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Ibrahimovic fa 40 anni e si confessa: “Mi sento ancora il più forte”

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Zlatan Ibrahimovic compie 40 anni, l’attaccante svedese per l’occasione ha rilasciato una lunghissima intervista al sito ufficiale del Milan:

Il 3 ottobre giorno della mia nascita? “Non è una cosa che ho scelto, ma nel mese di ottobre penso siano nati tanti campioni e mi sento uno di loro”.

Chi è Ibra oggi? “Un Ibrahimovic più completo, più calmo anche se ogni tanto come il vecchio Ibrahimovic, più rilassato, più tranquillo, con tanta esperienza, ho un approccio e un comportamento differente perché ho un altro ruolo in campo e fuori campo. Me la godo di più, non fatto tutto a 2000 all’ora, mi prendo il tempo giusto”.

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Cosa è rimasto del ghetto? “Tanto, dietro ci sono tutto io. Sono così perché sono cresciuto in quella zona e per me era il paradiso, ogni tanto si vede che faccio movimenti e pensieri di quella zona. E’ quello che sono”.

Che foto appenderei in casa? “Quella dei piedi, ancora. Ogni giorno che entro la famiglia deve capire da dove arriva tutto. Devono ringraziare quelli, senza non avremmo avuto un tetto. Anche sul telefono della mia compagna ci sono i miei piedi, anche lei ha capito”.

Una pazzia che non rifarei? “Tutto quello che è successo doveva succedere, guardando indietro non cambierei niente perché sono diventato questa persona grazie a quello che è successo. Non voglio, mi sento perfetto così”.

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Il messaggio di auguri di Pato? “Ogni volta che dicono la mia età mi stimolano, mi fanno dare qualcosa, mi fanno dimostrare. Lui era un calciatore fantastico, il più completo che ho visto. Mi spiace per gli infortuni, non poteva avere continuità, ma quando stava bene era troppo forte. Forse è uscito poco delle sue qualità per gli infortuni, è stato un grande talento e ha fatto saltare i tifosi del Milan. Abbiamo vinto lo Scudetto ed è una brava persona”.

Chi mi ha dato di più? “Ho giocato coi migliori al mondo, ma quello che mi ha fatto diventare più forte è stato Vieira. Mi metteva pressione, mi faceva sentire mai soddisfatto di quello che facevo, mi chiedeva sempre di più. Si allenava sempre al massimo. Ho preso i suoi consigli. Poi a livello di qualità Ronaldinho, Xavi, Messi, Iniesta, Nedved, Trezeguet, Del Piero, Gattuso, Seedorf”.

L’infortunio di Manchester? “Quello che è cresciuto e migliorato è stata la testa. Sono diventato più forte mentalmente, non potevo stare in campo, in palestra, lavori in un modo differente. Più statico, più lento, più triste, serve pazienza e forza”.

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Quanto di americano c’è in Ibra? “Zero. Ho dato più io a loro che loro a me, secondo me hanno visto qualcosa che in campo non avevano mai visto. Ho personalità e non ho paura, ero perfetto essendo me stesso. Mi manca un po’ il sole”.

In cosa sono diverso oggi? “Si cambia con l’età, non gioco come 5 o 10 anni fa. Le idee e le esperienze cambiano, sono più maturo. Io gioco ancora perché posso aiutare la squadra, senza esagerare in cose che mi tolgono energia. Mi adatto e aiuto la squadra, per quello riesco a giocare. E poi mi piace tanto allenarmi. Io sono un esempio per la squadra, per questo non faccio meno. Faccio sempre il massimo, a volte è una cosa che va contro me stesso ma questa è la mia mentalità”.

Gli auguri di Capello? “L’allenatore che mi ha massacrato più di tutti, quello che mi ha cambiato totalmente. Nel modo di giocare e anche nella mentalità. Un’altra filosofia, un’altra visione, un altro pensiero. Mi alzava e mi massacrava, mi alzava e mi massacrava, ogni giorno. Non riuscivo a capire cosa voleva, ma era un gioco per farmi crescere. Un giorno ero il numero 1, un giorno un disastro. Questo era benzina per fare di più, volevo dimostrare che ero meglio di tutti”.

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L’arrivo al Milan nel 2010? “Tornare in Italia dopo il Barcellona è stato bello. Al Milan c’era un altro modo di fare le cose e questa cosa cresceva dentro di me, mi facevano sentire a casa. Arrivi a Milanello e non hai fretta di andare a casa perché sei già a casa. Ti danno tutto per farti stare bene”.

I ragazzi del Milan di Pioli? “Stanno bene, hanno grande voglia, sono tutti disponibili e hanno voglia di fare sempre di più. In campo si comportano diversamente ora, c’è più fiducia. Mi dispiace di non riuscire a giocare, ma quando ci sono faccio paura”.

Il rapporto con Maldini? “Ho un bel rapporto con tutti, sono qua per aiutare e dare il più possibile. Se posso aiuto anche la dirigenza e con Paolo ho un grande rapporto. Ora fa il dirigente e sta crescendo molto, ha fatto un grande lavoro. Non è uno che si nasconde, si fa vedere anche nelle relazioni con i giocatori. Parla con tutti e ogni giorno è agli allenamenti. Questo approccio è molto importante. Quando arrivano giocatori da tutto il mondo c’è la pressione di fare bene e portare risultati, quindi serve una figura come la sua. Anche Massara è bravo. Per Gazidis mi dispiace, è molto disponibile”.

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Il mio futuro? “Ora voglio giocare il più possibile, non voglio lamentarmi un giorno di voler giocare ancora. Non mi sento di dire che sono arrivato a questo step, io mi sento ancora il più forte di tutti, posso portare risultati e soddisfare i tifosi. Il prossimo step dipenderà dalla disponibilità del club. Ora il progetto è differente, ma io sono qua da un anno e mezzo e abbiamo creato una cosa importante e differente rispetto a come era abituato il Milan. E’ così, una grande sfida, ma è una bella sfida che può diventare una soddisfazione totale”.

La mia filosofia? “Mai essere soddisfatti. Sto cercando di insegnarlo anche ai miei figli. Tutto inizia nella testa. Quando vinco un trofeo voglio vincerlo ancora. Spero di vincere con questa squadra, così avremmo fatto il massimo”.

Ibrahimovic è soddisfatto? “Ho voglia di fare di più. Non sono soddisfatto. Quando sarò soddisfatto dirò addio al calcio. Il calciatore deve avere fame. Se non sei soddisfatto non ti svegli con la voglia di fare di più. Le mie aspettative sono alte, sia dai miei figli sia dai figli al Milan. Voglio camminare sul fuoco per sentirmi vivo”.

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Un regalo ai tifosi? “Voglio ringraziare tutti. Ogni volta che entro mi fanno sentire importante, felice, a casa. Quando torno farò paura e voglio far saltare 80mila persone”.

I miei segreti? “Non esistono segreti. Il segreto è lavorare duro e il lavoro paga. Nel nostro mondo bisogna allenarsi. Il segreto è nei miei capelli, come Sansone”.

(Foto: Twitter Ibrahimovic)

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