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EURO 24 – Le avversarie dell’Italia: tutto su Spagna, Croazia e Albania

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EURO 24
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Nella giornata di sabato scorso l’urna di Amburgo ha sorteggiato le avversarie dell’Italia ad EURO 24. La squadra di Spalletti dovrà infatti vedersela contro l’Albania al debutto, la Spagna al secondo match e la Croazia all’ultimo. Ma come giocano le prossime rivali degli azzurri? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

LA SPAGNA

Dopo il flop Mondiale di Luis Enrique la federazione spagnola ha scelto di ripartire da Luis de la Fuente, allenatore di successo con le formazioni Under delle Furie Rosse. Il 61enne, ex terzino di Siviglia e, soprattutto, Bilbao ha conquistato con l’U19 spagnola il titolo europeo nel 2015 mentre con l’U21 ha vinto quello di categoria nel 2019 arrivando invece in semifinale nel 2021. Fin dal suo arrivo lo scorso dicembre de la Fuente ha promesso un’inversione di rotta rispetto al recente corso spagnolo, affermando di voler optare più per un gioco verticale rispetto al solito tiki taka iberico, facendo affidamento su una linea difensiva più bassa e sul contropiede. La vera rivoluzione arriva in attacco dove il tecnico ha preferito rispetto al falso nueve una punta più classica allo scopo di attaccare la profondità, raccogliere i cross dalle fasce e avere maggiore versatilità.

La formazione

Il tecnico ha mantenuto il 4-3-3 di Luis Enrique schierando tra i pali Unai Simon. La difesa è invece formata da Grimaldo (reduce da una stagione d’oro con il Leverkusen), Laporte, Le Normand e Carvajal. In mediana il titolare è Rodri mentre sulle mezzali ci sono Pedri e Fabian Ruiz. L’attacco è invece composto da Ferran Torres e Oyarzabal sugli esterni e Morata come punta.

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I pro e contro della Spagna

La Spagna sicuramente non è una delle avversarie migliori per gli azzurri, anche se Francia e Portogallo sarebbero state avversarie più ostiche. Le Furie Rosse nel 2023 hanno portato a casa sette vittorie in otto gare nelle qualificazioni all’Europeo, cadendo solo contro la sorpresa Scozia. Nelle Finals di Nations League, oltre che a battere l’Italia, la squadra di de la Fuente si è aggiudicata il trofeo, lanciando sicuramente un chiaro messaggio. Se la difesa, soprattutto sugli esterni, e il centrocampo sono di tutto rispetto qualche dubbio lo muove di più l’attacco: puntare tutto su Morata pare abbastanza rischioso vista l’incostanza dell’ex Juventus. In alternativa in panchina scalpita Joselu, con l’attaccante del Real Madrid che ha già punito gli azzurri a giugno.

LA CROAZIA

Il tecnico Dalic è arrivato sulla panchina della Croazia nel 2017 aprendo uno dei cicli migliori nella storia della Federazione croata con il secondo posto al Mondiale russo nel 2018 e il terzo in quello qatariota nel 2022 . A ciò si aggiunge anche una finale di Nations League in quelli che sono stati sei anni d’oro per gli scaccati.

Ora però il ciclo della Croazia è giunto alla fine, come comprovato dalle difficoltà vissute dalla nazionale nel qualificarsi alla fase finale di questo Europeo. I punti forti del gioco del tecnico sono la qualità del palleggio dei centrocampisti centrali, i movimenti degli esterni e dei centravanti sui cross, la fisicità degli esterni di centrocampo, la difesa nella metà campo avversaria. Come punti deboli troviamo invece la difesa dentro alla propria area, e in generale quando la squadra si abbassa molto, e le uscite dal pressing palla bassa dovendo coinvolgere i difensori centrali.

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La formazione

Anche la Croazia si schiera con un 4-3-3 che vede in porta Livakovic, in difesa Sosa, Gvardiol, Sutalo e Stanisic. In mediana c’è Brozovic mentre sulle mezzali Majer e Modric. L’attacco è invece composto da Kramaric, Petkovic e Ivanusec.

I pro e contro della Croazia

Tra le squadre della terza fascia la Croazia non era uno delle più ostiche ma resta comunque una scomoda mina vagante. La difesa è sostenuta dal roccioso centrale del Manchester City, Josko Gvardiol, unico giocatore degno di nota nella retroguardia degli uomini di Dalic. Il punto forte della rosa è il centrocampo con un giocatore di nostra conoscenza come Brozovic e il capitano Luka Modric, probabilmente alla sua ultima manifestazione con la Nazionale. Grande punto debole della rosa è sicuramente l’attacco il quale si poggia su un Kramaric 32enne, un Petkovic mai esploso ed un Ivanusec non in grado di far la differenza nemmeno al Feyenoord.

L’ALBANIA

Arrivato sulla panchina dell’Albania ad inizio anno, Sylvinho ha cambiato il volto delle aquile, alla loro seconda partecipazione ad un Europeo. Il tecnico brasiliano è riuscito a dare una sorprendente solidità difensiva alla formazione albanese la quale nelle qualificazioni ha subito solo quatto gol arrivando al primo posto nel proprio girone. Anche la grande presenza di “italiani” in rosa sarà una dinamica da tenere d’occhio, con molti giocatori della nostra Serie A che militano nella selezione albanese.

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La formazione

La squadra di Sylvinho si schiera con un 4-3-3 che vede tra i pali Berisha, in difesa Mitaj, Djimsiti, Ismajli e Hysaj. Il centrocampo è composto da Asllani, Bajrami e Ramadani mentre in attacco troviamo Asani, Cikalleshi e Seferi.

I pro e i contro dell’Albania

La formazione albanese sicuramente spaventa meno delle altre ma l’ottima annata con Sylvinho in panchina impone alla formazione di Spalletti di non prendere sotto gamba l’avversario. La squadra è ricca di talenti nostrani come Asllani (gioiello del centrocampo) e Bajrami (a rete tre volte nelle gare di qualificazione), mentre il ritorno al gol di un veterano come Cikalleshi ha caricato ancora di più l’ambiente, pronto a godersi un Europeo quasi storico per i tifosi albanesi.

(Foto: Depositphotos).

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