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La rivincita di “Grizou” Griezmann

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Griezmann Francia
Tempo di lettura: 5 minuti

Antoine Griezmann è un vero e proprio Diavolo in campo, non più Petit ma poco conta. È riduttivo legarsi all’età, Griezmann non è più un giovane dalle belle speranze ma a tutti gli effetti un campione affermato. Classe 1991, il trentunenne è l’Anima di questa Francia, il suo infaticabile scudiero. Oscurato, agli occhi dei media, da giovani di belle speranze, dal fuoriclasse Mbappé e dall’evergreen Giroud che, in Qatar, è diventato il miglior marcatore della Nazionale francese. Superato un nome per niente banale: Titi Thierry Henry.

GRIEZMANN IN QATAR

Non è da meno Griezmann, il quale meriterebbe ampiamente più risonanza mediatica. Partendo dal presupposto che, fino ad ora, sono quarantadue le reti con Les Blues in centoquindici presenze. Non fermiamoci, però, davanti ai soli numeri perché Griezmann è molto di più e lo sta dimostrando anche al Campionato Mondiale che si sta svolgendo in Qatar.

Deschamps non riesce a farne a meno, Griezmann è sempre stato al centro del progetto tecnico del CT. Grizou con molta umiltà ha accettato il ruolo disegnato dal tecnico, l’attaccante è l’anello di congiunzione tra il centrocampo e l’attacco francese. Letteralmente un Diable in campo, sempre in pressione per recuperare palla e convertire l’azione da difensiva a offensiva, una qualità di pensiero e piede – quello sinistro – che incanta e che ha già fatto mettere a referto tre assist in cinque gare (anche se con la Tunisia ha giocato solamente 17′). Deschamps non riesce a farne a meno proprio mai. Nemmeno a qualificazione acquisita.

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La Francia, tra poche ore, affronterà il Marocco in semifinale. L’esito è ovviamente importante, permetterebbe di accedere alla finale Mondiale. L’Argentina è in attesa di scoprire la sfidante dopo aver superato, nettamente e meritatamente, la Croazia. Il Marocco ha già fatto la storia, mentre la Francia pregusta un bis consecutivo che, nella storia della competizione, è riuscito solamente a Italia (1934-1938) e Brasile (1958-1962). Comunque vada, però, Grizou si è preso la sua rivincita.

PALLONE D’ORO MANCATO

Le Petit Diable avrebbe potuto ambire al prestigioso Pallone D’Oro, parliamo della stagione 2018. Annata spettacolare di Griezmann: triplete composto da Europa League, Campionato del Mondo e Supercoppa europea. Lo stesso calciatore l’ha definita come “La stagione migliore di tutta la mia carriera”. Trentatré reti stagionali (quattro gol e quattro assist al Mondiale di Russia 2018).

Nulla da fare, però, il prestigioso premio andrà a Luka Modric. Un altro calciatore per niente banale, un successo che non ha portato a nessuna polemica (a differenza di altre edizioni). Ancora un terzo posto per Griezmann, questa volta alle spalle di Modric e Cristiano Ronaldo. Nel 2016 dietro Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, anche questa stagione fu degna di nota per Antoine ma arrivarono solo finali perse, uno rovescio della medaglia rispetto a quello accaduto, poi, due anni dopo.

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Nel 2016, infatti, perse la finale di Champions League con l’Atletico Madrid contro il Real Madrid a Milano e la finale di Euro 2016 con la Francia contro il Portogallo. Un Campionato Europeo che lo vide come assoluto protagonista: sei gol in sei partite giocate, cinque dei quali nella fase ad eliminazione diretta. Solo un certo Michel Platini (nove reti nel 1984) ha segnato più gol di Antoine Griezmann in una singola edizione dell’Europeo. La stagione termina con dei premi individuali che, seppur graditi, non cancellano il dolore delle finali perse. Griezmann si assicura la Scarpa D’Oro e il Pallone D’Oro dell’Europeo 2016, ed è stato nominato miglior giocatore de La Liga (2015-2016).

TRATTAMENTO DI BARCELLONA E ATLETICO MADRID

Ulteriori righe meritano il trattamento che Griezmann ha ricevuto recentemente da Barcellona e Atletico Madrid. Nell’estate del 2021 è tornato ai rojiblancos dopo che il Barcellona due anni prima ha fatto follie per assicurarselo: pagata la clausola rescissoria da 120 milioni di euro.

L’amore con i blaugrana non è scoppiato fino in fondo: la prima stagione termina senza trofei con quarantotto presenze e quindici reti. La stagione 2019/2020 è l’inizio del declino del Barcellona, con i blaugrana che toccano il punto più basso in Champions League contro il Bayern Monaco subendo un pesantissimo 2 a 8 ai quarti di finale. Durante la successiva stagione, Griezmann gioca cinquantuno partite e mette a segno venti reti. Il Barcellona alzerà un solo trofeo in quella stagione, ovvero la Coppa del Re vinta con un netto 4-0 contro l’Athletic Bilbao (un gol per il classe ’91). A fine stagione lascia il Barcellona e torna all’Atletico Madrid, con i blaugrana non è nato il feeling che aveva avuto precedentemente con Real Sociedad e la squadra di Madrid. Dopo averlo venduto per 120 milioni di euro, l’Atletico Madrid strappa un prestito oneroso di 10 milioni di euro con obbligo di riscatto condizionato.

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GRIEZMANN: QUERELLE TRASFERIMENTO

Non è finita qui, però, perché i Colchoneros avrebbe voluto trattenere l’attaccante ma alle proprie condizioni e non a quelle dettate dal Barcellona che ne detiene il cartellino. I catalani pretendevano 40 milioni di euro, mentre l’Atleti puntava a spenderne la metà. Un braccio di ferro che, inevitabilmente, ha penalizzato lo stesso Griezmann. Un impiego con il contagocce, frutto di impicci economici tra i due club, fino a farci vedere Grizou essere impiegato con costanza dal 60′ in poi. Un trattamento che un campione e calciatore importante come lui non avrebbe meritato. Se il francese avesse giocato più del cinquanta percento degli impegni, per più di quarantacinque minuti a partita, sarebbe scattato l’obbligo di riscatto alle condizioni del Barcellona: 40 milioni di euro. Il tecnico Simeone ha dovuto sottostare a quanto obbligato dalla dirigenza: schierare Griezmann con i minuti contati affinché venisse evitato l’acquisto automatico.

Fortunatamente, però, la querelle è finita. Atletico Madrid e Barcellona hanno trovato l’intesa definitivaGriezmann potrà finalmente giocare di più

(Foto: Depositphotos)

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