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ANGOLO DEL TIFOSO NAPOLI – Napule è… un capitano che dà l’esempio ed un gruppo che ricomincia ad essere squadra

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Chi pensa di guidare gli altri e non ha nessuno che lo segue, sta solo facendo una passeggiata”.

Lo ha scritto John Maxwell, tra i maggiori esperti di leadership a livello mondiale.

Lo ha letto – evidentemente – da 2/3 settimane a questa parte, Lorenzo Insigne.

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Il numero 24 del Napoli ha passeggiato in lungo ed in largo sul rettangolo di gioco per tutto il girone d’andata, specchiandosi in una brutta copia di un calciatore qualsiasi, peggiorata da una fascia al braccio sinistro che sembrava davvero non meritata. Qualche mente illuminata, poi, sarà certamente intervenuta. Gli avranno spiegato che un “capo” dà la colpa, mentre un “leader” guida, consiglia e dirige. Si è rimboccato le maniche, ha cominciato a dare l’esempio, correndo all’indietro e ripiegando continuamente anche in difesa. Ed è diventato, in un baleno, il Capitano ideale di un gruppo che gradualmente sembra aver ricominciato ad essere “squadra”.

E’ stato – in ogni caso – un lunedì sera di troppa sofferenza, contro una squadra che ha due/tre punti di forza (smarriti quasi del tutto con le uscite di Ramirez e Quagliarella) e che – ove attaccata con criterio e ragionevolezza – può prendere gol ad ogni azione (nonostante la tenuta difensiva sia notevolmente migliorata con Ranieri).

L’importante è, in ogni caso, aver vinto, continuando ad acquisire ottime certezze, tra cui:

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  • Lobotka è giocatore di livello, per niente alternativa a Demme ed anzi suo complemento ideale;
  • Demme, Lobotka ed Allan (due dei tre li terrei sempre in campo, alternando come terzo Zielinski o Fabian Ruiz) consentono l’impiego di un tridente offensivo puro, dove Politano sarà molto utile per far rifiatare Insigne e accomodare spesso in panchina Callejon;
  • si può certamente costruire dal basso e ripartire costantemente da dietro, ma farlo dall’area piccola con gente come Meret, Mario Rui, Manolas e Hisaj è da folli (diverso era con Reina, Raul Albiol, il miglior Ghoulam);
  • la (piccola) ripresa avviata passa attraverso la ricerca di alcune giocate che parevano dimenticate, quali i cross dal fondo per la testa di Milik, i tagli sul primo palo, i tiri di collo di Insigne, che se non cerca sempre il giro, spesso trova una ribattuta che uno qualunque può ribadire in gol.

Il grande applauso alla Sampdoria per l’eurogol di un sempre straordinario Quagliarella (capace di ridare fiducia ad una squadra che differentemente ne avrebbe presi sei) fa il pari con la squalifica esemplare che meriterebbero gli animali seduti sugli spalti, capaci di urlare solo offese ed improperi nel silenzio assordante di una telecronaca che avrebbe dovuto mettere alla berlina uno stadio che, invece, potrebbe assai meglio sostenere la sua squadra.

Zitto zitto, intanto, il Napoli è arrivato almeno a trenta punti. Per chi parlava innanzitutto di salvezza, le onde cominciano a calmarsi. E quando il mare si calma – si sa – comincia ad intravedersi l’orizzonte e viene forte la voglia di allontanarsi da riva ricercando intrepide avventure.

Chi deve recuperare terreno – come è noto – ha solo un obbligo: abbassare la testa e… correre, correre più forte di tutti senza fermarsi.

A partire da settimana prossima, bisogna provare a riportare la Chiesa al centro del villaggio, ritornando alla serenità e riportando la maglia azzurra un po’ più su, dove probabilmente merita di stare.

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La rivoluzione da inseguire e da ottenere, in questa seconda metà d’inverno, si chiama “normalità”, sentimento autentico e situazione ideale per chi, quest’anno, ne ha viste e sofferte davvero di tutti i colori e adesso merita di ricominciare finalmente a sorridere.

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