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CORNER CAFE’ – Bo(e)ing 737

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Boing, più che Boeing. Salvi, anche se sballottolati. Un po’ come tutti i tamponi che nei giorni scorsi hanno viaggiato affannosamente sulla tratta Roma-Avellino – e di cui non parlerò, evitando castronerie, a causa di conoscenze ancor più misere dei negazionisti. Gli uomini di Inzaghi non saranno mai stati più contenti di rimettere piede sulla terraferma. Certo, avrebbero potuto scegliere un giorno migliore per il “primo volo” del nuovo arrivato in casa Lazio; ma ormai i giochi erano fatti, e Lotito non avrebbe mai potuto perdere la faccia di fronte ai colleghi. Il giocattolo nuovo lo si porta a scuola per farsi ammirare, mica si lascia a casa. E così si è partiti e si è arrivati, anche se la giornata non era proprio la più congeniale per volare.

Se c’è una cosa chiara in tutta questa vicenda, però, è che Lotito prende quello che vuole, lasciando agli altri le briciole del dibattito. Non sarà il presidente più apprezzato d’Italia, né di certo il più elegante; ma sa far seguire le parole ai fatti. Ora il Boeing, prima i tamponi. Nel mezzo, Luis Alberto. Chiariamoci: i panegirici di Lotito non mi piacciono, e spesso mi sono trovato in disaccordo col modo di fare del presidente biancoceleste. Ma è un dato di fatto che, mentre tanti parlano, lui fa. Che faccia solo per sé, poi, è un altro discorso. Ma fa, al contrario di chi dovrebbe ma spreca tempo e risorse in dibattiti di vecchia data che, ormai, sono anche dimentichi della propria origine. Che i calciatori siano tornati a Roma in modo diverso è stato dovuto al solo fatto che l’aeroporto non è stato possibile riaprirlo. Altrimenti, avrebbero dovuto tenere duro un altro po’. Perché sì, Lotito sarebbe salito su quel Boeing. Ed è già tanto se solo come passeggero.

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