l’atteggiamento dei ragazzi mi piace, non hanno lesinato l’impegno e questo è un proposito perché già solo con concentrazione e atteggiamento potremo sopperire a qualche mancanza fisica”.

C’è la possibilità che giochiate a quattro in difesa?
“E’ una cosa alla quale, in questo momento è una variabile: non è l’aspetto primario perché sia la ricetta a tutti i mali. Anche con questo assetto la squadra aveva dato buone risposte, ma è una soluzione. E’ una possibilità che in futuro potremo applicare”

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Classifica complicata: c’è una presa di coscienza all’interno dello spogliatoio?
“Mi fa piacere la domanda, sottolineo un concetto: abbiamo già fatto questa presa di coscienza prima dei risultati di ieri. Io sono giovane, ma non sono rimbambito. Non vi aspettate che io pensi che il percorso non sia fatto di battaglie ovunque per portare via il punto. La classifica dice che fino al Sassuolo siamo tutti dentro: questa presa di coscienza ci deve far capire che la bagarre è iniziata e noi dobbiamo rispondere presente”.

Come stanno Zaza e Baselli?
“Il loro problema è solo il minutaggio: Baselli è stato fermo un po’ più tempo, ma entrambi possono fare uno scampolo di partita. Spero che il prima possibile possano essere pronti dal primo minuto”.

E’ quello psicologico l’aspetto più importante da risolvere?
“Concordo, è sottile il file tra condizione atletica e psicologico. La testa influisce, è un aspetto preponderante. Ho ereditato la squadra in un periodo in cui erano mancate le prestazioni: stiamo lavorando bene, questa squadra deve ritrovare autostima e coraggio, fare le cose da squadra. E’ questa l’unica cosa che ci può riportare sulla strada giusta. Bisogna fare quel qualcosa in più e capire che c’è sempre un compagno pronto a metterci una pezza”.

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Quale aspetto spera di vedere domani?
“L’essere squadra significa avere equilibrio, siamo passati da essere una delle difese meno battute a una delle più battute nonostante i giocatori siano gli stessi. Stiamo concedendo troppo, dobbiamo iniziare ad avere più conoscenza sulla costruzione del gioco: c’è stata qualche sconfitta di troppo contro formazioni sulla carta abbordabili. Dobbiamo difenderci bene ma anche attaccare sapendo cosa dobbiamo fare”.

Come sta Belotti?
“Sta bene, è normale che sia difficile esprimersi ai massimi livelli in situazioni come la nostra. E’ nel giro della Nazionale, è tra i primissimi in ambito europeo e non possiamo metterlo in discussione. Mi piace utilizzarlo più vicino alla porta, che faccia movimenti verso la porta: non deve correre meno, ma correre meglio”.

E’ vero che cercate con più insistenza le fasce laterali?
“Dovevamo iniziare ad avere uno spartito nel quale la squadra si potesse riconoscere. La Samp giocava con il rombo e ci concedeva le fasce, avevamo la superiorità numerica lì”

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Ha pensato a marcature speciali per Ibra?
“Sarebbe limitante pensare che sia con lui che bisogna prendere precauzioni. Spesso attrae su di lui un paio di difensori, noi abbiamo prestato attenzione anche a questo particolare”

Domani inizia un altro campionato per la sua squadra?
“Mi sarebbe piaciuto azzerare già contro la Sampdoria. Ogni partita deve essere un’opportunità per fare punti: abbiamo bisogno di fatti, non di chiacchiere. Spesso si spende una parola in più, ma dai confronti devono nascere risposte. Altrimenti restano soltanto buoni propositi”.

Come sta Millico?
“E’ stato fermo per due giorni, ma è risolto. Oggi ha fatto una buona rifinitura e partirà per Milano”.

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Cosa sta studiando per far convivere Zaza e Belotti?
“Sono compatibili, sicuramente ci sarà l’opportunità di vederli insieme. E’ un’idea che va tramutata in fatti, se poi non vedo quell’equilibrio che voglio avremo altre soluzioni. In base a partita e avversario li potremmo vedere”.

Qual è il suo modello di calcio?
“Per farlo, devo costruire la squadra. Io l’ho ereditata, è fortunato chi si siede a giugno e può decidere. L’intelligenza, adesso, sta nel mettere ognuno nelle condizioni migliori. Però un allenatore deve trasmettere qualcosa, spero che la squadra mi assomigli sempre di più. Lyanco è un difensore, deve fare il difensore”.

Ansaldi ha 90 minuti?
“Abbiamo in previsione che non li abbia, decideremo se schierarlo dall’inizio o meno. Essendo appena rientrato, la partita può essere allenante. Non è un giocatore al top, ma è sempre più vicino al top della sua condizione”.

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Ha avuto l’impressione che la squadra abbia capito quanto possa essere prezioso l’aiuto dei tifosi?
“Di quello che è stato il passato non voglio entrare nel merito. Per me c’è stato un reset, sotto la mia gestione non voglio alibi e non voglio sentire che si parli di pressione dell’ambiente. Siamo noi che dobbiamo farci stare vicina la gente: aprire il Filadelfia è stata una buona idea, hanno anche ricevuto qualche applauso inaspettato. Dobbiamo essere bravi a sgombrare il campo degli alibi, è una cultura che ti spinge verso il basso. Voglio solo positività e che siamo noi che possiamo accendere la gente”.

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