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Napoli, l’indagine su De Laurentiis: l’iter processuale e i possibili rischi del club

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Aurelio De Laurentiis e i vertici del Consiglio di Amministrazione della Ssc Napoli sono indagati per falso in bilancio dalla Procura di Napoli, che focalizza la sua attenzione sulla trattativa Osimhen. Dopo la notizia delle perquisizioni della Guardia di Finanza, presso le sedi di Castelvolturno e Roma, ci si interroga sulle possibili conseguenze. La questione è stata già oggetto di giudizio presso il Tribunale Federale Nazionale con il proscioglimento del Napoli, di altri dieci società e di sessantuno dirigenti. Sentenza confermata in secondo grado dalla Corte Federale di Appello.

Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, qualora dalle indagini emergessero nuovi fatti ed elementi, potrebbe riaprirsi il caso nuovamente in sede sportiva. Intanto nell’edizione odierna il quotidiano Repubblica aggiunge che il numero uno degli azzurri dovrebbe rispondere anche di dichiarazione fraudolenta ai sensi degli artt. 2 e 3 del d.lgs. 74/2000

Reato di falso in bilancio, art.2621 c.c.

Ogni società, e quindi anche quelle sportive, al termine di determinati periodi, sono obbligate per legge a redigere una serie di documenti contabili volti ad accertare la propria situazione economica. Il reato in esame consiste dunque nella violazione e falsificazione di tali documenti, nel caso di specie, con la finalità di ottenere un introito illecito.

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Nel nostro ordinamento le fattispecie tipizzate del reato di falso in bilancio sono tre: oggettivo, qualitativo e valutativo.

La Procura di Napoli sembrerebbe aver indagato i dirigenti del Napoli per il reato nella su declinazione valutativa, in quanto si presume un’ipervalutazione di una serie di calciatori, specie nell’attenzionato caso Osimhen.

Iter processuale

Come accennato sopra, in un passato molto recente, la Procura Federale, nella persona di Giuseppe Chinè, ha accusato ben undici società ( tra cui il Napoli) e sessantuno dirigenti (tra cui De Laurentiis) di avere contabilizzato plusvalenze e diritti alle prestazioni dei giocatori per valori eccedenti quelli consentiti. In sostanza, già prima in sede sportiva, si contestava la pratica dei club di dare valutazioni ai propri calciatori non coincidenti con la realtà. Lo stesso Procuratore Chinè, a supporto della sua accusa, ha presentato al Tribunale Federale una tabella che indicava i valori dei giocatori così come indicati dal noto sito www.trasfermaket.it, dall’altro i valori “gonfiati” così come stabiliti dalle società per la cessione dei calciatori.

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Il giudice ha però rigettato tutte le accuse sancendo un principio di diritto sportivo molto importante. Per tutte le cessioni, anche per quelle che non sono oggetto di deferimento, non esiste o non è realizzabile “IL” metodo di valutazione del valore del corrispettivo di cessione/acquisizione delle prestazioni sportive di un calciatore. Tale ha affermazione come base giuridica un principio fondamentale, quello del libero mercato caratterizzato dalla contemporanea volontà di ambedue le parti contraenti e, nel caso di specie, anche del giocatore interessato.

Alla luce di questa sentenza il Procuratore Chinè ha presentato ricorso ritenendo quanto statuito dal Tribunale Federale IRRAGIONEVOLE, ERRONEO E INFONDATO. Nonostante ciò la Corte Federale di Appello a Sezioni Unite conferma la sentenza del giudice di primo grado.

Nuova indagine in corso

Nella giornata del 21 giugno 2022, una nuova indagine, per i medesimo motivi, è in corso nei confronti del presidente De Laurentiis e del CdA della società. Questa volta però le indagini della Procura di Napoli sembrerebbero essere state realizzate in quanto in Francia è in atto un procedimento contro i vertici del Lille. Sotto osservazione c’è sempre il caso Osimhen, ed in particolare le valutazioni quattro giocatori( Karnezis, e tre giovani della primavera azzurra) ritenute troppo alte rispetto a quando dimostrato.

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È possibile la riapertura del processo in sede sportiva?

Alla luce dei dati normativi che disciplinano la giustizia sportiva SI. L’articolo 63 del codice di giustizia sportiva al comma quarto sancisce l’ammissibilità di revisione del procedimento laddove emergano nuovi fatti ed elementi.

Le conseguenze e gli effetti della nuova indagine

Cosi come confermato oggi ai microfoni di Radio Kiss Kiss dall’Avv. Fulgeri, legale di De Laurentiis e del club, i tempi della magistratura ordinaria sono più lunghi in quanto dipendenti dalla polizia giudiziaria e dal magistrato che in concreto vuole valutare i fatti.

Quasi sicuramente il Procuratore Federale Chinè chiederà la documentazione alla Procura per analizzare la sussistenza dei presupposti e far riaprire il caso in sede sportiva. Potrebbero essere valutate le possibilità di addurre nell’accusa anche la violazione del principio di lealtà di cui all’articolo 1 del codice di giustizia della FIGC, e la violazione dell’art.34 in ambito gestionale.

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Dunque, seppur minimo, c’è il rischio che potrebbero partire due processi, uno penale, l’altro sportivo. Le sanzioni ovviamente sarebbero differenti.

Nel caso in cui il presidente il il CdA venissero condannati dal giudice penale le sanzioni previste dal codice civile sono le seguenti:

  • la reclusione da 1 a 5 anni per gli amministratori o dirigenti che inseriscono nel bilancio dati non reali allo scopo di trarne vantaggio personale o per altri, art 2621;
  • la reclusione da 6 mesi a 3 anni in caso di falso in bilancio di lieve entità, art 2621 bis;

Diverso sarebbe il caso di una possibile riapertura e conseguente condanna in sede sportiva con delle sanzioni che muterebbero a seconda della norma violata. Ipotizzando la violazione dell’articolo 1 del codice di giustizia sportiva la sanzione sarebbe quella di una significativa inibizione; mentre la violazione dell’articolo 34 avrebbe conseguenze diverse a seconda dei commi ritenuti non rispettati.

La SSC Napoli cosa rischia?

Se la sentenza del magistrato ordinario in un processo penale statuisse la condanna degli imputati, nessuna conseguenza sportiva ricadrebbe sul Napoli. Solamente la riapertura del processo sportivo potrebbe portare delle conseguenze anche alla società partenopea: dalla mera ammenda sportiva, passando per una penalizzazione in classifica, fino ad arrivare addirittura alla retrocessione in Serie B.

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Alla luce dei fatti, dei documenti e degli elementi attuali sembra difficile che i dirigenti rischino una sanzione penale, e sembra altrettanto difficile che il presidente De Laurentuus, il CdA e la Ssc Napoli rischino la riapertura dell’indagine sportiva con la conseguente sanzione. Lo stesso Avv. Fulgieri ha evidenziato che la società è tranquilla, forte anche di una sentenza passata in giudicato che rigettasse le medesime accuse.

I tempi della magistratura ordinaria, come detto sopra, sono lunghi dunque non ci resta che attendere e confidare nella giustizia.

foto-twitter napoli

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Laureando in Giurisprudenza presso l'Università degli studi Suor Orsola Benincasa. Redattore LBDV, nonchè scrittore e conduttore di "BLITZ!" e "MATCH!" - i programmi in diretta social dedicati, rispettivamente, al calciomercato e alla stagione calcistica.

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