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DIVERSO PARARE – Il Napoli fra sogno e realtà

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La delusione si tinge di azzurro

La vittoria del Milan contro l’Atalanta aveva messo di cattivo umore molti tifosi azzurri. Non perché ce l’avessero con i rossoneri, sia chiaro: una vittoria finale dell’Inter farebbe lo stesso effetto di un trionfo milanista; semplicemente, avrebbero voluto che a festeggiare, a fine campionato e dopo oltre trent’anni dall’ultima volta, fosse il loro Napoli. L’amarezza lasciata da tanti punti follemente persi per strada, la consapevolezza delle svariate occasioni – per rientrare o addirittura per andare in fuga – che sono passate davanti senza che le si cogliesse, l’idea che la rosa del Napoli non fosse inferiore a quelle dei rivali: per tanti, troppi motivi è normale che i tifosi azzurri siano colti da uno sgradevole sentimento di invidia.

Una statistica lunga un decennio

Se però, posto che il Napoli di Spalletti potrà chiudere con 76, 77 o 79 punti, si prende in considerazione un arco temporale che parta dalla piazza d’onore portata a casa da Walter Mazzarri (nove stagioni: tutt’altro che poche) vengono fuori alcuni numeri che potrebbero, in qualche misura, ridurre il senso di frustrazione che da settimane attanaglia il popolo partenopeo.
Tra l’ultimo Mazzarri e la fine della gestione Gattuso il Napoli ha disputato 342 giornate di campionato ed ha messo insieme quasi 700 punti: a voler essere precisi, sono 697 che, divisi per nove stagioni, danno una media di 77,4 punti.
Sono cambiati i calciatori, si dirà, ed è vero; sono cambiati gli allenatori, certo; sono cambiati, per nomi, numero e qualità, gli avversari, senza dubbio. Ciononostante, il dato medio che viene fuori non può non essere preso in considerazione perché, giova ripeterlo, nove anni e 342 giornate di campionato,costituiscono un riferimento numerico e temporale che permette di ragionare con seria fondatezza.
Ebbene, il Napoli di Spalletti è in linea col Napoli degli ultimi dieci anni: con il Napoli di Insigne, dell’anima plasmata da Mazzarri, dell’ossatura tecnica messa in piedi da Rafa Benitez, ed è  lontano solo da quello del triennio sarriano, che fece registrare uno straordinario 86 di media punti. Il Napoli di Spalletti è insomma in linea con il Napoli, competitivo ma mai vincente, della gestione De Laurentiis.
Davanti ai numeri fin qui snocciolati, la delusione azzurrà potrà forse ridursi, attenuata e attutita dalla consapevolezza del fatto che il Napoli è in fondo stato anche quest’anno quel che è da un decennio per la Serie A. E da un decennio, piaccia o non piaccia, con 77, 78 o 79 punti lo scudetto non lo si vince.

 

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