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ANGOLO NAPOLI – Napule é.. rimandati a settembre

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Chi si accontenta di un assaggio”, ha scritto qualcuno da qualche parte, “resta affamato tutta la vita”.

Tra le diverse chiavi di lettura con le quali può archiviarsi Juventus – Napoli della terza giornata d’andata della serie A 2020/2021 (che si gioca per la prima volta dopo la decima di ritorno), ce n’è una inesplorata e riguarda le differenze abissali tra le due squadre in campo con riferimento a caratteristiche, specificità e punti di forza che nei 90 minuti si sono annullate mostrando sostanziale equilibrio tra due gruppi di calciatori che quest’anno hanno avuto troppi passaggi a vuoto per puntare a qualcosa di più di un posto in Champions League.

Inesorabile davanti (con Cristiano Ronaldo capace di timbrare il cartellino anche nelle giornate meno brillanti e Dybala abile a capitalizzare l’unica occasione avuta) ed efficace nelle giocate utili di Cuadrado  e Chiesa la squadra di Pirlo, ben assortita a centrocampo (con Zielinski a dettar legge tra le linee) e capace di reggere l’urto avversario quella di Gattuso.

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Sviste arbitrali a parte (gravissimi errori sui due rigori sacrosanti negati alle due squadre), il match rappresenta la fotografia reale e veritiera d’una stagione che non sarà memorabile per nessuna delle due.

La vittoria dei bianconeri significa, in ogni caso, per ora, andare a -1 dal secondo posto, in una lotta che anche per il terzo e quarto posto ha tutte le caratteristiche per durare fino all’ultima giornata.

Questa partita è stato molto meglio giocarla e perderla, piuttosto che perderla a tavolino, come si era sentenziato nei primi giorni di ottobre.

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L’ha vinta la squadra che ha dato l’impressione di voler farlo di più, abile nello sbloccare subito il punteggio su una disattenzione difensiva e puntuale nel punire nel momento decisivo col secondo gol. Ciò che ha provato a fare il Napoli(far fare elastico a Mertens e palleggiare a centrocampo per tentare di far uscire uno dei due centrali avversari) è riuscito alla Juventus, capace di ingabbiare Lozano ed Insigne con super prestazioni di Danilo e Cuadrado. Molto meglio gli azzurri con Oshimen in campo, unico a poter dare profondità e sbocco ad un centrocampo spesso avvitato su se stesso e ben controllato dagli avversari.

Agli esami di coscienza”, si dice spesso, “non è possibile portare un argomento a piacere”.

Non capiterà neppure a Gennaro Gattuso, troppo spesso in questa stagione costretto a rallentare o fermarsi nei momenti in cui sarebbe necessario alzare lo sguardo e correre veloce per recuperare il terreno perduto.

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Non avrà il tempo, probabilmente, per metabolizzare taluni errori e ripensare a certe scelte, schiavo della regola, sacramentata in un frammento eterno di Oscar Wilde, secondo il quale “l’esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione”.

Juventus – Napoli era un esame importante per il gruppo azzurro, l’occasione – forse irripetibile – di agganciarsi definitivamente al treno di coloro che lottano per i primi tre posti.

La promozione è certamente sfuggita, come pure i voti alti in pagella, ma non pare lecito neppure criticare oltremodo una gara generosa in cui è mancata precisione sotto porta e concretezza offensiva.

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E’ giusto – in definitiva – rimandare a settembre la squadra partenopea, come si faceva una volta con gli studenti ai quali voleva darsi la possibilità di recuperare un’annata non proprio entusiasmante quando s’intravedeva qualche potenzialità da solleticare e stimolare.

Poiché nell’ottimismo c’è magia, mentre nel pessimismo non c’è nulla, poi, è meglio pensarla come Abraham Lincoln, scegliendo di non lamentarsi “perché i cespugli di rose hanno le spine”, decidendo invece di gioire “perché i cespugli spinosi hanno le rose”.

Disciplinato tatticamente, infatti, Osimhen può diventare un giocatore importante.

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Con la testa nella partita, senza dubbio, Zielinski è tra i centrocampisti migliori di tutti.

Recuperando il miglior Lozano ed acquistando un buon terzino sinistro il Napoli ha tanti punti fermi da cui ripartire. Con una rosa completa, ben assortita e forte in ogni reparto.

Ci sono occasioni in cui si perde senza uscire dal campo sconfitti, altre – come questa – in cui è obbligatorio tenere accesa la speranza pur facendo zero punti a Torino.

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