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ANCHE MENO – Le pagelle dell’Avellino

Cerignola – Avellino: “La ragazza mi ha lasciato è colpa mia! Sono stato anche bocciato e non andrò via. Passerò tutta l’estate qui! Compresi i Lunedì! Quelli li odio di più, non lo so, ma è così! Odio i lunedì”.
Sono certo che questa canzone è risuonata per tutto il tempo della partita nella testa dei giocatori in campo. Ritmi lenti, squadre lunghe, noia, tanta noia, maledetta noia.
Poi ci si mette il freddo, la pioggia e l’amico tuo con cui vedi la partita che continua a dire “sta partita la vince chi segna per primo”. Quando Rigione è svenuto in area come il miliziano spagnolo della famosa foto di Robert Capa, lanciando l’attaccante avversario al goal del vantaggio, ho visto l’avanzata dei non-morti che si avvicinano alla barriera.
Il Re della Notte in lontananza ha le sembianze di Eziolino Capuano, ci urla contro in maniera tenebrosa: playofffffffffff. Mi sono girato verso il mio amico e ho chiesto di telefonare all’unica persona che può salvarci in questi momenti. Suonano alla porta. Apro. C’è De Cristofaro.
“E adesso Basta, vado fuori, sempre se trovo i pantaloni e vado ad affogare tutti i miei dolori. Perché restare, restare soli, fa male anche ai Duri. Loro non lo dicono ma…..Piangono contro i Muri (Buoni però quei Duri!!!!!)”
Le pagelle dell’Avellino
Iannarilli: In tutte le aggregazioni umane, in ogni gruppo di lavoro, in ogni comitiva o famiglia, esiste sempre quell’uomo un po’ rude, a volte eccessivo, di cui non puoi fare a meno. Quello che da piccolo sceglievi per primo nella tua squadra, l’amico indomito che non si tira mai indietro. L’uomo fidato che ti toglierà tutte le castagne dal buco, colui a cui concedi le tue spalle. Para, sgomita, fa presenza in area e urla, quanto urla. Un portiere è un portiere, è scritto nel suo codice genetico. Sulla carta d’identità Anthony Iannarilli, nato ad Alatri, di professione portiere. Voto 6,5.
Enrici: Roccioso, generoso, invalicabile. È tempo di aggiornare gli aggettivi che accompagnano il ruolo del difensore centrale. Ai tempi del “roccioso” il difensore reagiva semplicemente al movimento dell’attaccante. Nel calcio moderno, il difensore ha parametri fisici, organici, di forza, di intensità uguali, o che si differenziano poco dall’esterno, dal centrocampista o dalla punta. È un atleta che non sta più in disparte, slegato dalla squadra, ma sale, accompagna, ricopre più metri in campo, lo fa scivolando sugli esterni, muovendosi in generale molto di più ed è sempre coinvolto nella manovra. Ecco Enrici gioca nel girone meridionale della serie C. Si muove, gioca palloni e partecipa al movimento (lento) della squadra. Sì, assomiglia tanto a quel difensore moderno. Sì certo, assomiglia, perche il ragazzo sta ancora studiando. I libri sul tavolo sono ancora tanti. E studiando studiando si perdono pezzi, attaccanti avversari e palloni in area sui calci piazzati. Voto 5,5.
Rigione: “Banzai Banzai” gridavano gli aviatori giapponesi prima di suicidarsi sulle navi americane nel pacifico. Sono sicuro che avrà urlato anche Rigione prima di suicidarsi sul tappeto di gioco e farsi scappare l’attaccante del Cerignola che sigla la rete del vantaggio. “Banzai”. Voto 5.
Frascatore: Esistono quei terzini che hanno un cuore selvaggio, galoppano sulla fascia, tentano il cross, sfiorano goal, stanno in copertura, aiutano la difesa a risalire. No, Frascatore stasera non ha fatto nulla di tutto questo. Voto 5.
Cancellotti: Esistono anche quei terzini silenziosi, metodici, lavoratori a testa bassa. Sono attenti, reggono la posizione, vanno in copertura. No, non saranno mai i mattatori di una festa, magirarti e vederli sempre lì presenti sulla fascia ti da sicurezza. Voto 6.
Palmiero: Una grande massima di Confucio sostiene: “Siediti lungo la riva del fiume e aspetta. Prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico.” La vita scorre, i pensieri cambiano, le esigenze mutano. Così, senza nemmeno accorgertene, quello che in questo momento ci sembra irrinunciabile, domani potrebbe non contare più nulla! Ecco, Confucio è stato un grande pensatore, ma non ha mai allenato una squadra di calcio, altrimenti avrebbe urlato anche lui: “Palmiero corriiiiiiiiii ca…” Voto 5.
Armellino: Assenza di Sounas, Biancolino lancia titolare il vecchio capitano Armellino. Buoni piedi, passato di categoria glorioso, ma la condizione atletica è quella di Margheritoni al ritorno dall’America. Mezzo destro, Mezzo sinistro. Attendiamo la giocata che ci fa vincere la Mitropa Cup. “Tunse la pinseracalinda. Matalo, Matalo, Matalo”. Voto 4.
De Cristofaro: Se hai un cadavere in casa e vuoi sbarazzartene, hai un solo numero da chiamare. De Cristofaro arriverà e ti dirà come recuperare palloni, reggere da solo la manovra del centrocampo dell’Avellino e…segnare, anche se è il 94’ di una partita che credi persa. Mr. Wolf. Voto 7.
Panico: E’ biondo, è un attaccante, viene dalla provincia di Napoli, è rapido con i piedi e cerca spesso gli altri giocatori del reparto. No, quello buono gioca in Turchia, il nostro di Immobile ha solo la soglia di realizzazione. Voto 5.
Patierno: Te lo ricordi il giorno di quell’interrogazione in filosofia al rientro dalle vacanze? Quelle stesse vacanze che però, tu, le hai passate a fare tutto, tranne che studiare. E allora hai dovuto sviluppare tutte le tue doti camaleontiche di nascondimento professionale, dietro l’ombra dei tuoi vicini di banco per sfangare quell’interrogazione che però, puntualmente arriverà. Ti trovi li, affianco la cattedra, con la faccia tesa e il corpo rigido, qualcuno ti lancia una palla davanti una porta sguarnita e tu…la metti fuori. Patierno rimettiti a studiare ti prego. Voto 3.
D’Ausilio: Il talento brilla, sempre, anche quando è annebbiato da noie muscolari ormai presenti un pò troppo spesso. Corre, inventa, fa sponda. Il lord comandante della barriera degli Stark al grande freddo del nostro centrocampo. È l’unica luce di una partita spenta e mediocre. Uscito dal campo la fiamma si spegne. Winter is coming. Voto 7.
I subentrati dell’Avellino
Russo: Il premio maglietta bagnata dell’Avellino spetta sempre a lui. La voglia è tanta, la corsa pure. Corre Russo, corre tanto, spesso a vuoto e sempre con un tocco in più. Perche? Anche meno Russo, Anche meno. Voto 5.
Redan: Giuro che quest’estate lo avevo visto anch’io su Temu. Posso giurare su quello che ho più caro che ho visto una Ferrari, rossa fiammante e con l’ assetto sportivo. Quando è arrivata la spedizione stentavo a crederci che quella Punto XL impolverata, fosse la stessa Ferrari del catalogo pagata profumatamente. Ma se spolveri qui e là, se osservi attentamente come imposta le curve, icambi di passo, i dribbling e i tiri in porta, la puoi immaginare quella macchina sportiva lì sotto. Redan fai un respiro profondo e ripeti insieme a me all’infinito, fino a che non ti convinci che: “Io sono una Ferrari, io sono una Ferrari, io sono una Ferrari…”. Voto 6.
Campanile: Troppo poco tempo per valutare una prestazione, troppo giovane per valutare un errore grave. Voto S.V.
Gori: Il perché non sia il mattatore di tutti gli attacchi della serie C è chimera da chiedere soltanto al Dio del calcio. Atleticamente, fisicamente e anche la tecnica di questo calciatore trasbordano da un corpo programmato per fare goal a raffica. Eppure….eppure non funziona, quest’anno non gli gira proprio e un minuto prima di maledirlo a squarciagola, estrae dal cilindro di un’azione confusa, l’assist per il pareggio dell’Avellino al 94’, e giù tutti ad abbracciarlo. Voto 6.
(Foto: Depositphotos)