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Tre cose su….Benevento-Brindisi

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Benevento Vigorito
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LA TESTA E IL CUORE

Con gli occhi puntati verso la testa della classifica, il Benevento s’è sbarazzato del Brindisi con la testa. Studiandoselo, con la testa, fin dall’inizio, nell’impatto perfetto alla gara, impedendo così ogni iniziale forma di ribellione pugliese ad un destino già scritto in un insolito pomeriggio primaverile.

E facendolo con due testate, ad essere precisi. La prima ostinata, cercata e trovata. La seconda più telefonata, ma ugualmente inesorabile. La prima di Lanini da un corner di un immenso Ciano, matador dell’intero match. La seconda da un cross di Agazzi a pescare facilmente Starita.

Poteva già finire qui, con una differenza in campo tra le due squadre incalcolabile. Ma, come spesso accade nella vita, alla testa si contrappone il cuore. Quello di un Brindisi che ha avuto pochissime palle-gol, ma che si potevano rivelare tutte decisive per riaprire l’incontro. Non è bastato. Testa 2 – Cuore 0.

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LA TESTA E I PIEDI

Se la testa, guardando in testa, è stato il leit motiv della giornata dei giallorossi, con i piedi qualcosina è andato storto, in tilt. Non per leggerezza e sottovalutazione dell’avversario, ma per una fretta che, di tanto in tanto, s’impadroniva del centrocampo.

Passi, anche come giustifica, l’esordio del giovane Nardi, che sicuramente darà qualità a palate alla squadra, e nell’insieme buono è stato anche l’equilibrio tra i reparti. Ma c’è stata qualche sbavatura di troppo in fase di appoggio in mezzo al campo. L’impazienza e la preoccupazione del portare avanti le cose nel migliore dei modi possono portare ad agire in modo superficiale, creando danni poi irreparabili.

Non a caso, Auteri ha sottolineato come il Benevento ha fatto sì balzi in avanti e ha un reparto offensivo dalle mille risorse, ma deve ulteriormente crescere in mentalità. E’ sulla buona strada, vista anche la buona gestione e un sereno controllo del doppio vantaggio acquisito.

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LA TESTA E LA CODA

Se per il Benevento la distanza con chi è in testa s’è riaccorciata (-1 punto dall’Avellino, -8 punti dalla Juve Stabia), per il Brindisi è rimasta identica rispetto a chi si trova in coda (-5 dalla Turris e dalla Virtus Francavilla, -1 dal Monterosi).

Nel malcontento generale dei tifosi, che, chiaramente come ogni supporter che si rispetti, non gradiscono di trovarsi lì a lottare per la retrocessione ed evidentemente non condividono nemmeno la gestione societaria degli ultimi mesi, a sentire i cori contro il presidente Arigliano. Ci credono nella salvezza, questo è evidente. Forse più loro che la stessa squadra, che per quasi un’ora di gioco non è riuscita ad impensierire la Strega. Perché se nel punzecchiare l’avversario per tre volte, i biancoazzurri di Roselli sono andati vicinissimi a riaprire la partita, con un po’ di coraggio in più, probabilmente, avremmo visto un’altra gara. Anche in questo, a volte, sta la differenza nell’affrontare due tipi di campionati diversi, quello per la promozione e quello per la salvezza.

Certo è che con il peggior attacco e la peggior difesa, e con davanti un Benevento granitico nella sua stabilità tattica, non era per niente semplice sfruttare l’occasione delle contemporanee sconfitte di tutte le avversarie impegnate in zona play out. Brindisi rimandato ancora una volta.

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