Angolo del tifoso
ANGOLO NAPOLI – Napule è… vento di carattere
Fortemente condizionato dal vento, il posticipo del lunedì sera della ventiseiesima giornata di Serie A non sfugge alla regola che ha caratterizzato un lunghissimo turno di campionato: equilibrio, nulla di scontato, sorpresa dietro l’angolo.
Alla fine è 1-1, con un pareggio che sembra valere paradossalmente addirittura di più rispetto quello di settimana scorsa contro l’Inter. E ciò non solo per l’impresa del Sassuolo al Meazza.
Cagliari molto fisico e determinato, con Lovato (gran bel difensore) protagonista e migliore per distacco della sua retroguardia, agevolato dalla ricerca continua di palle alte a beneficio di un Petagna macchinoso e per nulla a suo agio in un match da giocare con la testa, prima che con i piedi.
In difficoltà nella fase di possesso (ordinariamente pezzo forte per la squadra), il Napoli è caduto nella trappola abilmente tesa da Mazzarri, non riuscendo a giocare palla a terra anche a causa dell’assenza contemporanea di Lobotka e Fabian Ruiz, vale a dire dei palleggiatori migliori.
Spalletti, probabilmente, l’aveva preparata sul periodo lungo, pensando di potere – nell’arco dei novanta minuti – sbloccare in un modo o nell’altro il match.
E’ arrivato, invece, improvvisamente il vantaggio del Cagliari su un banale errore di Ospina, incapace di leggere un rimbalzo su un tiro che sembrava tutto tranne che irresistibile.
Al festival delle occasioni perse in una stagione indecifrabile, dunque, stava aggiungendosi una trasferta sfortunata in terra sarda, dove un Napoli poco in palla ha rischiato seriamente di uscire sconfitto sotto i colpi, divenuti insistenti negli ultimi venti minuti, di una squadra motivata come forse non era mai accaduto in stagione.
Gli azzurri hanno fallito la possibilità di agganciare la vetta, ma non hanno granché da recriminare, essendo riusciti a riacciuffare il pareggio nel finale solo grazie alla caparbietà, al carattere ed alla determinazione di Victor Osimhen.
Di norma, si sa, il vento spettina le certezze e scompiglia gli alberi.
In Sardegna, di lunedì sera, il vento ha – inevitabilmente – condizionato il modo di giocare delle squadre rendendo ancora più fisica e fallosa una partita che, di per sé, i rossoblù avevano dall’inizio deciso di affrontare agendo d’anticipo e puntando sulla corsa.
Sotto tono Mertens e Demme, incapaci di tenere palla a terra e di sfruttare le superiori qualità tecniche del collettivo azzurro, divenendo prigionieri dei duelli voluti (e spesso vinti) dagli avversari.
Nell’imminenza di un trittico di partite terribili contro Barcellona, Lazio e Milan, caratterizzanti le prossime due settimane, il pareggio col Cagliari serve a muovere ancora la classifica ed a far comprendere, se ancora fosse necessario, quanto sono necessari l’attaccante nigeriano ed il centrocampista spagnolo nell’economia complessiva di un gruppo che quest’anno quasi mai è riuscito ad essere davvero al completo.
Si rientra sulla penisola avendo negli occhi la maschera furente di un Osimhen indiavolato, la cui grinta e determinazione rappresentano la boa cui aggrapparsi per il tempo che verrà.
Perché gli errori serve commetterli solo se, imparata la lezione, dopo si migliora.
Diversamente ogni ambizione, sogno o desiderio se ne va col vento, anche quando è assai meno intenso di quello soffiato per tutta la gara al S. Elia.
Follow us!