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29 volte Lorenzo: sarai davvero Magnifico?

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Il destino – si dice – ha molta più fantasia di noi.

E’ per questo che deve esserci per forza un disegno fatto apposta per chi è nato lo stesso giorno in cui è venuta al mondo Angelina Jolie (nel 1975), il giorno dopo di Rafael Nadal (nel 1986) e Checco Zalone (nel 1977) ed il giorno prima – tra gli altri – di Ken Follett (nel 1949), Federico Garcia Lorca (nel 1898), John Maynard Keynes (nel 1883) e Pancho Villa (nel 1878).

Nell’ordine: bellezza, forza, sorriso, genio, poesia, numeri e… rivoluzione.

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Se sei nato il 04 giugno, in altre parole, non hai scelta, perché il destino ha deciso per te.

Se poi sei nato nel 1991, significa che il 04 giugno 2020 spegni 29 candeline, quante bastano per decidere, una volta e per tutte, se continuare ad essere semplicemente (si fa per dire) Lorenzo Insigne o provare davvero a diventare “il Magnifico”.

“Quant’è bella giovinezza,

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che si fugge tuttavia!”

scriveva 530 anni fa il più grande Lorenzo che la storia ricordi.

Poeta, mecenate ed umanista, il Signore di Firenze ha rappresentato uno dei maggiori uomini politici del Rinascimento.

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Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non v’è certezza”.

Poco dopo aver composto la “Canzona di Bacco”, precisamente due anni più tardi (troppo presto), si spense l’esistenza terrena di Lorenzo de’ Medici, ricordato – sempre e per sempre – come “Il Magnifico”.

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Chiamarsi Lorenzo, nascere e vivere nel golfo più bello d’Europa, crescere 163 cm, tirare (bene) a calci una palla, indossare la maglia azzurra e… diventarne il capitano subito dopo uno dei più grandi di sempre.

Una serie di accadimenti tali da disegnare certamente una vicenda bella da raccontare, carente – ancora oggi – però di quella scintilla capace di accendere un fuoco e far sì che il tutto diventi un incendio di emozioni indimenticabili.

Perché la “storia” di Lorenzo Insigne è di quelle che riappacificano con la quotidianità, di un giovane che nonostante la scarsa considerazione a causa della sua statura e per un fisico gracile, ce l’ha fatta giocando in serie A, segnando in Champions League ed indossando la maglia azzurra della Nazionale Italiana.

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Talento, dedizione e sacrificio: una ricetta infallibile per chi nella vita vuole almeno provarci.

Eppure Lorenzo, oggi 29enne di successo, divide come non mai i tifosi di calcio, e non solo quelli del Napoli. Capace di straordinarie giocate, suggerimenti geniali e gol insperati, ma anche di errori banali sotto porta, dribbling forzati e ripetuti con testardaggine, tiri a giro in larga parte annunciati.

A dispetto di chi ama difenderlo a spada tratta, c’è chi – infatti – firma petizioni per togliergli la fascia da capitano stretta al braccio, auspicando una cessione milionaria al fine di liberare il gioco di una squadra che, spesso, è schiava della verve e delle prestazioni troppo altalenanti del suo maggiore uomo di fantasia.

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Le evidenze, però, non si negano.

E tra queste vi è senza dubbio quella che Lorenzo da Frattamaggiore sia diventato negli anni un patrimonio del calcio Napoli, simbolo o addirittura icona di una squadra che si divertiva giocando e che giocava divertendosi, ma anche che quando la partita è bloccata, l’avversario ha preso le misure e gli azzurri paiono essere prevedibili o svogliati, l’unica speranza è dare la palla al numero 24, capace di indovinare un assist impensabile o una giocata da manuale.

Io sono il primo tifoso del Napoli”, ha dichiarato di recente, poco prima di annunciare il cambio del procuratore, proprio nel mentre si facevano insistenti i rumors circa la volontà di prolungare l’attuale contratto legandosi a vita ai colori che (su questo non c’è tema di smentita) sono tatuati come seconda pelle.

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29 volte Lorenzo, dunque, quest’oggi.

Un numero di candeline perfetto per chi si trova davanti al bivio più importante della sua carriera e deve decidere che strada prendere.

I baci alla maglia e le dita che si avvicinano a formare un cuore (dirette ad una curva che a volte fischia perché troppo ama) valgono molto di più di alcune parole pronunciate troppo in fretta e di reazioni non proprio educate a qualche sostituzione frequente, ma queste ultime – purtroppo – lacerano e rimangono impresse negli occhi di chi da un Capitano certe cose proprio non se l’aspetterebbe.

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Il compleanno, si sa, è il momento più adatto per guardarsi alle spalle e poi decidere, un attimo dopo, cosa fare da grande.

Lorenzo Insigne probabilmente non ha le qualità fisiche di Angelina Jolie, il braccio forte di Rafael Nadal, la comicità intelligente di Checco Zalone, l’acume economico di Keynes, la capacità artistica di Ken Follet e Federico Garcia Lorca o l’istinto rivoluzionario di Pancho Villa, ma certamente sa che comincia da adesso in poi il momento della verità, quello che servirà a consegnare alla storia un Insigne qualsiasi oppure… un altro Magnifico.

“Del domani”, diceva l’altro Lorenzo, “non v’è certezza”.

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Ma se qualche punto fermo proprio bisogna trovarlo, allora certamente può dirsi che conteranno – da adesso in poi – i palloni calciati all’incrocio con o senza tiro a giro e gli assist sontuosi trovati, cercati o inventati, ma conterà ancora di più la testa alta, il petto in fuori e lo sguardo fiero verso l’orizzonte, gonfio dell’orgoglio d’una fascia che per ora rimane ancora saldamente ad un braccio che, prima o poi, deve provare a sollevare qualcosa d’importante.

Auguri Lorenzo, buon compleanno!

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