I nostri Social

News

Roma, torna a parlare Pallotta: “Lavorato sodo per il successo”

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 3 minuti

Arrivano dichiarazioni importanti da parte di James Pallotta, ex presidente della Roma. Pallotta ha rilasciato un’intervista al The Athletic in cui ha riportato:

“Sullo stadio avevamo trovato molti grandi sponsor nell’attesa, Coca-Cola era uno di questi. Fa male non avere lo stadio oggi. Ho ricevuto un centinaio di mail di persone che mi dicevano che non vedevano l’ora di vedere lo stadio costruito, che volevano sposarsi lì. Siamo arrivati al punto di ipotizzare di metterci anche una struttura per cremare, o un cimitero, per le ceneri dei tifosi che volevano fossero sparse sul campo. Sarebbe stata la struttura più utilizzata nell’Europa del Sud“.

L’ex presidente giallorosso spende anche qualche parola su Monchi, passato alla Roma in un periodo molto particolare:

Pubblicità

“Ci incontrammo a Londra diverse volte. Il primo incontro fu con Franco Baldini: nella sua shortlist Monchi non c’era. Mi prendo tutta la colpa di essermi fottuto da solo. Ünder e Kolarov sono stati buoni acquisti, ma ci sono stati errori costosi. Io ero un buon trader perché facevo le cose con la mia testa, anche se i miei analisti dicevano qualcosa di diverso. Ho commesso alcuni errori ma l’obiettivo è fare bene più di quanto fai male. Ma dovevo fidarmi. Sono rimasto a guardare e fu un errore. Non accettava aiuti esterni, dopo un mese era chiarissimo. Sentiva di dover dimostrare che era Monchi, che non avrebbe ascoltato nessuno o considerato i nostri dati. Niente. Zero. L’altro errore che ho fatto è che avrei dovuto realizzare che si chiama da solo Monchi… È come chiamarsi da soli Madonna. Doveva essere un allarme. Piano B? Non puoi avere un piano B se non hai un piano A. E non penso che avesse un piano A. Zaniolo? Il 100% del merito va a Baldini. Franco chiamò l’Inter e disse loro che non avremmo ceduto Nainggolan se non in cambio di Zaniolo. Monchi chiese chi fosse“.

Qualcuno ha spesso accusato Pallotta di essere poco presente per la società ma anche in questo caso si è difeso:

“Qualcuno pensa che solo perché non ero allo stadio ogni settimana o a vedere gli allenamenti tutti i giorni non stessi lavorando per la Roma. Penso che se chiedi ai dirigenti che lavoravano per me, molti desideravano che mettessi meno le mani, ma non è una cosa per me. Mi chiedevo perché dovessi andare lì e sentire questa m***a? Non è piacevole. C’è stato un periodo in cui mi sono chiesto perché lo facessi. Ora rifletto sul mio periodo nel club e interagisco con i tifosi su Twitter. Una delle mie frustrazioni è che alcune persone non realizzano quanto io abbia amato la Roma, quanto duro abbia lavorato per portarla al successo e quanto tempo abbia speso per far funzionare le cose“.

Pubblicità

foto: sito ufficiale Roma

Follow us!

FacebookFacebookYoutubeTwitterTwitch

Pubblicità

in evidenza