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LEVA CALCISTICA ’68 – Buon Compleanno Franck

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Se nel 2013, dopo aver vinto Champions League e Mondiale per Club e dopo esser risultato protagonista assoluto, non ti viene riconosciuto un premio individuale come il “Pallone d’Oro”, a coronamento di una carriera segnata da talento cristallino, personalità e determinazione, c’è sicuramente da restarci male e soffrirne. Ma lui è abituato.

– È una tersa mattina di fine luglio del 1994. Tersa, ma con il solito vento del Nord, pungente e tagliente, che gli sferza la pelle del viso, già provata e martoriata dall’incidente automobilistico di dieci anni prima. Le lacrime, che gli rigano il volto battuto dal vento, sembrano riaprire vecchie ferite. La salsedine del Canale contribuisce ad aumentarne il dolore. Le maledette lacrime che gli vengon su quando i compagni lo prendono, per l’ennesima volta, in giro.

 

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– Il Brasile, da pochi giorni, è diventato Campione del Mondo e lui ha ancora negli occhi le movenze cadenzate e feline di Romario, gli esterni felpati e le finte di corpo. Cerca di inciderle nella pietra della memoria per scacciare via i soliti sguardi, quelli di orrore, così come quelli di pietà. Gli fanno male in egual modo, come anche i commenti e le cattiverie di adulti e bambini quando gli osservano il volto, distogliendo l’attenzione dalla sua tecnica e dalle finte del suo giovanissimo talento. Lui è abituato.

 

– Ma, seduto sulla panchina ai piedi di Notredame de Boulogne, su Quai de la Verge, sul lungomare della sua città, ad osservare le coste inglesi, si chiede per quanto potrà resistere. Volgendo lo sguardo alla sacra statua, fa una promessa a se stesso e alla Vergine. Un giorno, riuscirà ad andar via da Boulogne, lascerà quella amata terra di confine e dimostrerà al mondo che può essere forte e famoso come Romario. Che quel volo, attraverso il vetro del parabrezza dell’auto dei suoi genitori (adottivi) che gli ha segnato il volto e l’anima, non lo frenerà, anzi. Perché, a dodici anni, lui è già abituato.

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– Dieci anni dopo si troverà in terra turca ad essere soprannominato “Scarface”, ancora per quelle maledette cicatrici. Ma lui, al Galatasaray, non lascerà segni particolari, così fa ritorno in Francia.

Questa volta però eviterà quegli sferzanti venti del Nord e sceglierà le latitudini più calde della Costa Azzurra, diventando in breve l’idolo della multietnica folla del Velodrome di Marsiglia.

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In Bavaria lo notano subito e nel 2007 va a vestire la casacca rossa di uno dei più prestigiosi Club europei. Al Bayern Monaco resterà dodici anni, legando il suo nome allo squadrone tedesco con il quale vincerà, tra l’altro, nove Bundes, scolpendo il suo nome accanto a quello di altre Leggende.

– Ad agosto del 2019 prova l’avventura italiana, firmando con la Fiorentina, convinto dal suo grande amico Luca Toni. Porta immediatamente esperienza ed entusiasmo, poi un infortunio lo frena.

 

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– Che la tua determinazione, la tua enorme personalità e il tuo carattere allegro e solare ti portino al più presto a calcare di nuovo il prato.

Al più presto Franck. Perché il calcio italiano, anzi il calcio mondiale, vive di Uomini come te.

Lunga vita ad uno degli ultimi geni del Football.

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Lunga vita ad uno degli ultimi Uomini del Football.

Buon compleanno Franck Ribery.

 

Non mi sottoporrò mai a nessun intervento di chirurgia estetica, perché le cicatrici fanno parte di me e mi hanno forgiato e reso un uomo migliore

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Franck Ribery

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