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DIETRO LE QUINTE – Cieli immensi, immenso amore

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Appuntamento del giorno con la rubrica targata LBDV dal titolo “DIETRO LE QUINTE”. Una rubrica dedicata a chi, oltre al calcio giocato, ama curiosità aneddoti legati al mondo del pallone.

Io non posso parlare solo di calcio e di donne

Per la fortuna di tutti sono state soprattutto altre le priorità che ha avuto in vita Lucio Battisti, che oggi avrebbe compiuto settantasette anni. Un uomo capace di segnare il panorama della musica leggera italiana fino a diventare l’artista che ancora oggi tutti ascoltano, senza alcuna barriera generazionale.

Nelle sue canzoni non ha mai parlato di calcio. Non rappresenta un mistero, però, la sua simpatia per la Lazio. La passione per i biancocelesti gli è stata trasmessa dal padre Alfiero che, in occasione di un omaggio all’Olimpico nel 2003 nel match contro il Bologna, raccontava:

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“Mio figlio era un grande tifoso della Lazio, amava andare allo stadio senza farsi riconoscere”

“Lui non amava moltissimo il calcio – ha raccontato invece Mogol, protagonista insieme allo stesso Battisti di quello che può definirsi il sodalizio artistico più prolifico della musica italiana – però la passione per la Lazio ce l’aveva. Era una passione che aveva ereditato dal padre, grande tifoso laziale”.

Mogol (nome d’arte di Giulio Rapetti) è riconosciuto anche come il promotore della Nazionale Cantanti, nella quale ha presenziato una volta nel 1975 anche Battisti, da sempre persona strettamente riservata ma dal nobile animo ed attento alle iniziative benefiche come questa.

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Battisti (il terzo in alto a partire dalla destra) nella Nazionale Cantanti

Quel che si sa della sua passione calcistica – ben poco, in realtà – è la sua ammirazione per Giorgio Chinaglia, storico uomo simbolo della Lazio degli anni ’70. Ma ciò che lega di più il nome di Lucio al tifo biancoceleste è senza dubbio uno dei suoi capolavori: “I giardini di marzo“. La canzone è diventata una sorta di inno ufficioso per la Curva Nord, che la intona dopo ogni vittoria casalinga.

Un legame profondo senza particolari proclami, ma “nel silenzio anche un sorriso può far rumore” (giusto per citare una tra le tante massime ‘Battistiane‘). Un legame astratto che fa rumore in quel “In fondo all’anima, cieli immensi e immenso amore” che spesso sta riecheggiando sugli spalti dell’Olimpico in questa stagione, visto il rendimento super della squadra di Inzaghi. Cieli immensi e celesti come il colore della Nord che essa stessa rappresenta l’immenso amore per la propria squadra.

E poi ancora, ancora amore, amor per te“, quasi a suggellare una passione che prevarica ogni concezione possibile, razionale e non. Una passione che viene trasmessa di generazione in generazione, così come avviene con il patrimonio musicale lasciatoci dal caro Lucio. Perchè artisti del genere non hanno tempo, non conoscono morte e continuano a vivere nel segno della propria musica. In fondo: “Come può uno scoglio arginare il mare?

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