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ANGOLO JUVE – La legge dell’abbandono

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Ve ne accorgete quando una storia sta per finire, no? Ci sono i segnali, le avvisaglie, le serie su Netflix preferite guardarvele da soli piuttosto che godere della reciproca compagnia sul divano, gli aperitivi schedulati con gli amici almeno una volta a settimana diventano due, a volte tre, a volte i messaggi si fanno più rari, si preferisce la compagnia di sé stessi a quella di qualcuno che sembra non aver più nulla da darci.

E ci può stare, è il corso della vita, nessuno ha mai preteso che gli amori veri o presunti durassero per sempre, nemmeno in un medley di Baglioni si potrebbero mai trovare frasi romantiche a sufficienza per giustificare una storia lunga una vita intera. L’amore finisce, e chi contro di lui.

In principio fu Udine. Max Allegri è di nuovo saldamente accomodato sulla panchina bianconera, non quella dell’Udinese. Nella speranza di chi scrive di poter vivere una storia con Max da novello Ferguson a sollevare trofei con la Juve fino a raggiunta età pensionistica, un nuovo tarlo si insinua nella mente dei tifosi bianconeri. State sereni, Cristiano ha già risposto alle voci su un presunto ritorno di fiamma con il Real Madrid. Improvvisamente amanti delle trasmissioni spagnoleggianti che garantivano il bombazo con annessa partecipazione del giornalista che fino all’altroieri mangiava ostriche sullo yacht insieme al portoghese, tutti noi ci siamo rilassati nel percorso di avvicinamento verso la prima di campionato.

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Una bellissima, calda domenica d’agosto. Tacco 12, perché quest’anno di matrimoni ne abbiamo avuti diversi. Nel tentativo di evitare le buche e di non capitombolare davanti agli innumerevoli invitati, la mazzata tra capo e collo serpeggia sulle chat di WhatsApp, i ben informati dicono che Allegri non se ne priverebbe mai, eppure l’undici iniziale è lì, nero su bianco.

Cristiano in panca.

Scelta tecnica. In che senso mi scusi, cosa c’è di tecnico nel lasciare in panchina il più prolifico calciatore della scorsa stagione, bello fresco e riposato? Questo è un segnale amiche mie, tenete a mente: se lui sta in panchina, state certe che c’è qualche Jorge Mendes che lo porta sulla cattiva strada.

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Ci abbiamo creduto alla scelta tecnica? Macché. Cominciamo nel profondo dei nostri cuori ad immaginare una Juve senza Cristiano, una presenza che non ci ha portati sul tetto d’Europa, perché per i portoghesi da trenta milioni a stagione siamo pronti ma per i miracoli l’attrezzatura non sembra essere quella adatta. Cristiano alla fine a Udine entra, segna, esulta a torso nudo per poi vedersi annullata la rete che sarebbe valsa la vittoria. Torniamo a casa con la coda tra le gambe, la scelta tra prosecco e sangria è ardua, ma per fortuna c’è il buffet dei dolci.

Jorge Mendes prende più aerei di una hostess, propone il bomber al City, ma che ne dici di andare al PSG, no ma sei pazzo ma con Messi? Allora torna a Madrid, no sai che c’è io torno a Oporto. Pure Mendes ha bisogno di una doccia ad un certo punto, e noi abbiamo di certezze, se le notizie che si rincorrono ormai da ore non fossero già abbastanza. Max Allegri torna in conferenza, annuncia che Cristiano ha chiesto la cessione.

È impellente il bisogno di correre al supermercato per affondare il cucchiaio in un barattolo di Nutella da chilo. Ed è veramente surreale quanto sia l’abbandono sia l’amore si festeggino con la dolcezza. Sarà stata colpa nostra? Perché abbandonare Torino come un ladro, in una giornata soleggiata, con tutti noi attaccati alla Tv a vederlo sfilare via in una impeccabile polo di Gucci?

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Cosa ti è mancato a Torino? Un mercato che puntasse su di te, che potesse soddisfare i tuoi bisogni? Uno spogliatoio che ruotasse intorno a te, una tifoseria che ti osannasse? E non hai ricevuto tutto questo?

Mendes prende l’ultimo volo buono, quello per piazzare Ronaldo al Manchester United. Scelta romantica, aveva garantito di non poter mai accettare soldi dall’altra sponda di Manchester, ma certo. La Juve prende tempo, nessun addio social, si attendono le cifre, nemmeno una parola dal top management. Di parole ne avremmo a bizzeffe noi. Perché mentre scrivo Cristiano ha superato l’ennesimo record diventando il più prolifico marcatore delle Nazionali. Ma scappare così, a campionato iniziato, riportando nelle nostre menti il più doloroso e vigliacco degli abbandoni, quello di Antonio Conte, è una ferita che richiederà tempo per rimarginarsi.

La nostra storia è cominciata con il tremendo e meraviglioso dolore della rovesciata allo Stadium, e termina con un post su Instagram. Ringrazieremo la vita per sempre per averci dato la possibilità di vedere il tuo nome stampato sui nostri colori. Ma una volta tolto il tuo nome, restano quelli, i colori.

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E nessuno mette la Juve in un angolo, nemmeno se si chiama Cristiano Ronaldo.

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