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IO RESTO #ACASACONVLAD – E se ora finisse il mondo…
E se ora finisse il mondo?
Me lo chiedo spesso in questi giorni di quarantena, con questa pandemia scoppiata in tutto il pianeta. Questo momento impone riflessioni profonde, sarà che abbiamo tutti più tempo per guardarci allo specchio, per riflettere, sulla vita, su noi stessi, sul momento che stiamo vivendo.
Sono tra quelli meno “fortunati”, se possiamo chiamarla fortuna o sfortuna a seconda dei casi, perché non c’è niente di umano nel dover vivere giornate relegati al chiuso di quattro mura, anche se si tratta delle pareti della propria casa. Sono tra coloro, infatti, che devono andare al lavoro, essendo un operatore dell’informazione, quindi devo uscire giocoforza, rischiando ogni singolo attimo di poter contrarre il virus. Ma questo è il bello del mio mestiere, del resto.
La mia vita scorre, dunque, (quasi) come al solito, seppur con grandi disagi e con l’angoscia di dover vivere e vedere il mondo com’è adesso, vuoto e freddo, fermo e immobile come un’istantanea che tradisce il silenzio e spezza il fiato in gola.
Riflessivo e nostalgico lo sono di mio, ma è innegabile che la congiuntura e lo scenario apocalittico che ci circonda mi invitino proprio a nozze. E allora ripenso alla mia vita finora, a questi miei 41 anni, a quel che ho vissuto ed a quello che forse non rivivrò più, perché sono convinto che quando usciremo da quest’incubo, nulla sarà più lo stesso.
Tutto sommato chi scrive fa parte di una generazione fortunata, quella nata a fine anni Settanta, che ha vissuto la spensieratezza e l’opulenza degli anni Ottanta, forse il momento migliore dal dopoguerra ad oggi. Quella generazione che ha visto con i propri occhi la caduta del Muro di Berlino, che assistito ai primi vagiti della globalizzazione, intesa però nella sua accezione migliore, come commistione di culture e razze, come possibilità di condivisione e di conoscenza.
Ho visto le cabine telefoniche a gettoni ed internet, ho sognato la Grecia attraverso le pagine dei classici a scuola per poi accorgermi che viaggiare era accessibile e facilissimo. Ho scritto sui muri dei bagni con gli Uniposca, ho usato le bic per poi ritrovarmi a chattare su whatsapp, ho visto la piazza quando era ancora agorà, per poi capire che i miei amici erano tutti sui social.
Ho assistito a tante trasformazioni importanti che hanno cambiato la nostra società, che hanno modificato il nostro sentimento, la nostra percezione del mondo.
Qualcuno obietterà che “si stava meglio quando si stava peggio” e chissà perché, forse per la prima volta, non riesco in questo momento ad essere del tutto in disaccordo con questa affermazione. E’ innegabile, che quelli che come me hanno scavallato il millennio abbiano attraversato il muro tra un’epoca e l’altra, perché il mondo che ricordiamo da bambini era molto diverso da quello attuale.
Ho visto cambiare le categorie mentali, la metamorfosi di forma e sostanza proprio in quanto fondamenti ontologici, così come ho visto cambiare l’uomo e la sua percezione del reale.
Ho scoperto che cos’è l’hi-tech e la robotica applicata, ho vissuto l’americanizzazione del pensiero, l’inglesizzazione della lingua che ha invaso la nostra quotidianità, ho visto sgretolarsi pian piano la nostra identità ma al tempo stesso schiudersi gli orizzonti e rompersi barriere e confini che ormai non avevano più ragion d’essere.
Penso intimamente che se il mondo finisse oggi, forse potrei anche dire di aver vissuto davvero e visto tanto, con buona pace dei progetti di vita che ancora non ho avuto modo di realizzare e che restano in cima alla mia personale scala delle priorità.
Ho visto tante cose belle, molte altre brutte, ma ho vissuto epoche piene e intense che non torneranno.
Ho guardato Pertini esultare al Bernabeu come l’ultimo dei tifosi sfegatati per la Coppa del Mondo del 1982.
Ho visto il primo scudetto del Napoli, poi la Coppa Uefa ed il secondo tricolore. Ho visto la Serie C e il fallimento. Ma soprattutto ho visto Maradona.
Ho visto lo sgretolarsi del Muro di Berlino, i ragazzi danzare sulle sue macerie e con esso crollare le barriere tra gli uomini.
Ho visto la donna rialzarsi con dignità e lottare a testa alta ogni giorno per ricordare al mondo di esistere.
Ho bevuto Martini, innamorandomi ad ogni sorso di Charlize Theron che si allontanava.
Ho visto la musica, quella bella, i Queen, David Bowie, Michael Jackson e i Nirvana. Ho visto pure i Jalisse e i Sugarfree, eh… Ma va bene lo stesso.
Ho visto la fine della Prima Repubblica, ho visto Tangentopoli e Mani Pulite, ho visto Falcone e Borsellino dichiarare guerra alla Mafia e poi capitolare sotto la sua mano vile.
Ho visto la Guerra del Golfo, ho visto le Torri Gemelle crollare e la gente piangere mentre qualcun altro rideva.
Ho visto il fallimento della politica.
Ho visto Holly e Benji, Sampei e Bim Bum Bam.
Ho visto IT e mi sono nutrito della fantasia oscura di Stephen King.
Ho visto l’Uomo Tigre e la Saga di Ritorno al Futuro.
Ho visto i Goonies e sognato per anni un vascello pirata e un tesoro nascosto.
Ho visto morire almeno cento volte Jack Dawson in Titanic.
Ho visto la bellezza selvaggia di Nicole Kidman in Cuori Ribelli e lo sguardo conturbante di Scarlett Johansson in Match Point.
Ho visto il faccione folle di Jack Nicholson in Shining, uno straordinario Al Pacino in Profumo di donna e Robert De Niro impazzire in Taxi Driver.
Ho visto Mazinga e il Commodore 64, l’Atari e il tama Goji.
Ho visto “il cielo azzurro sopra Berlino” nel 2006.
Ho visto l’iphone con le file della gente per accaparrarselo e ho visto pure le persone rincoglionirsi per un selfie.
Ho visto Beverly Hills 90210 e il Karaoke, ma ho visto pure morire Dylan, però.
Ho visto le musicassette, i vhs e i cd masterizzati, i film a noleggio e Netflix.
Ho visto il mondo, luoghi magici.
Ho visto l’incanto di Machu Picchu alle luci dell’alba.
Ho visto il Bosforo, dove Occidente ed Oriente si baciano, sfiorandosi nei flutti schiumosi dello stretto, tra le sponde cantate da Omero.
Ho fatto il bagno ad Aguas Calientes sotto il cielo stellato delle Ande.
Ho visto le bianche scogliere di Dover, Big Ben e Piccadilly Circus.
Ho visto le Ramblas affollate e ho sognato ad occhi aperti stretto nelle sue mani affacciato sul Ponte Carlo a Praga.
Ho avuto una famiglia vera, che mi ha riempito d’amore e offerto certezze, da cui ho costruito altre certezze.
Ho conosciuto la Libertà, quella che non fa male agli altri.
Ho conosciuto l’Amore, quello con l’A maiuscola e allora, sotto la Tour Eiffel, le ho chiesto di sposarmi.
Ho conosciuto l’Amicizia, pure quella, con l’A maiuscola. E so che avrei i miei amici al mio fianco in guerra, a guardarmi le spalle.
E se ora finisse il mondo?
E se finisse il mondo, anche se solo nulla tornasse come lo abbiamo conosciuto prima, allora me ne farei una ragione.
Perché noi che abbiamo vissuto tutto questo, in fondo vivremo per sempre.