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PREPARTITA SALERNITANA – Ctrl-Alt-Canc. C’è una salvezza da raggiungere

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Candreva
Tempo di lettura: 4 minuti

Parola d’ordine: resettare. Auspicio: ripartire senza perdersi in chiacchiere. Il tutto, dopo quindici lunghissimi giorni trascorsi tra ansie, illazioni, accuse e disquisizioni più o meno sensate. Fulcro del dibattito, manco a dirlo, Boulaye Dia. Il forte attaccante di origini senegalesi ha tenuto in apprensione un intero ambiente a causa di atteggiamenti, a dire il vero, molto poco chiari. Tante, forse troppe ne sono state dette sul 10 granata. Alcune legittime, nonché condivisibili. Altre, invece, totalmente fuori logica e contesto. Pensieri e convinzioni, probabilmente, scaturite anche da una spasmodica ricerca dell’esclusiva di matrice giornalistica rivelatasi, come ormai consuetudine odierna, il più delle volte un vero e proprio buco nell’acqua. Una querelle quasi da associare alle efficaci e funzionali, quelle sì, ricerche della grande Federica Sciarelli e del suo “Chi l’ha visto?”. In fin dei conti, però, tutto pare essersi dissolto a mo’ di bolla di sapone. Da ieri, infatti, l’attaccante più prolifico della storia granata in massima serie è ritornato all’ovile. Pronto, da quel che trapela, a dare di nuovo una mano ai compagni e a mister Sousa, previo accertamento clinico che sentenzierà, una volta per tutte, la vera entità dell’infortunio rimediato in Nazionale.

Per processi, sanzioni e chiarimenti interni de visu ci sarà tempo. Ciò che è certo è che la società guidata da patron Iervolino tutto pare tranne che una con l’anello al naso. Accessorio che, è bene specificarlo, non posseggono neanche i supporter di fede granata. Se si tratterà di pace reale o armata, poco o nulla dovrà interessare. L’importante è che, da questo momento in poi, si ritorni a remare tutti nella medesima direzione. Questo pomeriggio la Salernitana è attesa da una gara tutt’altro che abbordabile. Il Toro di Juric è squadra arcigna e ben organizzata, destinata al conseguimento ufficiale del titolo di ottava o settima sorella del calcio italiano.

Sousa, dal canto suo, sarà chiamato ad arginare il possente scoglio con due importantissimi defezioni. Oltre a Dia, infatti, l’uomo di Vizela dovrà fare a meno anche di Lassana Coulibaly. La botta al naso rimediata in quel di Lecce pare essere più seria del previsto. Fare, ancora una volta, di necessità virtù appare dunque l’unica strada da seguire, almeno attualmente. Al “Via del Mare”, per buona pace degli inguaribili contestatori, oltre agli innegabili difetti si è intravisto anche qualche pregio. E chissà che la sosta non possa aver regalato nuove consapevolezze ad un gruppo che, al netto di evidenti lacune, appare comunque piuttosto omogeneo e variegato.

Tante, specie nel reparto avanzato, le alternative a disposizione di Sousa, che in settimana ha provato diversi sistemi di gioco variando gli intepreti. Unica certezza, al momento, la difesa. Davanti ad Ochoa, agirà il collaudato terzetto composto da Lovato, Gyomber e Pirola. A centrocampo, probabile chance dal 1′ per Bohinen al fianco di Legowski. A sinistra Bradaric, a destra uno tra Mazzocchi e Kastanos. Qualora il cipriota dovesse partire dalla destra, ad affiancare Candreva sulla trequarti sarà Jovane Cabral, destinato, a prescindere. ad avanzare il suo raggio d’azione rispetto alla gara di Lecce. Dubbio in avanti, con Botheim e Ikwuemesi a giocarsi la maglia da titolare al centro dell’attacco.

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Ci sarà da soffrire, e certamente il livello dell’avversario odierno non aiuta in tal senso. Ci sarà, inoltre, da mettersi al pari con le cosiddette piccole che davanti hanno già iniziato a correre. Sebbene ci si trovi in una fase embrionale del campionato in cui, gioco forza, non possono esistere certezze. L’unica certezza, da 104 anni a questa parte, è la tifoseria. Una tifoseria che, se non si perde in chiacchiere e orpelli, è capace di portare punti a casa in totale autonomia. E non è certo roba da poco.

(Foto: DepositPhotos)

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