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CALCIO E STORIA – Sheva e la besagnina: la maledizione dei cento anni

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Lo diceva anche Totò

Lo diceva anche Totò: “non è vero ma ci credo”. D’altronde certe “credenze” sono sempre state presenti anche nel calcio. Incantesimi e anatemi non sono di certo esclusiva solo di fiabe e leggende. Le dicerie, le maledizioni come strumento per provare a interpretare eventi sfortunati di atavica memoria. Spargitori di sale e strani personaggi porta fortuna. Aruspici moderni per leggere nelle viscere di uno sport che affonda le sue radici nel popolo e che da esso trae la sua linfa vitale.

La besagnina e la sua maledizione

L’arrivo di Shevchenko al Genoa potrebbe essere l’ultimo episodio di una saga che inizia da lontano e che vede protagonista una signora anziana di inizio secolo. Una besagnina. Così chiamavano i genovesi le donne che coltivavano le terre vicino al Bisagno. Anche oggi potreste imbattervi dalle parti di Marassi in qualche negozio di frutta e verdura che porta questo nome nella sua insegna.

Siamo nel 1910. Il calcio sta prendendo piede. Si decide di costruire, a Genova, quello che diventerà lo stadio più antico d’Italia. Proprio davanti all’orto di un’anziana contadina. La povera donna, capisce subito che questa costruzione provocherà un danno alle sue coltivazioni. La mole della nuova costruzione, priverà della luce e del sole necessario le sue tenere piantine. Niente più pomodori. Nessuna insalata. Né carciofi. Che vada in malora il calcio e il Genoa per cento anni. Io cadrò in miseria ma anche il Genoa dovrà provare la mia stessa sofferenza! Devono essere state queste le parole che la contadina pronunziò nella sua maledizione.

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2024 Fine dell’incantesimo?

Lo stadio venne completato nel 1911. Mentre la maledizione sarebbe dovuta finire nel 2010. In realtà, secondo alcuni dei tifosi più anziani, l’anatema inizierebbe nel 1924, anno dell’ultimo campionato vinto dal Genoa. Quindi al Genoa per “espiare “ la condanna della besagnina occorrerebbero ancora tre anni. Solo una diceria popolare diranno alcuni. Eppure, in questi cento anni, ad ogni fallimento, retrocessione, o sciagura calcistica, c’è ancora chi tra i tifosi si ricorda di questa maledizione, dando con essa la spiegazione di ogni sconfitta. Un ‘ostacolo in più sulla strada di Andry Shevchenko. Oltre a fare i conti con una classifica deficitaria, l’allenatore ucraino dovrà fare i conti anche con questa nonnina. Pensateci, la prossima volta che il Genoa troverà un palo o un salvataggio clamoroso sulla linea. Verrà in mente anche a voi questa storia della besagnina.

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