Angolo del tifoso
ANGOLO NAPOLI – Napule é… fortuna e coincidenze
Si chiamano “expected goals” e sono le analisi più evolute che esistono nel calcio.
Evidenziano tante cose e danno moltissime indicazioni.
Gli Expected Goals, infatti, sono – nel caso della partita di Marassi – una variabile statistica capace di dire quanti gol in media avrebbero segnato le altre squadre europee se avessero avuto le stesse identiche occasioni avute dalla squadra di Gattuso in partite come queste.
Nella dannata e maledetta partita contro lo Spezia del 6 gennaio scorso (dalla quale è trascorso un mese esatto) il Napoli aveva ottenuto il record di sempre in Serie A (4,7).
Genoa – Napoli, però, non è diversa.
Per intensità di gioco prodotta, è stata addirittura peggio.
Anche qui oltre il 65% di possesso palla, oltre 20 tentativi verso la porta ed un match perso subendo due gol sugli unici due tiri avversari.
Normalmente quando la superiorità numerica parla, quella intellettuale tace.
Ci sono occasioni, però, in cui la razionalità deve pretendere di avere la meglio, superando ciò che più facilmente può dirsi a caldo, d’istinto e di pancia.
Sarebbe bello poter scrivere un’enciclopedia riguardante le parole “fortuna” e “coincidenze”.
Perché se uno è fortunato, le coincidenze spesso generano effetti favorevoli; se invece prevale la cattiva sorte, questa spesso ti prende di mira, ha molta pazienza ed a volte pure ti irride.
Al Napoli di Gattuso quest’anno, sulla carta non manca nulla.
Ed invece i risultati sono altalenanti, assai peggiori di quelli che era lecito attendersi.
E quando le partite perse cominciano ad essere troppe (7 su 21) alcuni interrogativi è giusto che qualcuno cominci a porseli.
E che qualcosa di definitivo qualcuno inizi a scriverla, partendo da evidenze di fatto.
La prima: partire dalla costruzione dal basso senza disporre di Koulibaly (ma l’assunto varrebbe, comunque, anche in sua presenza) affidando i fraseggi corti orizzontali a gente come Manolas, Maksimovic e Mario Rui e finendo immancabilmente col rinvio lungo di Ospina serve solo a perdere qualche secondo in più e rischiare di regalare occasioni da gol. Giocare palla a terra sul calcio da fondo facendo tre passaggi nell’area piccola ha infatti sempre e comunque un’unica conseguenza, il pressing degli attaccanti avversari ed il rischio di fare figuracce.
La seconda: pur con varie e diverse attenuanti, appare ormai evidente che da molte partite gli uomini più in forma ed utili sono Lozano e Politano, che Demme è imprescindibile per voglia, determinazione, coraggio e capacità di giocare in verticale, e che abbiamo sofferto moltissimo l’assenza di un terminale offensivo capace di creare spazio, fare movimento e facilitare gli inserimenti da dietro.
La terza: arrovellarsi su formule a somma 10 che diventano di volta in volta moduli prescelti dal giornalista o tifoso di turno è esercizio di stile che dovrebbe fermarsi dinanzi ad un’evidenza: ci sono terzini che non spingono perché non ne sono capaci (ci prova a sprazzi solo Di Lorenzo) e ci sono centrocampisti che – se posizionati a tre con perno centrale (il più possibile Demme, all’occorrenza Bakayoko) diventano più compatti, filtrano meglio e legittimano una presenza cosciente ed utile di un giocatore come Elmas da alternare con Zielinski e Fabian Ruiz.
Gennaro Gattuso non può essere, senza ombra di dubbio, il parafulmine d’una stagione per ora così e così, ma è a lui che deve riferirsi ed è in lui che deve sperare chi ha voglia di arrivare più serenamente a primavera inoltrata.
Inevitabilmente al mister non può chiedersi di allargare i pali o alzare le traverse, né di far svenire il portiere avversario, proteggere i suoi dal contagio o di evitare gli infortuni.
Deve però pretendersi da un allenatore una coerenza logica che parta dalle tre evidenze di cui sopra e sviluppi un teorema capace di adattarsi all’avversario di turno.
Non basta essere dominanti e dare la sensazione di poter far gol di continuo, se poi la segnatura non arriva e si perdono le partite.
La “coincidenza”, diceva Einstein, è “il modo di Dio di restare anonimo”.
Se si ripete, però, non è un’illusione, bensì un segnale.
Più si presta attenzione alle coincidenze, più queste si verificano.
E magari arriva pure un po’ di fortuna.
Potendo scegliere, sarebbe bello arrivasse da mercoledì in poi, creando nuovi ingranaggi in un destino che – per la verità – ultimamente pare essersi un po’ inceppato.