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ZONA CESARINI – 19 Gennaio 1991 e… il giorno dopo

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Dino, o Adino, Viola nasce ad Aulla (MC) nella Lunigiana il 22/4/1915 e viene mandato adolescente a Roma dalla famiglia per studiare. Qui, oltre a laurearsi in ingegneria, comincia anche a giocare all’inizio degli anni Trenta, a Campo Testaccio.

FINISCE LA ROMETTA

Nei primi anni Settanta, sotto Anzalone, diviene dirigente della A.S.Roma che rileva ufficialmente il 16 maggio 1979, portandovi qualcosa che prima non c’era, ambizione e voglia di investimento: finisce definitivamente l’era della “Rometta“. Farà sempre della Roma la sua seconda famiglia e, pur guardato con scetticismo dai grandi del calcio professionistico, dimostrerà  di non avere alcun complesso di inferiorità.

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Negli oltre undici anni di presidenza, la Roma vince un campionato italiano  e quattro Coppe Italia, raggiungendo inoltre la prima e fin qui (speriamo) unica finale di Coppa dei Campioni.

Muore a Roma il 19 gennaio 1991. Il Comune di Roma gli dedica un piazzale proprio nella “sua” Trigoria.

IL GIORNO DOPO

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Il 20 di quello stesso mese, i giallorossi, in grande ritardo di classifica, giocano all’Olimpico contro il Pisa, squadra in lotta per la retrocessione che, nelle sue fila, detiene il cartellino di uno che diventerà tra i suoi principali “antagonisti” sportivi, tal Diego Simeone, futura bandiera della Lazio e non solo).

Quello coincide col mio primo anno da abbonato, iniziato proprio in quel Settembre 1990 e proseguito fedelmente per i successivi tredici anni. Entrare in quello stadio stracolmo, in silenzio, in un lutto disperato… Il giorno prima, la Roma perde l’uomo che ne ha cambiato, per sempre, la fisionomia, portandola ad essere una squadra importante, seppur con alti e bassi, ma sempre in lotta per qualcosa, nemica di quei poteri forti dei quali, prima, non aveva neanche diritto a lamentarsi. Una squadra vincente, non certo come le tre grandi squadre “striate”, ma subito dietro, in alternanza magari con altri club. Ancora oggi, dopo di lui e dopo Sensi, con la stessa Presidenza Pallotta, la Roma è rimasta vicina ai vertici, ha vinto anni fa delle coppe e tutto sommato può sperare di provare a vincerne ancora.

Se a Sensi si deve l’esplosione del nostro Totti e soprattutto la sua permanenza sempiterna, a Viola l’onore di averlo portato a Trigoria, e scusate se è poco.

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Io ero allo stadio, dicevo, poco capivo quando sono entrato, ma tutto mi era chiaro mentre uscivo. Il lutto di 80.000 persone è rumoroso e chiarificatore.

Per la cronaca, il Pisa vince 2 a 0, ma la Roma in campo non c’è, i giocatori non ci sono perchè, pur con i classici litigi, hanno perso un padre.

Chiedere alla Lega di allora una sospensione era per i grandi…

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non per noi che “davamo fastidio”.

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