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ÇA VA SANS DIRE – Biddibi Boddibi Boo

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Ca va sans dire Ciro Romano
Tempo di lettura: 3 minuti

 

 The art of a magician is to create wonder

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Anno del Signore Duemilennove.

Tre anni di Purgatorio hanno espiato i peccati di Aliberti, la Salernitana torna a giocare in Serie B. Cavalcata turbolenta, quella verso la promozione: squadra sempre al comando -per carità- eppure si trova il modo per far mangiar più d’uno. Agostinelli in vetta lascia il posto a Brini, il quale fa il suo e chiude davanti a tutti. Il compitino non gli varrà la riconferma.

Sulla tolda piazzano Castori  ma è una cianciola con la murata bassa: il Campionato comincia bene, alle prime mareggiate si scarroccia. Risultati terribili cui il famigerato management mette mano a gennaio. Il gioiello, tuttavia, arriva per vie traverse a mercato chiuso.

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Svincolato in culo al mondo, sconosciuto pure ai parenti, si presenta negli spogliatoi un Indio gracilino sotto il metro e settanta. Dicono fantasista ma capirai: dalle sue parti lo sono tutti. Qualcuno azzarda Maradona delle Ande: palese induzione al pernacchio. Un campionario di cliché: o almeno così credevamo..

L’allenatore -figurati- non lo vede: la tattica, gli spazi, gli equilibri. Castrazione chimica, col senno del poi. Eppure in allenamento lo osservi e oh: un fuoriclasse! palleggia con le bottigline, virtuosismi rari, giochetti che nemmeno al circo.

Gli ordigni necessitano dell’innesco.

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La girandola degli allenatori -finanza creativa di Fabiani- ci riconsegna all’improbabile baffone. Fabio Brini riesce a non farsi cacciare prima del 18 aprile: Salernitana-Albinoleffe.

Piove ma nemmeno poi troppo: il cielo sfastidiato pare adeguarsi al grigiore di una stagione sciatta. Lo spettacolo entusiasma quanto la burocrazia cecoslovacca: quel giorno, tuttavia, Eupalla tesseva l’imperscrutabile. Bellebbuono si fa male Iunco..

…e faccelo vedere, a Questo!

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Più che una richiesta, una supplica. Con la convinzione del Facimmistazitt, Brini si fa la croce e lo butta dentro.

L’Epifania!

Dribbling, filtranti no look, tunnel: i chitemmuorti a Castori fioccano. Poi, minuto ottantadue, la luce straccia le nuvole e Lo avvolge. Gabionetta porta palla in mezzo al campo, Lui gliela fotte e chiude gli occhi: i piedi del Mago sanno già cosa fare. Dalla curva, il pallone ci venne incontro in slow motion: gli attimi rallentano, la bocca si spalanca, gli occhi via via più sbarrati. La sfera si stacca dal sinistro, decolla e poi scompare: quando riappare, la rete si gonfia ma l’Arechi se n’è già caduto. Nessuno ci crede veramente, eppure è gol. La prodezza fa il giro del mondo, Salerno ha un nuovo dio. Diventerà titolare inamovibile -e grazie tante!- e salverà la Salernitana. Ad Avellino stanno ancora inebetiti: lo so, non è una novità però davvero, l’Illusionista se li portò a spasso.

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Il fallimento di Lombardi non lo risparmia e nel 2011 sveste il Granata. Continuerà ad esibirsi qua e là, ma il meglio lo avevamo già visto.

Non s’interruppero gli amorosi sensi, chè Salerno non smise di venerarlo e lui ricambió. E ricambia ancora.

Signore e signori, inchinatevi davanti al Mago che con un tocco, un tocco soltanto si prese l’Arechi, accompagnandolo nella Quarta Dimensione.

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Roberto Merino, e poi basta.

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