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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Poker d’assi

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La filosofia, a sentire Platone, si origina dallo stupore, sentimento che – a leggere Cesare Pavese – è la molla di ogni scoperta, la commozione nei confronti di qualcosa che, a prima vista pare irrazionale.

Non serve, però, scomodare arti nobili, scienza o letteratura, pur avendone tremenda tentazione, per descrivere la quarta magica notte europea del Napoli 2022/2023 formato Champions League. Basta una parola, è sufficiente un sostantivo: meraviglia.

Di genere femminile, naturalmente, perché come succede per le donne, gli azzurri sono belli ed a tratti impossibili, straordinari e preziosi, la parte migliore in ogni contesto di riferimento.

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Nel calcio, si sa, l’osservatore distratto legge solo il risultato, l’appassionato approfondisce gustando gli highlights, il tifoso vero analizza la partita e nei novanta e più minuti di gioco prova emozioni che durano un tempo assai maggiore di quello in cui ventidue contendenti battagliano sul rettangolo verde.

Assaporare, però, più o meno ogni tre giorni, la capacità di un gruppo straordinario di imporsi a varie latitudini va ben oltre il punteggio finale (che peraltro racconta di una vena realizzativa come probabilmente mai era accaduto in passato), toccando vette altissime di gioco e con personalità da vendere per giovani calciatori che paiono posseduti dalla voglia matta di rovesciare i pronostici di inizio stagione.

Il Napoli conferma le ottime sensazioni delle prime tre partite e conquista con due turni d’anticipo l’ingresso tra i sedici club più forti d’Europa.

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Primo tempo parso da subito la prosecuzione naturale della goleada maturata in terra d’Olanda, con prestazioni subito importanti e decisive di Zielinski, Lozano, Kvaratskhelia e Raspadori.

Match – in ogni caso – da subito indirizzato sul binario giusto e poi gestito con maestria nonostante il timido tentativo (agevolato da un rigore assai generoso concesso contro) olandese di avvicinarsi nello score.

Sta succedendo, inutile negarlo, qualcosa che era difficilmente immaginabile appena un mese e mezzo fa. Qualcosa che pare non avere una spiegazione logica e razionale per il semplice motivo che i ragazzi di Spalletti sembrano praticare uno sport diverso dai loro avversari.

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Allo stadio Maradona è stato calato un pregevole poker d’assi, con segnature d’autore (mirabolanti le azioni che hanno dato gioia a Lozano, prima, e Raspadori, poi) ed un bel ritorno a gol di Osimhen frutto della capacità del nigeriano, più unica che rara, di crederci fino alla fine, in qualunque condizione.

L’intera gara ha confermato la superiorità tecnico-tattica di un centrocampo che si conferma reparto tra i migliori del panorama complessivo di riferimento, con le chiavi in mano a Stanislav Lobotka, che ha brillato sia accanto ad Anguissa che a Ndombelé.

Difficile pensare di far meglio di come si sta facendo quest’anno, nonostante di settimana in settimana sia bello aggiornare record, prestazioni e numeri quasi da capogiro.

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Come quando si è abbagliati da una luce fortissima, è questo il momento in cui ci si stropiccia gli occhi e si aguzza la vista.

Da adesso in poi, però, quel che comparirà all’orizzonte comincerà a contare sempre di più e bisognerà farsi trovare pronti.

Come mai capitato in passato, però, gli azzurri paiono consapevoli, motivati e determinati. Così appare soprattutto il bravo allenatore che siede in panchina, sarto capace anche contro l’Ajax di gestire la partita con polso, qualità e competenza.

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E’ stato grande Napoli anche alla quarta di Champions.

Diciassette reti realizzate e quattro subite.

Numeri che impressionano gli osservatori, ma che poco riguardano i tifosi, inebriati da una sensazione che si poggia sulla pelle nuda e regala brividi di felicità che sarebbe un peccato non provare a portare sino alla fine.

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