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ANGOLO DEL TIFOSO ROMA – Il Carattere non basta, a volte serve altro (con la C…)

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Derby di tensione, derby di festa, derby di scaramucce (solo verbali), derby di pubblico finalmente e di solite gioie/dolori/errori/orrori.

La stracittadina si presenta come Davide contro Golia. Anche se la Roma è quarta, le ultime uscite e i mille infortuni ne minano la credibilità. Al contrario la Lazio, pur con il passo falso di Coppa, è lanciatissima e può legittimamente sognare in grande.

Si comincia con l’indelicato striscione su Zaniolo, seguito da quello un pò sessista sulla madre, ma i personaggi pubblici non dovrebbero prendersela: purtroppo il prezzo è quello e le stizzite social sono inutili e controproducenti. Casomai mi dispiace più il riferimento a Rocca, uomo mentalmente e moralmente integro, come pochi ce ne sono nel mondo del calcio, che ha sofferto (e tuttora soffre) per quanto capitatogli, ma tant’è.

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LUCI E COLORI

Che bello lo stadio pieno. Che belle le coreografie, quella della Roma è straordinaria, a ribadire le origini e il “sangue” che deve ricominciare a scorrere nelle vene. Viva i tifosi, quelli belli, di tutte le squadre.

Formazione a sorpresa. Stesso modulo, ma in panchina vanno Florenzi e Kolarov e in campo Santon e Spinazzola. Cristante è il vice Diawara.

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Si capisce subito che qualcosa è cambiato. La Roma è a mille, corre, lotta, contrasta, mentre la Lazio sembra stanca e sorpresa. Continue le scorribande delle ali da taschino giallorosse, Kluivert e Under. Al minuto 27, cross di Cristante, erroraccio in uscita di Strakosha, e Dzeko, di testa, ringrazia. 1 a 0 (il merito va in parte al sottoscritto che, conoscendo regole non scritte, al Fantacalcio mette il bosniaco come ultimo panchinaro, quindi il gol era certo).

La Roma prosegue sulla stessa linea e per due volte si rende pericolosa. Poi al 34’… Acerbi pareggia. Mi piacerebbe chiudere qui il commento ma…

…E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser

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L’errore di Pau Lopez non ha neanche un nome. Papera? Direi più Germano Reale. Quaglia? Fagiano Imperiale…non saprei definirlo. Una cosa talmente assurda che neanche il Roy Batty di Blade Runner nel suo monologo poteva aver visto. L’anima (sportiva) di Goicoechea è finalmente libera di ascendere al cielo. Karius, vero e proprio maestro del genere, pare stia meditando il ritiro per l’impossibilità di replicare a tale capolavoro. Premesso che lo spagnolo è un buon portiere, che sta facendo bene, purtroppo ieri ha scritto la storia e ci vorrà supporto, fortuna e grandi palle per cambiarla. Forza e coraggio.

Il rammarico grande è che il resto della partita prosegue come tutti i 34 minuti precedenti. La Roma attacca con velocità e cattiveria, prende un palo con Pellegrini, si mangia gol e permette a Strakosha di riscattarsi. La Lazio è inerme, Smalling annulla Immobile, forse più scosso del previsto dallo “scivolone” col Napoli. Dzeko vero faro in avanti, seppur impreciso e i due nanetti davvero in spolvero. Sorprendenti Spinazzola, che annulla l’ottimo Lazzari, e Santon (si sa cosa penso di Santon, ma quando fa bene va rimarcato).

Anche spazio per piccole polemiche. Se appare pretestuoso chiedere il fallo di mano di Acerbi sulla punizione di Kolarov, più discutibile quello su Kluivert, prima assegnato e poi tolto dal VAR: l’olandesino si butta in area ed effettivamente la “culata” la prende, ma va detto che il difensore biancoceleste è completamente girato e neanche lo vede… non so davvero dire se sia rigore o meno.

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Contento della prestazione, mi dispiace che l’orrore di Pau Lopez abbia, di fatto, tolto tre punti importantissimi, ma bello il carattere e il vigore messo in campo dalla squadra, che speriamo venga replicato o la “fiera del gol” orobica sarà dura da tenere dietro. Rimane però la delusione di non aver vinto neanche giocando benissimo, contro una squadra stanca, un pò il destino delle “piccole” e volenterose, etichetta che non mi piace per la mia di squadra. Dirci che non si è vinto ma si è stati bravi, non è proprio da grande squadra, ma come dice Petrachi, questo è un anno zero… non ricorda forse il direttore che sono dieci anni che è l’anno zero e ci saremmo rotti gli zebedei.

In più, abbiamo sì fermato la Lazio ma, con la sconfitta della Juve, hanno preso un punto e un minimo di “terrore” mi comincia a venire. I punti presi con Napoli e Roma, più altri fatti, denotano quello che a Roma viene chiamato “anno bbono”.

Gli juventini sono avvisati… se cadrò…

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...NON LO FARO’ DA SOLO (Sì, è minaccia). 

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