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Tre cose su….Avellino e Benevento

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Avellino
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Tre cose su….Avellino e Benevento, eliminate nelle semifinali playoff per la serie B

Rimpianti e ritardi sul binario C

Doveva finire diversamente all’andata, fanno sapere dagli ambienti irpini e sanniti, in riferimento alla doppia clamorosa eliminazione delle due squadre campane nelle semifinali playoff di serie C, ad opera di Vicenza e Carrarese.

L’Avellino ebbe tutte le occasioni possibili e immaginabili per confezionare una vittoria tra le mura amiche, ma venne bloccato sullo 0-0 dai Lanerossi.

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Il Benevento a Massa di Carrara aveva stravinto ai punti nel primo tempo (come ieri sera, d’altronde), ma audacia e cinismo della Carrarese, a denti stretti, hanno consentito ai toscani di acquisire un piccolo vantaggio iniziale non da poco.

Che, sommato alla sconsiderata espulsione di Talia, li ha fatti davvero camminare in salita, come Sisifo che, nel mito greco, è obbligato a spingere in eterno un enorme masso fino in cima, che, una volta raggiunta la vetta, rotola di nuovo giù a valle.

E Avellino e Benevento, dopo una più che discreta stagione disputata, sono di nuovo ruzzolati giù nella vallata della serie C.

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Sogni sfumati alla stazione

Questa fumata nera non deve far disperare. Il termometro indica una Campania molto vispa sotto l’aspetto calcistico, come non mai, ma che purtroppo ha raccolto poco.

Mettendo tutto su una bilancia ideale, l’unica gioia è la promozione della Juve Stabia. Tutto il resto (la delusione Napoli e debacle della Salernitana) è stato un disastro.

Ma dai fallimenti possono nascere delle opportunità. Quanto visto anche ieri sera al Menti e al Vigorito, ci presenta due realtà vivaci che stavano anche divertendo (oltre che dominando la scena), ma che non sono riuscite a capitalizzare.

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Agli assalti dell’Avellino e del Benevento (che era andata in vantaggio per due volte) hanno avuto la meglio l’implacabilità assoluta delle due avversarie, che hanno sfruttato punti deboli e ingenuità per fare male e poi gestire il resto della gara. Sogni infranti contro le pareti d’acciaio del Vicenza e della Carrarese, costruite con perizia e maestria.

Biancorossi e gialloblu che coronerebbero anche loro un sogno con la vittoria della finalissima. I primi tornerebbero in B dopo due stagioni di Purgatorio in C, per i secondi, invece, sarebbe festa straripante ritornando nella serie cadetta dopo averla assaporata per due anni nel secondo dopoguerra.

Solo….fumo e meno male

Per com’erano state le premesse tra tifosi vicentini e avellinesi, il rischio di una collisione era dietro l’angolo.

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Alla notizia che i tifosi irpini stavano acquistando biglietti nei Distinti del “Menti”, s’era scatenato il putiferio tra i veneti, con una leggerissima e insopportabile punta d’intolleranza. Che, forse, se non andava consentita, andava quantomeno decisamente contrastata.

Perché se lo Stato (giusto o sbagliato che sia) stabilisce dei criteri, tu tifoso devi solo fare il tifoso e rispettare quelle regole. Altrimenti il terreno, nel quale ci si muove, diventa zuppo di anarchia e ognuno agisce un pò come gli pare. Forse, in verità, c’è ancora un po’ questa concezione in alcuni stadi, di rimanere su alcuni aspetti “zona franca” da norme e direttive emanate.

La dicitura “non sarà tollerata”, scritta nel comunicato dai Fedelissimi del Vicenza, sapeva molto di minaccia e poco di consiglio o di parere. Per fortuna che l’arrosto s’è rivelato essere solo fumo e, a parte il colpo di testa insolente di alcuni supporters irpini di provare a “sfondare” il settore dei sostenitori del Vicenza, l’incendio che si poteva innescare è stato prontamente spento dagli agenti della Digos.

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Risultato finale: non ci sono stati scontri violenti, se non un fastidioso lancio di fumogeni.

Fumo colorato anche al Vigorito di Benevento, ma per realizzare una bella e festosa coreografia sugli spalti. Gli oltre 9.000 tifosi giallorossi hanno creato uno spettacolo fantastico, sostenendo la squadra dall’inizio alla fine e credendoci fino al quinto minuto di recupero.

Chi, però, è tornato in Toscana contento e soddisfatto sono stati i circa 500 tifosi della Carrarese. Anche loro hanno sorretto i loro beniamini con canti e colori.

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E, al fischio finale, le loro grida liberatorie di gioia erano più forti della voce dello speaker e dell’audio dell’inno del Benevento a ringraziare i giocatori per la prova (tant’è che sono stati costretti ad alzare il volume).

La loro trasferta è stata premiata.

(Foto: DepositPhotos)

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