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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Tutto in sessanta minuti

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Tudor Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus esce indenne dalla pericolosa trasferta di Bologna: una rete per parte, felsinei ancora sotto di un punto in classifica e un piccolo margine di vantaggio nella corsa al quarto posto e alla prossima Champion’s League.
Una settimana fa, su queste pagine, si diceva come i bianconeri dovessero pagar dazio ad un originario difetto di fabbricazione al momento dell’assemblaggio del gruppo.
Al tecnico subentrante, il pragmatico Tudor, nessuno aveva chiesto una revisione generale della squadra, impossibile da attuare in tempi cosi ristretti. L’obiettivo era quello di razionalizzare il modulo di gioco e sistemare alla meglio i muscoli dei giocatori, in modo  da giocarsela alla pari con gli avversari per almeno un’ora.
Mettere in campo grinta e orgoglio per questo lasso di tempo e andare in vantaggio di una o due reti. Tutto in sessanta minuti.

Il peggiore degli avversari

L’idea è buona, peccato che ci si trovi di fronte al peggior avversario possibile in questo momento. Il Bologna di Vincenzo Italiano presenta un gruppo in ottima salute: gente svelta di testa e di gamba, sospinti dal sostegno di un’intera città in adorazione, completamente sedotta dal sogno di un quarto posto, persino migliore del già clamoroso piazzamento dell’anno precedente.
Giocare in un ambiente simile, reso incandescente dall’euforia, richiede nervi saldi e sangue freddo.  Non ci sono vie di mezzo: una vittoria bianconera taglierebbe fuori di fatto i felsinei dalla corsa all’Europa che conta.
C’è ben più dei tre punti in palio, quasi un’intera stagione. E si tratta di risolvere la faccenda nella prima frazione di gioco o poco più. Tutto in sessanta minuti. 

La conta degli assenti

Il compito dei bianconeri è reso ancora più complicato dalle tante assenze. Certo,  Vlahovic ormai soffre di cronica anemia da marcatura.
Eppure un infortunio l’ha messo fuori dai giochi in una gara dove avrebbe fatto comodo la sua capacità di  battagliare con i difensori avversari.
Senza contare quanto sarebbero stati importanti i cingoli da carro armato di Koopmeiners (un altro fermo ai box per problemi fisici) a triturare gambe a centrocampo. Per finire, poi, con Yildiz, lo sciagurato folletto turco.
L’unico della rosa in grado di far cambiare passo alla squadra con le sue piroette da funambolo ma anche l’unico talmente irresponsabile da farsi squalificare proprio per i due incontri più importanti del campionato.

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E i rimpianti non muovono di sicuro la classifica, tocca affidarsi a quelli che ci sono, almeno per un’ora.  Tutto in sessanta minuti.

Un primo tempo da leoni

Eppure, i bianconeri tirano fuori un primo tempo da leoni. Grintosi e reattivi, bloccano ogni iniziativa dei padroni di casa e si propongono in attacco con grinta e raziocinio. E qualcuno, dopo tanto tempo, rialza anche la testa.

Andrea Cambiaso, terzino con personalità da mezzala, inventa un buon assist che il poderoso K. Thuram  trasforma in oro con la complicità del portiere felsineo. Juventus subito in vantaggio ma non soddisfatta.
Il teorema impostato dal tecnico croato impone di continuare a spingere e mettere a segno almeno un’altra rete prima che l’ora sia passata e la fatica imponga di calare di giri il motore.
E l’intenzione sarebbe anche premiata dai risultati: prima Nico Gonzalez e poi lo stesso Cambiaso, ad inizio ripresa, vanno a bersaglio. Ma il guardalinee certifica, sia nel primo caso che nel secondo, che la marcatura è viziata dal fuorigioco.
Bisogna affidarsi al mestiere per portarsi a casa la partita, visto che ormai le risorse agonistiche sono state esaurite nella prima ora di gioco. Tutto in sessanta minuti.

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Mezz’ora da brividi

Il guaio è che il Bologna ha cullato per troppo tempo le sue fantasie di successo per farsele sfilare da sotto il naso in questo modo. Man mano che gli ospiti arretrano il loro raggio d’azione, i padroni di casa prendono in mano la partita e vanno all’arrembaggio dell’area di rigore avversaria.

La mediana dei petroniani è un’autentica macchina da guerra, in grado di macinare chilometri e far girare la sfera a ritmi vertiginosi. E, in più, c’è un esterno sgusciante come un’anguilla, di nome Riccardo Orsolini, con il dente avvelenato contro i bianconeri. Da ragazzino è stato di passaggio alla Continassa: la Juventus non ha creduto in lui ed è stata pronta a disfarsi del suo cartellino per una discreta somma.

Sotto le due Torri ha trovato la sua dimensione ideale: il suo mancino è uno dei migliori del torneo, lo qualifica come uno dei pilastri della squadra. E ci tiene a farsi rimpiangere da chi l’ha snobbato, magari con la classica rete dell’ex di turno.

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Fa ammattire il suo marcatore a furia di dribbling e sterzate e da un fondamentale contributo all’assalto finale dei suoi dopo la rete del pareggio.
Dal canto loro, i bianconeri sapevano fin dall’inizio che le loro speranze erano affidate alla resistenza dell’ultima mezz’ora dopo la gagliardia della prima fase. Tutto in sessanta minuti.

(Foto: Depositphotos)

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