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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Napule è… paura dei propri limiti

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Uno scrittore americano vissuto nella seconda metà dell’Ottocento e morto nel mezzo della prima delle due guerre mondiali, amava ripetere che “il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare”. Era Elbert Hubbard, scomparso per aver deciso – dopo che la nave su cui viaggiava aveva violato il blocco tedesco – di non utilizzare una scialuppa e rimanere a bordo con la propria amata, chiuso in cabina per andare incontro al proprio destino.

Mentre il mondo è in ansia per quanto accade nei confini ucraini, fa specie parlare di timori, ansie e preoccupazioni nel commentare una partita di calcio, anche se mette di fronte le prime due della classifica in un campionato dove la seconda ha una partita in meno (potendo essere potenzialmente in testa).

E’ stato un primo tempo di grande equilibrio, senza grandi occasioni da gol e con diversi errori di impostazione da ambo le parti.

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Poteva esserci – probabilmente  – un rigore su Bennacer, c’era – sicuramente – quello sul centravanti nigeriano in maglia azzurra.

Molta intensità soprattutto a centrocampo e squadre concentrate nel cercare Osimhen da una parte e Leaodall’altra.

Inizio ripresa caratterizzato dalla pressione rossonera, capitalizzata col gol del vantaggio siglato in allungo da Giroud su un tiro sbagliato di Calabria.

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Da quel momento in poi baricentro più alto per la squadra di casa, ma comunque tanta fatica per la squadra di Spalletti per avvicinarsi all’area di rigore avversaria.

Deludenti più che mai nell’occasione finora più importante dell’anno, nella notte in cui il Milan si candida a rimanere lassù sino alla fine, gli azzurri escono ridimensionati dopo l’illusione della vittoria all’Olimpico non tanto per la sconfitta di misura, ma per l’incapacità di realizzare la partita che s’era immaginata, fatta di intensità, velocità di manovra e giocate verticali.

Sono mancate troppe prestazioni individuali da parte di giocatori importanti (Insigne, Politano, Zielinski e Fabian Ruiz su tutti), evidentemente incapaci di essere decisivi quando sarebbe più importante di altre volte.

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Brutta sconfitta, in ogni caso. Se – normalmente – come amava dire Jim Morrison, “la mente mette i limiti ed il cuore li spezza”, Napoli – Milan racconta esattamente quel che manca agli azzurri per provare davvero a rimanere in alto fino alla fine.

Probabilmente la squadra di Spalletti non ha perso sulla zampata esperta del bravo attaccante rossonero, ma nell’incapacità complessiva di contenere un terzino fantastico come Theo Hernandez e di trovare un rimedio al raddoppio costante ed efficace di Tomori e Kalulu su Osimhen.

Il dato di fatto è che la quasi totalità dei punti e delle occasioni perse si sono smarriti tra le mura amiche, dove sarebbe lecito aspettarsi sempre di più, specie in partite come queste.

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Non esiste soluzione per un problema come questo, specie quando sembravano esserci – alla vigilia – tutti i presupposti per dare una direzione diversa ad una stagione tuttora indecifrabile.

Lavoro, testa bassa, mani sul manubrio e gambe forti sui pedali.

Saranno – le ultime – dieci partite complicate, in un calendario che sulla carta è il peggiore rispetto alle prime due ed alla quarta.

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Fare calcoli non è servito mai a nessuno. Valga una certezza: “il più grande sbaglio nella vita è… avere paura di sbagliare”, quella che gli azzurri hanno avuto per novanta e più minuti al Maradona.

 

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