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Inter, Bergomi a TMW: “Eriksen è un gran colpo, ma avrei preso Vidal. Spinazzola? E’ un affare

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Beppe Bergomi non lesina le parole a TMW RADIO. Intervistato nella giornata di oggi, l’ex difensore nerazzurro ha espresso le proprie opinioni in particolare sull’Inter, andando poi a discutere anche delle dirette avversarie del Biscione e di altri argomenti. Queste le sue parole, come riportate dall’intervista: “Eriksen è un tipo di giocatore che l’Inter non ha in rosa, bravissimo sui calci da fermo e capace di far cambiare modulo alla squadra di Conte, in grado di esaltare le qualità di ogni singolo giocatore. Sarebbe davvero un bel colpo”.

Sarebbe più utile un Vidal o più un Eriksen per il gioco di Conte?
“Per conoscenze della Serie A penso che Vidal sarebbe stato perfetto, visto che conosce anche Conte. Sarebbe stato l’acquisto ideale, però Eriksen ha caratteristiche ben precise e mi fido di Conte, se vanno su di lui c’è un motivo”.

Ti aspettavi un approccio di questo tipo alla Serie A da parte di Lukaku?
“Chi ha fisicità nel nostro campionato ce la fa: penso al Milan di Ibrahimovic, alla Juventus dell’era moderna o all’Inter di dieci anni fa. Non avevo dubbi che Lukaku si sarebbe imposto nel nostro campionato, penso ad esempio al gol fatto contro il Sassuolo, quando si è liberato facilmente di Peluso usando il fisico. Ma in Europa non basta: lì serve anche la tecnica”.

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Politano-Roma e Spinazzola-Inter: chi ci guadagna?
“Secondo me è un affare per entrambe: in un 3-5-2 Politano non può giocare esterno, davanti trovava poco spazio. Dall’altra parte… non capisco perché la Roma si liberi di Spinazzola, come terzino destro è il migliore che hanno secondo me, se sta bene. Senza nulla togliere a Florenzi, che è un buon giocatore. A meno che Politano non sia la risposta all’infortunio di Zaniolo, a quel punto lo scambio è conveniente per entrambe”.

Il 3-5-2 è un modulo che in Italia sta tornando in voga: come mai in Europa è meno diffuso?
“Sono tante le squadre che giocano a tre in Italia, Inter, Lazio, Hellas, Atalanta, Fiorentina… noi tatticamente siamo un po’ diversi. Tenere il giusto ritmo con questo sistema di gioco per novanta minuti però in Europa diventa più difficile e secondo me le squadre straniere fanno più fatica con questo modulo”.

All’estero avrebbero aspettato prima di lanciare Dybala-Higuain-Ronaldo?
“Dipende in quale contesto sei: se sei una squadra dominante, penso ad esempio al Liverpool, l’equilibrio lo devi comunque trovare. Ci avrebbero provato di sicuro, come ci sta provando anche Sarri”.

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Godin sta trovando qualche difficoltà: era arrivato con altri presupposti o è merito di Bastoni?
“Quello è stato il mio ruolo per venti anni, so che serve essere bravi a farti vedere, devi coprire tanto campo. Lui comunque supera le difficoltà con l’esperienza e con il saper stare in campo, ma non potevi aspettarti un Godin di altissimo livello a 34-35 anni in un nuovo ruolo. Bastoni, essendo di piede sinistro, ha più facilità nella costruzione dell’azione”.

Uscito Suso, il Milan ha ritrovato i risultati. È lo spagnolo il problema?
“Suso è un buon giocatore, sa saltare il giocatore e creare pericolo, ma i tempi di gioco te li fa saltare e così va in difficoltà la punta. Pioli è un ragazzo intelligente, sa gestire bene lo spogliatoio e Ibra gli ha dato più sicurezza, lo vedo più sereno. Questo campione ha dato modo a tutti di comportarsi in modo diverso, è stato fondamentale. A Cagliari ha fatto un gol che Piatek non avrebbe mai fatto, può segnare in tantissimi modi”.

La Lazio è da Scudetto?
“Sì sì, il mio amico De Grandis dice che non è profonda, ma ormai è fuori dalla coppa e non gli serve una rosa enorme. Forse con un centrocampista in più sarebbe perfetta, ma ora a Roma c’è grande entusiasmo e l’ho percepita durante Lazio-Napoli. Quando si crea un clima così, la squadra diventa molto pericolosa. Lazzari è stato un gran colpo, la Lazio ha anticipato diverse squadre per lui”.

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Cosa è successo a Vincenzo Montella?
“Le idee che lui ha cercato di portare nel calcio, dall’alimentazione e da un certo tipo di allenamento, sono situazioni nuove che da noi fanno fatica a entrare in giocatori abituati ad essere allenati in una certa maniera. Lui è convinto di questo. Il campo purtroppo non gli dà ragione, lo reputo una persona intelligente e c’è sempre tempo per modificare qualcosa, sia come allenamenti sul campo che come gestione del gruppo. Mi dispiace, a inizio carriera ha fatto davvero bene e l’allenatore lo sa fare”.

Un giudizio sui primi mesi di Maurizio Sarri: a tuo avviso il bilancio è più positivo per i risultati o ci sono più punti interrogativi per i troppi gol presi?
“Il predecessore, quando raggiungeva i risultati in una certa maniera, era sottoposto alla critica. La Juve ha alternato cose belle, come i gol di ieri, ad un calcio che non è sempre stato giocato alla grande. Però è primo ed agli ottavi di Champions, ci sarà tempo per Sarri per sistemare determinate cose e far sì, come diceva Chiellini, che alla squadra scatti la scintilla del bel gioco e dello stare nella metà campo avversaria. Per ora ci sta riuscendo parzialmente, vedremo da qui alla fine cosa succederà”.

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