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In campo con Garbo – L’analisi della 17ª giornata

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Daniele Garbo
Tempo di lettura: 6 minuti

Secondo appuntamento con la nostra rubrica “In Campo con Garbo”, dove attraverso le parole del nostro Direttore Editoriale Daniele Garbo analizziamo la diciassettesima giornata di Serie A conclusasi con il posticipo di ieri sera tra Bologna ed Atalanta.

Prima di cominciare con le nostre domande, vorrei un suo personale pensiero sulla figura di Gianluca Vialli.

“Con Gianluca Vialli ho avuto molti piacevoli incontri, soprattutto durante il Mondiale di Italia 90. Dopo la semifinale vinta dall’Argentina al San Paolo, ero negli spogliatoi e intravidi il centrocampista della Lazio Pedro Toglio che conoscevo, visto che all’epoca seguivo molto da vicino la Lazio, che essendo su di giri per la vittoria ottenuta contro gli azzurri mi abbracciò calorosamente. Durante quell’abbraccio dallo spogliatoio uscì Vialli che mi lanciò uno sguardo non proprio carino. Non ci dormii la notte, e solo nel 2009 in occasione della finale di Champions League a Roma tra Barcellona e Manchester United ebbi l’occasione di “chiarirmi” con lui, che con un sorriso ed un abbraccio mi disse che era acqua passata. Un personaggio davvero pulito, in un mondo complesso come quello del calcio.”

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Veniamo alle questioni del nostro calcio. Il Napoli ritorna alla vittoria contro la Sampdoria, dando dei segnali di ripresa abbastanza netti. Come arrivano gli azzurri al match contro la Juventus?

“Le grandi squadre si vedono nel momento di difficoltà, quando perdono una partita reagiscono e, a tal proposito, la risposta di Marassi contro la Sampdoria è stata molto importante. Era una partita particolare per un sacco di motivi: per l’omaggio a Vialli e Mihajlovic,  perchè comunque veniva dalla sconfitta di San Siro e perché la Samp era reduce dalla vittoria sul Sassuolo. Secondo me il Napoli ha dato una risposta di grande maturità. Ha avuto un approccio alla gara da grande squadra, che sa quello che vuole, rischiando in un paio di occasioni, che però gli azzurri hanno gestito benissimo. È chiaro che non è ancora la squadra spettacolare vista nella prima parte di campionato, ma i motivi possono essere diversi: una nuova preparazione e il Mondiale di mezzo anche se i calciatori che sembrano stare meglio sono quelli che hanno partecipato alla competizione iridata. Kvaratskhelia è lontano dalla condizione migliore, il suo recupero è fondamentale. Osimhen è una forza della natura, segna e trascina la squadra da vero leader.”

Non chiederò un pronostico sul match tra i primi della classe e la Juventus, ma le chiedo chi arriva meglio a questo match che sembra essere già decisivo per il futuro del torneo

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“È acclarato che il Napoli ha due risultati su tre, in caso di vittoria il duello per lo Scudetto sarebbe soltanto con il Milan.  Ma in caso di sconfitta degli uomini di Spalletti il campionato si riaprirebbe clamorosamente e, a quel punto, bisognerebbe vedere la reazione degli azzurri. Credo che il Napoli abbia dimostrato di avere qualcosa in più della Juventus in campionato. I partenopei giocano meglio, ma i bianconeri hanno dimostrato una grande solidità vincendo otto partite consecutive senza incassare gol e questo in Serie A fa la differenza. Bisogna dire pero che almeno quattro sono state vinte in maniera fortunosa, soprattutto a Cremona dove i padroni di casa hanno dominato prendendo due pali e vedendosi annullati due gol discutibili. Dico che se una squadra come la Juventus vuole vincere lo Scudetto non può ridursi a sperare nell’assalto finale, deve giocare meglio e creare di più e, siccome il Napoli è abituato a giocare a ritmi molto sostenuti, dubito che la difesa juventina possa reggere l’urto dell’attacco partenopeo. Ma il calcio ci ha abituato a vedere di tutto, vediamo venerdì cosa succede.”

Luciano Spalletti, in conferenza stampa dopo la vittoria di Marassi, è apparso molto sicuro di sè affrontando in modo deciso i giornalisti. Il temperamento dell’allenatore del Napoli in che modo può incidere sulle prestazioni di squadra?

“Conosco molto bene Luciano Spalletti ed ho sempre apprezzato la sua serietà e disponibilità. Credo che un conto sia quello che mostra al di fuori del contesto squadra ed un altro sia il suo ruolo di allenatore di un gruppo di ragazzi che vogliono raggiungere un obbiettivo comune. Al di fuori sembra che sia molto deciso e stizzito, mentre quando allena la squadra dà la sensazione di essere padrone della situazione, di uno che non ha paura di esporsi davanti alla stampa e che mostri una grande personalità gestendo al meglio i momenti difficili. A volte lo si accusa di non riuscire a reggere il ritmo sulle lunghe distanze, in realtà in Italia non ha mai avuto squadre attrezzate a lottare per il titolo. Quest’anno pare che abbia trovato una squadra costruita a sua immagine, dando un entusiasmo ed un’ impronta importante, una fortissima identità di gioco, tutti remano dalla stessa parte dando il massimo  e superando le aspettative.”

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Capitolo Milan: dominio assoluto contro la Roma per ottantacinque minuti, due gol e tanta qualità. Poi il crollo nel finale con i giallorossi che recuperano clamorosamente nel recupero: Cosa sta succedendo ai rossoneri?

“Il Milan come l’anno scorso ha avuto un sacco di infortuni che l’hanno praticamente massacrato, con la differenza che l’anno scorso ne sono usciti benissimo vincendo il campionato. Nella partita dell’altra sera, oltre ad una dose di sfortuna e a qualche errore tecnico di Pioli, credo che il Milan abbia due problemi seri: il primo è che Olivier Giroud non è più giovanissimo e quando lui non c’è manca un sostituto all’altezza. Rebic non è un centravanti così come Leao, mentre Ibrahimovic ed Origi non danno la sensazione di poter tornare presto alla forma migliore. E poi il secondo grande problema è che il Milan ha la stessa squadra dello stesso anno, ad eccezione di Charles De Keteleare, che non sta rendendo quanto ci si aspettava. Mi rifiuto di pensare che sia divento un brocco e che Paolo Maldini e Ricky Massara abbiano preso un grosso granchio, visto cosa hanno fatto con Tonali e Leao, ma bisogna aspettare che risolva i suoi problemi di adattamento.”

Roma e Lazio, due facce della stessa medaglia: I giallorossi non convincono ma non perdono, mentre i biancocelesti subiscono il clamoroso ritorno dell’Empoli.

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“La Roma ha un organico da quinto/sesto posto. La vera delusione dei giallorossi penso sia rappresentata dal gioco che esprime. Mourinho ha schierato i suoi quattro assi offensivi. Abraham, Zaniolo, Dybala e Pellegrini ma facendo una partita molto difensiva, quindi annullando le caratteristiche di questi calciatori. Bisogna chiedersi perchè, nonostante la presenza di tutti questi calciatori offensivi il primo tiro in porta dei giallorossi è arrivato al minuto ottantatre. La realtà è che le squadre di Mourinho, tranne il Porto dei primi anni duemila, non hanno mai avuto un gioco spettacolare.  La cosa migliore che ha fatto è stata quella di riportare a Roma un entusiasmo pazzesco in ogni partita, ma da lui mi aspetto qualcosa di più.

La Lazio vive difficoltà di organico e di equilibri interni. Quando manca Immobile non c’è un suo sostituto e non si sa a chi affidarsi. Luis Alberto vive da separato in casa e non incide favorevolmente sull’ambiente e pare che ci siano dei dissidi tra l’allenatore Maurizio Sarri e Igli Tare. Mancano delle valide alternative agli undici titolari.”

Cremonese, la panchina di Alvini traballa, è giusto che sia il tecnico a pagare per il mediocre campionato dei lombardi?

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“Per la Cremonese ci vorrebbe un miracolo ed il problema non risiede nella guida tecnica, che a tratti ha mostrato di saper insegnare calcio. Il problema è l’organico che non è adatto per la Serie A. Forse alla Cremonese, più che un nuovo allenatore servirebbe un taumaturgo”.

Chiudiamo con un pensiero su quelli che sono stati gli scontri tra ultras romanisti e ultras napoletani domenica pomeriggio ad Arezzo. Come può il calcio italiano affrontare e risolvere queste problematiche ?

“Innanzitutto ci tengo a precisare che la mentalità ultras è affermata in ogni stadio d’Italia e del Mondo, penso ai tifosi del Marisglia, della Roma, del Chelsea. L’allora Lady di Ferro, Margaret Thatcher, decise di debellare questo cancro del calcio attuando misure fortissime contro i trasgressori delle regole e credo che anche il nostro governo dovrebbe prendere dei seri provvedimenti, facendo anche in modo che i facinorosi non possano più mettere piede negli stadi e intrattenere rapporti tossici con le società. Questo passaggio secondo me può avvenire in alcuni  passaggi fondamentali: vietando le trasferte ai gruppi organizzati, tolleranza zero verso atti violenti, leggi durissime e farle rispettare anche sciogliendo i gruppi delle tifoserie organizzate ed vietando gli striscioni, un fenomeno tipicamente italiano”.

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(Foto LBDV)

 

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