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ANGOLO SALERNITANA – Mezzi uomini

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È una delle serate più cupe della storia della Salernitana.

Non è tanto il punteggio, pure indegno di un campionato del livello -residuo- della Serie A. L’8-2 di Bergamo giunge a valle di un sacco di cose strane viste in questi mesi: sottacere le quali ha portato allo scempio. Chè di scempio si tratta.

L’ignominia nasce da uno spogliatoio in cui mezzi uomini si sono insinuati nelle crepe di una filiera scomposta: il Presidente facoltoso passa per faccendieri chiacchieroni, sceglie un DS di comodo che si dà un tono sull’allenatore che si è trovato fra i piedi. Finendo proprio col mister ed i suoi limiti, conclamati da una carriera in cui la Santa delle Grazie Impossibili si alterna alle incompiute dell’anno dopo.

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Una baraonda nella quale finanche una fascia di capitano a Sassuolo è pretesto per la rottura di giarretelle mai più ricomposte. Di cose strane se ne sono viste molte, diffusamente. Gente che si manda al diavolo a Milano, espulsioni assurde a Monza, primi tempi fetidi come col Torino. La lista è lunga, la proprietà ha dormito.

Torniamo via da Bergamo fradici, morti di freddo e mortificati da una prestazione farlocca e proditoria: non la dimenticheremo, non cancelleremo la nausea.

Nicola pare -pare- sia stato cacciato: andrebbero mandati via con lui coloro i quali ne hanno decretato la fine. Non succederà.

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La Salernitana ha la cifra tecnica per salvarsi, in un campionato più scarso dell’anno passato. A meno che non continui a sabotarsi. Ché le serpi in seno non giocano contro Nicola, ma contro una Tifoseria, una Maglia, una Città.

Ed è roba che non si perdona.

 

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