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DIVERSO PARARE – Prima sosta, primi bilanci in casa Napoli

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Diamo i numeri?

Dopo sette partite di campionato e due di Champions League, si arriva alla prima sosta della stagione. Sette sfide di Serie A, e nove totali, non rappresentano certo un dato statistico in base al quale stilare bilanci definitivi, questo è fuor di dubbio. Eppure, possono fornire qualche spunto di riflessione interessante: se non ci dicono come una stagione andrà, insomma, possono aiutare a capire come stia andando.
Su sette partite di campionato, il Napoli ha totalizzato 17 punti, perdendone quindi quattro per strada (pari a Firenze, pari in casa con il Lecce) e procedendo a una media di 2.42 a partita. Considerando anche le sfide del Gruppo A di Champions League, parliamo di 23 punti portati a casa su 27 disponibili da inizio stagione, con una media che sale a 2.55.
I goal fatti in A sono 15, per una media di 2.1 a partita, che diventa addirittura di 2.44 se si aggiungono i 7 rifilati, in totale, a Liverpool e Rangers.
Di segno senza dubbio positivo sono pure i numeri relativi alle reti subite: cinque in campionato, per una media di 0.71 a partita, sei tra Italia ed Europa, media di 0.66.
Per farla breve, stando a queste prime cifre, il Napoli fa punti, ne fa tanti, segna molto, subisce poco: il doppio, ancorché momentaneo, primato in classifica (in A e nel gruppo Champions‘), sembra una naturale conseguenza di numeri senza dubbio schiaccianti.
Andando ancora più nel dettaglio, altri numeri possono meglio inquadrare il percorso che la squadra di Spalletti sta portando avanti, legittimando e rafforzando il quadro di una compagine che tende ad essere dominante sul rettangolo di gioco.
Nelle giornate di campionato fin qui disputate, il Napoli ha una media di possesso palla pari al 59.5%, con 19.2 tiri fatti di media a partita e 9.8 subiti: gli azzurri, insomma, tendono ad imporre sempre il proprio gioco, piazzandosi costantemente nella metà campo avversaria, molto offendendo, limitando notevolmente le azioni d’attacco degli avversari.

Lavori in corso

Positive sembrano anche le prospettive che si schiudono davanti agli uomini guidati da Spalletti, soprattutto in base ad una considerazione che non in tantissimi hanno fatto fino ad ora.
Un portiere che solo da quest’anno sta realmente assumendosi il compito di guidare la difesa; una rinnovata coppia di difensori centrali, altro tratto fondamentale della colonna vertebrale di qualsiasi squadra; un terzetto di centrocampo anch’esso nuovo nel suo insieme, visto che l’anno scorso c’era Fabian e dato che Zielinski quasi mai ha fatto la mezz’ala sinistra di un centrocampo a tre con Lobotka e Anguissa. Ancora, un esterno sinistro d’attacco – il fenomenale Kvara – che ha preso il posto di Insigne, con relativa necessità di integrazione con Osimhen e Lozano/Politano; due “prime riserve” del nigeriano, Simeone e Raspadori, che pure sono arrivate la scorsa estate, e neppure all’alba di essa.
Gli elementi qui elencati lasciano poco margine di interpretazione o di dubbio. Se è vero che il Napoli sembra essere partito subito al meglio, senza incappare in quelle difficoltà di assemblaggio che spesso condizionano i progetti nuovi, non è meno vero il fatto che col lavoro quotidiano, col passare dei mesi, l’amalgama e l’intesa fra singoli e reparti saranno verosimilmente destinate a crescere e migliorare. Se con esse crescerà anche il rendimento degli azzurri, allora all’ombra del Vesuvio si potranno davvero cullare sogni di gloria. Anche perché, detto per inciso, delle 9 partite prese in esame ben 3 sono state disputate senza avere in campo Osimhen.

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