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ANGOLO LAZIO – Cosa succederà alla Lazio?

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Tudor Marsiglia
Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo il tonfo di Lazio-Udinese, in 48 ore Sarri presenta le sue dimissioni.

Un fulmine a ciel sereno a detta del presidente Claudio Lotito.
Nei mesi precedenti la società più di una volta aveva fatto trapelare il proprio endorsement all’allenatore in modo pubblico e privato.

Gli errori

La sosta ha consegnato alla Lazio un nuovo allenatore: Igor Tudor.

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Quest’ultimo scelto e convinto in sole 24 ore.
Qui giunge la mia prima riflessione sulla bontà di questa operazione. Si può decidere il progetto tecnico di una squadra che milita ed ambisce alla Champions League in così poco tempo?!
Legarsi per due stagioni al nuovo tecnico può rivelarsi un autogol.

Dal momento in cui in Serie A (Napoli, Juve, Milan…) e in Europa (Liverpool, Barcellona…) cambieranno molte guide tecniche durante l’estate, si sarebbe potuto attendere. Scegliere un traghettatore per guidare questo finale di stagione oggettivamente senza molte speranze. Per poi a Giugno scegliere con calma un nuovo allenatore.
Arriviamo quindi a quello che per me è il secondo errore. In questo valzer di panchine, che quasi sicuramente vivremo in estate, si sarebbe potenzialmente potuto pescare di meglio.

I vantaggi

Questa rapida decisione porta con sé però anche dei potenziali vantaggi.
Il primo riguarda la valutazione della rosa.

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Tudor in questi due mesi potrà decidere quali giocatori si adattano meglio al suo calcio. Soprattutto potrà indicare in modo efficace quali sono le priorità da affrontare sul mercato.
Questo vantaggio in tempistiche però deve tramutarsi in un vantaggio reale.

Sarà tale solo se entro massimo la fine del ritiro di Auronzo si potrà contare su una rosa completa.

La Lazio di Tudor

Si sono dette tante sulla nuova Lazio targata Tudor. La sosta ha dato modo all’allenatore di lavorare al modulo per lui più congeniale, cioè il 3-4-2-1.

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Dalle notizie che trapelano da Formello si è lavorato solo su questo modulo. Quindi non ho motivi per pensare altrimenti.
Questa è l’idea che mi sono fatto:

Tra i pali in un primo momento bisognerà affrontare l’assenza forzata di Provedel, che verrà colmata dal rampante Mandas.

Nel pacchetto dei centrali l’unico certo del posto è Romagnoli, che potrà agire più da libero che da braccetto per una questione atletica.

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Come laterali della difesa a tre ci sono tre per due posti: Casale, Patric e Gila. Il primo ha il vantaggio di aver già lavorato con il nuovo allenatore. Il secondo è al momento alle prese con un infortunio, ma sulla via del recupero.

Il terzo è il difensore più in forma della stagione. Per attingere a tutta la rosa si possono adattare nel ruolo sia Marusic che Hysaj.

Il montenegrino ha già giocato lì sul finire dell’ultima stagione con Inzaghi.

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Nel ruolo di esterno di centrocampo ci sono Lazzari e Marusic, che tornerebbero al loro ruolo naturale.

In più, per caratteristiche, si può adattare bene Pellegrini, purtroppo squalificato alla prima contro la Juventus. Veniamo invece al discorso Felipe Anderson.

Anche lui è stato provato in questo ruolo, l’ha già fatto con successo con Inzaghi (2016/2018). Rappresenta un opzione sia a destra in modo più naturale, che a sinistra dove è stato provato in questi giorni causa assenza di Marusic (nazionale) e di Pellegrini (infortunio).

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Tra i centrocampisti centrali la situazione sembra essere più limpida.

Con Guendouzi sono superate le acredini del passato e sarà il titolare designato. Cataldi e Rovella si giocheranno l’altra maglia (quando il secondo supererà la sua pubalgia).

Senza però dimenticare Vecino, con la sua esperienza rappresenta sempre un opzione. Nel ruolo però è stato utilizzato Kamada causa assenza di Vecino, Guendouzi (per gli impegni con le rispettive nazionali) e di Rovella (per infortunio).

Risulta comunque difficile immaginarlo lì per le sue doti offensive, ma potrà essere prezioso qualche metro più avanti.

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Arriviamo alla batteria dei trequartisti: ci sono solo due posti ma ben sei pretendenti. Possiamo immaginare che Tudor ne sceglierà uno più di “costruzione” come Alberto o Kamada, e proprio la rinascita di quest’ultimo sarà la vera scommessa dell’allenatore.

L’altro invece potrà essere più “offensivo” tra Zaccagni, Anderson, Pedro ed Isaksen. Zaccagni nonostante tutto resta il giocatore più brillante offensivamente.

Anderson va valutato per dove può essere più utile, se dietro la punta o sull’esterno. Pedro sembra quello più dietro per un discorso di dinamismo, proprio del calcio di Tudor.

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Isaksen ha subito lo svantaggio di essere stato convocato durante la sosta e quindi non ha potuto conoscere il nuovo allenatore.

In attacco come punta si vivrà ancora il dualismo Immobile-Castellanos.

Le gerarchie sembrano al momento allineate alla vecchia maniera, ma non è detto che rimarrano tali. O più semplicemente nella staffetta tra i due verrà fuori la svolta.

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(Foto: Depositphotos)

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