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Bonfiglio Nicola: “Allenare la mente è come aggiungere un motore in più sulla propria auto di Formula 1”

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Calcio generica
Tempo di lettura: 3 minuti

La Redazione di Calciostyle.it ha intervistato Bonfiglio Nicola, Mental Coach in ambito sportivo e calcistico.

bonfiglio

Di seguito le sue parole:

Come si differenzia l’approccio mentale necessario per gli atleti nel mondo dello sport e del calcio rispetto a quello richiesto in ambito imprenditoriale?

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“L’approccio mentale è lo stesso che tu sia un imprenditore di successo o un atleta professionista, cambia solo l’obiettivo da raggiungere.

Vado ad immaginare come vorrei che andasse quella gara/evento alla quale mi sto andando a preparare.

La nostra mente crea e rilascia delle psinassi in base a quello che inserisco nel mio cervello, che è un contenitore di immagini.

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Mi creo le domande giuste, pensando a come posso raggiungere quell’obiettivo, quella determinata cosa… Come riuscirò ad arrivare lì? Le domande sono potentissime! Il mio cervello lavorerà per me anche quando sono in relax”.

Immaginiamo un giovanissimo talento, considerato l’astro nascente di un Top Club che rischia di non essere rinnovato e confermato perché è bloccato psicologicamente. Cosa consiglierebbe a lui e al suo team per superare questa situazione difficile?

“Consiglierei di provare a lavorare mentalmente con un professionista per cercare di aiutarlo e sbloccarlo.

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Se fai sempre le stesse cose, solitamente, otterrai sempre gli stessi risultati… Io lavoro molto con i giovani, quando capiscono l’importanza del lavoro mentale che si fa in settimana e capiscono che è un valore aggiunto non ti lasciano più .

Allenare la mente è come aggiungere un motore in più sulla propria auto di Formula 1 e far volare davvero la macchina.

E’ impensabile che nel 2024 si possa lavorare sulla tecnica, la tattica, il fisico e non invece sulla parte mentale…”

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Bonfiglio, come affronta e gestisce le paure e le ansie dei giocatori prima di entrare in campo?

“Le paura fanno parte della nostra vita e continueranno a farne parte sempre, soprattutto quando usciamo dalla nostra zona di confort e ci spingiamo oltre i nostri limiti.

Il problema è la paura della paura, l’ansia prima di una gara, un problema che non esiste. Solitamente andiamo ad immaginare come non vorremmo che andasse un evento, un esame, una gara o quello che andiamo ad affrontare nella vita.

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La nostra mente non distingue la differenza tra un evento vividamente immaginato che un evento realmente accaduto, perciò quando vado ad immaginare situazioni negative, il mio corpo che va a prepararsi a quella partita, si prepara fisicamente come se lo avesse già vissuto centinaia di volte (e molto probabilmente poi la gara va male).

Io vado a sempre a lavorare con immagini e pensieri positivi di come vorrei che andasse a svilupparsi quel match, quell’ esame a scuola etc.

Le visualizzazioni nel mio lavoro sono fondamentali e ci lavoro di continuo, curando i dettagli di ogni atleta per renderlo performante al massimo”.

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Quali tecniche o strategie consiglia loro per affrontare efficacemente un’ importante gara e mantenere la concentrazione durante la partita?

“Per mantenere la concentrazione durante un mach, in settimana lavoro con gli atleti per cercare di farli entrare nello stato della massima concentrazione (stato di flusso) e rimanerci più tempo possibile nella gara.

Lo stato in cui mente e corpo sono perfettamente allineati, in quello stato un atleta ha accesso a tutte le proprie risorse ed è performante al 100 %, si può allenare tutti i giorni questo stato, come si allena la parte fisica.

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Questo è uno dei miei lavori principali e fondamentali che svolgo insieme agli atleti che seguo”.

Gli atleti si rivolgono a un mental coach, solo quando hanno problemi o anche quando sono già ai livelli massimi delle loro capacità?

Inizialmente mi contattava solo chi era in difficoltà o aveva problemi, di recente mi chiamano giocatori di livello che vogliono ulteriormente alzare l’asticella ed essere più performanti ancora e raggiungere ulteriori traguardi.

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Se pensi in piccolo rimarrai piccolo… Ecco io penso ovviamente in grande”.

Grazie della chiacchierata Bonfiglio Nicola.
A presto.

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