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ZONA CESARINI – Gli Arbitri del Cinema (o viceversa)

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I fatti del recente Juventus-Roma mi hanno ispirato un ricordo. Nel guardare la teatralità del Sig. Orsato nel decretare il rigore alla Roma, mi è ritornata l’immagine di un bel film del 2013…

L’Arbitro (2013) di Paolo Zucca

Con un poetico bianco e nero, il piccolo film narra le disavventure dell’arbitro Cruciani (Accorsi), caduto dall’Olimpo della Serie A ad arbitrare un derby di Terza Categoria in Sardegna a causa di un episodio di corruzione. La meraviglia sta nella danza con cui gli arbitri si allenano ai corsi e che lo stesso Cruciani mette in mostra nel campetto barbaricino, esasperando gesti e movenze, a cercar di dare un tono al suo ruolo in un contesto rurale.

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L’evoluzione estetico-artistica dei Direttori di gara si è sviluppata veloce nell’ultimo ventennio. Dalle giacchette nere, l’AIC (Associazione Italiana Arbitri) ha più volte ritenuto troppo decentrato e anonimo il ruolo dei suoi tesserati.

E giù maglie sgargianti e colorate, dal verde “Slimer di Ghostbusters” al  Rosa shocking degli elefanti da sbornia di Dumbo. Proprio la sbornia di notorietà e la fine di Calciopoli hanno portato i tesserati a  gigionerie teatrali per poter emergere su allenatori e giocatori.

Anche il cinema, appunto, ne è testimonianza in fondo, anche se scavando ci accorgiamo che alcuni atteggiamenti, per quanto estremizzati, si evidenziavano anche prima nella classica Commedia all’Italiana.

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L’Arbitro (1974) di Luigi Filippo D’amico

Era il 1974 quando Lando Buzzanca interpretava il fischietto, dalla tipica fisicità sicula dell’epoca, Carmelo Lo Cascio, integerrimo e incorruttibile, ossessionato dalla sua professione tanto da subordinarne la famiglia. Tale ossessione lo porterà in manicomio proprio quando raggiunge, tra mille imprevisti a minare le sue certezze, il titolo di “internazionale”. L’occhio spiritato già c’era.

Il Tifoso, l’Arbitro e il Calciatore (1982) di P.F. Pingitore

Le “corna dell’arbitro” non si usano più, per fortuna, ma proprio quelle sono la cosa che manda fuori di testa l’altrettanto incorruttibile Presutti, convinto che la moglie lo tradisca con un giocatore della Juve, tanto da fargliela pagare arbitrandolo in un match importante. Di sicuro poi oggi non vedresti mai un arbitro con l’aspetto di Alvaro Vitali, che dà vita al nostro eroe, eroe soprattutto perchè ruba alla Juve (si scherza, forse), anche se forse alle testate ci si è andati vicini più spesso di quanto si pensi.

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Questo modesto excursus cinematografico per dire che oggi l’AIC sembra prediligere tesserati “esasperati” nei toni e nelle movenze, foche da circo da dare in pasto agli spettatori e ai giornali. I “migliori ” arbitri, quelli a cui si affidano i big match nazionali ed internazionali, non scendono in campo con le squadre, ma salgono a volte, sul loro personale proscenio.

Facendo così, spesso rovinano i match, “esasperano” loro i veri protagonisti e i tifosi.

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Trasformando le cronache delle partite in stucchevoli guerre tra tifosi sarcastici o “piagnoni”, servono alla AIC a far parlare di sè, indirettamente, dietro i volti tronfi di alcuni tesserati, in cerca di nutrimento dell’ego.

Collina

Mia opinione personale è che il prototipo dovrebbe essere l’ex fischietto di Bologna, seppur anche lui carismatico e protagonista, ma sempre attento a capire la differenza tra sfogo agonistico e maleducazione, non si ergeva a maestrino della folla. Inflessibile ma comprensivo, rispettoso e pretenzioso dello stesso rispetto. Sbagliava, come tutti, e veniva beccato o deriso dal pubblico, ma aveva il buon gusto di chiedere scusa.

“A Collinaaaaa!!!! Levete la cuffia che nu stamo in piscina!!!” resta, mio malgrado, una boutade linguistica meravigliosa, offensiva ma almeno non volgare che lo stadio Olimpico gli riservava. Tanto per dire che comunque, bravi o scarsi, l’arbitro in genere è un nemico che ce l’ha con noi.

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Si gioca, sia chiaro

Naturalmente non vale per tutti, ci sono fior di professionisti nelle varie categorie. Non si parla di nuove Calciopoli, perchè non credo a sistemi massonici decisi a tavolino (non oggi almeno), magari alla famosa sudditanza psicologica, quella può darsi anche, ma ci puoi far poco in caso.

Va tenuto a mente che è un mestiere difficile e pieno di responsabilità e tensione.

Non va neanche sottovalutata l’arroganza e la violenza verbale di calciatori e allenatori a volte.

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Il VAR qualcosa ha risolto, ma dubbi e complotti li scorgiamo ovunque, anche se oggi vedo più che altro protagonismo dannoso o magari incompetenza (sarà la vecchiaia!).

Stempero col discorso al minuto 01.10 del Presidente Benito Urgu nel film citato di Zucca, perchè mi ricorda mi ricorda me, da ragazzo, quando facevo la conta di quanto mi aveva tolto l’arbitro. Magari ci si riconosce qualcun altro…

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P.S.

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è probabilmente e inconsciamente voluto. Per chiunque supponga di riconoscersi in quanto scritto probabilmente… la Supposta è giusta (a ognuno la sua).

 

 

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