I nostri Social

Calciomercato

Cosa ti succede, Napoli? Due scenari opposti in pochi anni: il punto

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 3 minuti

Cosa ti succede, Napoli? Dopo il triennio Sarri, e da prima ancora, poi una sorta di vuoto, che hanno evidenziato, tanta, troppa vulnerabilità.

Una città, una squadra, che avevano esaltato precedentemente tecnici emergenti come Walter Mazzarri, per poi passare ad un profilo di spessore come Rafa Benitez, e nuovamente ad un tecnico emergente come Maurizio Sarri. Tutte parentesi felici, perché il Napoli da Mazzarri in poi fino a Sarri è sembrato crescere sempre di più sia in Serie A che nella sua dimensione europea, stabilmente in Champions per tanti anni.

Poi, dopo il divorzio con Sarri, l’arrivo di Carlo Ancelotti sembrava certificare il passaggio finale ad una dimensione massima, di una squadra capace di lottare stabilmente per il titolo ed in campo europeo. Così non è stato, ed anzi, con Gattuso ad oggi in bilico (come vi stiamo raccontando in questi giorni le valutazioni sono ancora in corso), sembra più una piazza dove i tecnici fanno fatica a lasciare il segno e sono destinati a fallire miseramente, nonostante Aurelio De Laurentiis non rappresenti un presidente dedito al cambiamento costante, piuttosto l’opposto.

Pubblicità

Un’inversione di tendenza abbastanza preoccupante, basti pensare che le esperienze azzurre di Mazzarri e Sarri, sono valse al primo la panchina dell’Inter ed al secondo quelle di Chelsea e Juventus.

Ad oggi lo scenario è diverso, la panchina azzurra scotta parecchio e dopo il fallimento Ancelotti, che in molti ancora non si spiegano pienamente, ora un cielo cupo più che mai si abbatte su Gattuso. Rino potrebbe dire addio se non cambia totalmente lo scenario. Troppa discontinuità, per una squadra che nonostante ha cambiato tanto, pur mantenendo alcuni suoi uomini cardini, non riesce ad essere coerente con i risultati, ma soprattutto con le prestazioni.

Bisognerebbe indagare a fondo, e capire se basterà cambiare per l’ennesima volta il tecnico per sperare di stabilirsi, ed avere continuità. I tifosi azzurri, vogliono semplicemente divertirsi. Napoli è una piazza che ha fame di vittorie ma soprattutto di sudore e non di resa. Alcuni atteggiamenti difficilmente trovano una spiegazione valida e coerente, dall’esaltazione agli abissi più profondi, a Gattuso va dato il merito di aver raccolto le macerie post Ancelotti, ed aver ridato linfa in pochi mesi ad un team e ad un’intera piazza, quella stessa linfa che oggi anche lui pare aver smarrito.

Pubblicità

È il calcio, quando le cose non vanno il primo a pagare è sempre l’allenatore. Ma mai come in questo caso, se gli episodi sono simili, bisognerebbe iniziare a comprendere che gli errori commessi sono molteplici e non possono riguardare solo gli allenatori che passano e che da qualche anno a questa parte difficilmente restano.

Ora è il tempo di Gattuso, appeso ad un filo, ma verrà anche il tempo di riflessioni più accurate, ed Adl lo sa. Benitez, Allegri, Spalletti o chi che sia, la panchina partenopea scotta e non sarà facile per nessuno sederci.

 

Pubblicità

 Follow us!

FacebookFacebookYoutubeTwitter

Produttore Esecutivo in Mediaset per contenuti di informazione (hardnews e softnews), telegiornali e talk tv prime-time. Ho ideato il progetto LBDV e fondato la testata giornalistica. Sono amante del dubbio, socratico per formazione e mi piace guardare al di là delle apparenze tutto, le persone e la vita.

in evidenza