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ANGOLO DEL TIFOSO NAPOLI – Napule é… il vincitore (con merito) della Coppa Italia 2019/2020

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Si è scritto già, ma vale sempre la pena ripeterlo, che “nessuno può tornare indietro e ricominciare da capo, ma chiunque può andare avanti e decidere il finale”.

Appartiene a Karl Barth, teologo svizzero, ma l’affermazione andrebbe trascritta, stampata e diffusa a più non posso ogni qualvolta c’è chi ha la tentazione di arrendersi, chi ha la voglia di mollare, chi – provato da fatti ed episodi non favorevoli – comincia a perdere fiducia in se stesso.

Perché la Coppa Italia 2019/2020 è di Rino Gattuso, capace di trasformare un gruppo, salvare la stagione e conquistare – definitivamente – il cuore dei tanti tifosi del Napoli sparsi per il mondo.

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Quella del 17 giugno 2020, infatti, è la notte che allontana definitivamente quella dell’ammutinamento, il momento più brutto della storia recente di una squadra che, invece, ha nel DNA le caratteristiche messe in campo durante la finale: sacrificio, dedizione, determinazione, abnegazione, costanza e grande forza di volontà.

Nella serata in cui sono andati contemporaneamente in campo il portiere più forte degli ultimi 15 anni (capace di portare la partita ai rigori) e quello dei prossimi 15, straordinaria prestazione di Koulibaly (tornato finalmente, sembra, ai suoi livelli), bravi Di Lorenzo e Mario Rui, in ripresa Demme, generoso e lodevole Insigne, specie in copertura, da rivedere Zielinski e Fabian Ruiz.

La copertina, però, la merita Nikola Maksimovic, maiuscolo più di quanto già si era mostrato sabato sera, capace di fermare in un sol colpo Cristiano Ronaldo e Dybala, Douglas Costa e chiunque altro avesse l’ardire di avvicinarsi all’area comandata da un eccezionale Alex Meret.

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L’ha vinta ai rigori una squadra finalmente tornata tale, l’hanno vinta dei ragazzi a cui, in queste occasioni, si perdona tutto, anche gol falliti miseramente, passaggi sbagliati e prestazioni a volte non all’altezza.

Per alcuni, soprattutto per quelli che di nuovo non l’hanno alzata, questo è solo un trofeo minore.

Per chi l’ha vinta invece per la sesta volta nella sua storia, questa Coppa Italia è, per tanti motivi, speciale, fortemente voluta e largamente meritata.

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E’ una serata di festa, con abbracci che sono di liberazione, ma anche di speranza e buoni auspici.

Il Napoli che festeggia ha dovuto avere la meglio su Lazio, Inter e poi Juventus.

Il minitorneo ha infatti dato la possibilità di giocare contro le prime tre della classifica, distanti in campionato (finché s’è giocato) in media oltre venti punti. Distanza che, però, non s’è vista, annullata dalla voglia matta inoculata da un allenatore capace di entrare nella testa dei giocatori spingendoli a ritrovare l’unità perduta, l’orgoglio dell’appartenenza e la fame di vittoria.

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Mi dispiace per le persone che non amano Napoli, chi la conosce come me l’amerà tutta la vita“, ha dichiarato Dries Mertens nel video col quale ha annunciato la firma sul contratto che lega – a vita – la sua carriera calcistica (e forse anche quella successiva) alla città più bella e contraddittoria che s’affaccia sul Mar Mediterraneo.

Perché nel giorno in cui solo la tecnologia (per ragioni evidentemente televisive) ha portato un pubblico virtuale ad applaudire sugli spalti, c’è una moltitudine di persone reali che, da casa propria o da qualsiasi parte del mondo si trovi, si è alzata in piedi alla fine ed ha reso onore ai ragazzi azzurro-vestiti, capaci di sconfiggere con merito un avversario apparso (ad onor del vero) spento e senza idee.

Deve alzarla molto in alto la prima Coppa assegnata nel 2020 Lorenzo Insigne, con i piedi ben piantati in terra, ma con lo sguardo che fissa l’orizzonte e le cose che verranno, perché gli occhi lucidi di Callejon sopra un baffetto curioso e lo sguardo fiero di tutti gli altri suoi compagni di squadra evidenziano che qualcosa è davvero cambiato, con la conseguenza che sarebbe davvero da sciocchi far finta di non accorgersene ed un peccato mortale non provare ad approfittarne.

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