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NUMERO 14 – Il cuore che si ferma

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Firenze, 22 Novembre 1981. Allo Stadio “Artemio Franchi” è in corso la partita Fiorentina – Genoa. Dopo dieci minuti dall’inizio della ripresa il risultato è di 2 a 1 in favore della squadra di casa. C’è un lungo lancio da centrocampo verso la porta del Genoa, un giocatore viola è in ritardo ma riesce a colpire di testa. Un attimo dopo il portiere avversario gli frana addosso, lo colpisce alla testa con un ginocchio. L’impatto è tremendo, il calciatore della Fiorentina resta a terra. E’ privo di sensi, il polso non si sente più, il battito cardiaco cessa. Per trenta, interminabili secondi.

Simbolo cittadino

L’intero pubblico presente è ammutolito dall’angoscia. L’uomo accasciato sul terreno con gli occhi sbarrati è Giancarlo Antognoni, il capitano della squadra, l’uomo in cui tutta la città si identifica, il condottiero della squadra. I Pontello, proprietari del club, lo sanno bene. E gli hanno costruito attorno un gruppo di tutto rispetto, in grado di puntare al titolo. A suo fianco, a dettare i tempi della manovra, c’è l’elegante mezz’ala Eraldo Pecci. In avanti il centravanti della nazionale Ciccio Graziani fa coppia con l’esperto argentino Bertoni. In difesa spadroneggia l’implacabile stopper Vierchowod. Un team senza punti deboli, in grado di sciorinare un bel calcio e di contendere lo scudetto ai campioni uscenti della Juventus. Antognoni è la punta di diamante, lui può dare qualcosa in più. E, quel giorno, fino allo scontro fatale, ha mantenuto fede alle aspettative: un assist per il primo gol di Bertoni, il rigore del raddoppio e parecchi numeri d’alta scuola. Solo il Destino ha potuto mettergli i bastoni tra le ruote. A costo di prendersi la sua vita.

Lotta con la morte

Attorno al suo corpo si svolge una frenetica corsa contro la morte. Richiamati dai gesti disperati degli altri giocatori sono accorsi in campo gli staff medici di entrambe le squadre. Il medico della Fiorentina, Dott. Anselmi, lavora gomito a gomito con il collega genoano Dott. Gatto. Quest’ultimo è il primo a prestargli soccorso: controlla il polso e inizia a praticare il massaggio cardiaco. Nessuna reazione da parte del giocatore. Il massaggiatore viola Raveggi è livido in volto dal terrore. Il Dott. Anselmi da il cambio a Gatto nel controllo del polso mentre il massaggiatore prova con la respirazione bocca a bocca. Ancora nessuna reazione da parte di Antognoni. Raveggi prova a rovesciargli la lingua in bocca per evitare il soffocamento e riprende con il trattamento. E’ il mezzo minuto più lungo della storia dello sport fiorentino. Al termine dei trenta secondi c’è una prima, flebile reazione da parte del giocatore. Un fotografo esulta con un balzo di gioia, lo stadio intero esplode in un boato liberatorio.

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Ripresa e recupero

Antognoni viene portato negli spogliatoi, ad attenderlo c’è la moglie. E’ in stato confusionale ma riconosce e saluta la consorte. Dopo una iniezione di cardiotonico  viene accompagnato in ospedale mentre l’altoparlante dello stadio annuncia che è fuori pericolo. Il pubblico esulta alla notizia, nessuno avrebbe mai voluto che quella giornata finisse in dramma. Ci sarà, inevitabilmente, una appendice sgradevole di questa vicenda, il fascicolo aperto dalla Procura di Firenze su Silvano Martina, il portiere genoano, indagato per “lesioni personali volontarie gravi”. Anche se lo stesso Antognoni sarà il primo a dichiararsi convinto della involontarietà del suo gesto verrà lo stesso rinviato a giudizio per poi essere assolto per difetto di querela. Infatti, né il giocatore né i suoi parenti hanno mai pensato di denunciarlo, convinti della sua innocenza. La soddisfazione più grande per Martina, comunque, sarà quella di stringere la mano ad Antognoni sul campo, nella partita del girone di ritorno. Il capitano viola, rimessosi in sesto a tempo di record, è abile ed arruolato non solo per la parte finale del campionato ma anche per il Mondiale di Spagna che lo consacrerà Campione del Mondo. Il miglior risarcimento che si possa immaginare da parte del Destino, dopo essere stato ad un passo dalla morte.

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