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ANGOLO DEL TIFOSO NAPOLI – Napule è… sconfitta, ma non ridimensionata

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L’Atalanta è una squadra difficile da affrontare per chiunque. Meriterà – alla fine – almeno il quarto posto… o forse il terzo.

E’ un gruppo che, se riesce a mantenere questo stato di forma complessivo (la percentuale di pressing del secondo tempo con queste temperature e di questi periodi è roba da fantascienza), farà una grande coda di Champions ad agosto.

Gosens di nome fa Robin, ma in campo sembra più Batman, capace di dominare sull’out di sinistra, di raddoppiare e sovrapporsi in continuazione, con tenuta tecnico-tattica apparentemente assai superiore ai ventisei anni che compirà tra qualche giorno.

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Duvan Zapata è capace di fare reparto da solo, resiste a qualsiasi cosa gli arrivi addosso, difende bene la palla e non esita un attimo nel cercare lo specchio di porta. Non esistono al momento molti attaccanti come lui nei migliori campionati europei e sarebbe interessante vederlo, a questo livello di maturazione, in un top club.

Gomez, invece, è detto “El Papu” a causa del dolce nomignolo datogli dalla madre, ma in campo l’unica cosa gentile che rimane è proprio il soprannome, tanta e tale è la determinazione, la capacità di palleggio, la forza e la spinta che sa dare ad una squadra che pare essere stata creata apposta per lui.

Il Napoli esce in ogni caso da Bergamo sconfitto, ma non ridimensionato.

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Capaci di contenere (e per gran parte del primo tempo chiudere) una squadra che normalmente produce molto di più di quanto fatto stasera. Gli azzurri non sono invece riusciti a muovere bene la palla davanti e sono calati vistosamente nel secondo tempo.

Peccato, soprattutto, non aver capitalizzato nessuna tra le occasioni da gol create ed aver preso il primo gol in quel modo sciocco.

Distrarsi”, ha scritto Susanna Tamaro, “vuol dire soccombere”.

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Lo hanno sperimentato sulla loro pelle Fabian Ruiz (largamente insufficiente) e Di Lorenzo (che ha disputato probabilmente la peggiore partita da quando è a Napoli).

Dallo stadio “Azzurri d’Italia”, comunque, qualcosa di buono il Napoli lo porta a casa. Gli strappi e la tecnica di Zielinski, per esempio, oltre al buon ingresso in campo di Lozano, che alla prossima meriterebbe quasi di partire titolare, magari al posto di un Politano apparso poco in palla.

Napoli-Atalanta del 30 ottobre 2019 fu, a suo modo, una gara emblematica per quel che sarebbe successo da lì in avanti per qualche mese.

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Atalanta – Napoli, in questo senso, chiude un ciclo, prima ancora che un girone.

In 8 mesi è successo di tutto: ammutinamenti, multe, sconfitte incommentabili, atteggiamenti riprovevoli, l’esonero di Ancelotti, l’arrivo di Gattuso, gli acquisti di Demme, Lobotka e Politano, la graduale ripresa, prestazioni di nuovo convincenti, l’emergenza sanitaria da Covid-19, la vittoria della Coppa Italia ed uno spirito di gruppo ritrovato.

Da fine ottobre ai primi di luglio è accaduto quanto, normalmente, accade in diversi anni.

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La confusione, però, è il primo passo del cammino verso la conoscenza.

Ha fatto bene Gattuso a fine partita ad arrabbiarsi, sottolineando come due errori gravi hanno determinato una sconfitta evitabile. Fa bene, soprattutto, a mantenere tutti sulla corda, perché ancora per un altro mese (almeno) ci saranno diverse occasioni in cui onorare un’estate che di scontato, per il momento, pare avere solo le temperature che in tutta Italia iniziano a percepirsi.

D’altronde il tesoro più grande che può portare una stagione strana e anomala come quella attuale è proprio l’esperienza, che si forma sugli errori (da riconoscere e mai più ripetere) e si rafforza con tutto quello che man mano accade.

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In definitiva Bergamo rimane certamente un campo difficile, ma se proprio bisognava perdere, meglio farlo quest’anno che l’anno prossimo.

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